Volete un esempio di come si può manipolare un evento fino a cancellarne (o quasi) il significato? Prendete il corteo sul G8 di sabato 17 novembre scorso a Genova. Il corteo arriva dopo una settimana di timori di polemiche durissime. La destra ne ha chiesto la cancellazione. Una campagna giornalistica e televisiva martellante, specie a livello locale, ha di fatto suggerito l’abbandono della città da parte dei cittadini e la chiusura dei negozi. La tensione creata è tale da indurre gli organizzatori a temere un flop e a sottostimare le richieste di convogli a Trenitalia. Che ne approfitterà mettendoci del suo (cosa facilissima visto la normale condizione dei suoi treni) per sabotare l’iniziativa.
Autore: Redazione
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Corteo – Se a prendersi la città sono le parole
La “sinistra antagonista, massimalista e radicale” si è presa Genova per tutta la giornata di sabato 17 novembre. Ha iniziato al mattino con una manifestazione di studenti. Praticamente un piccolo gruppo di puffi rumoroso che, per le strade del centro, chiedeva una scuola migliore. Ed ha continuato il pomeriggio, la “sinistra anarco-insurrezionalista”, appropriandosi di una fetta della strada a mare e della piazza principale della città.
In corteo si potevano riconoscere le menti più lucide del movimento estremista come funzionari di enti pubblici, sindacalisti, direttori di scuola, pensionati, dirigenti di società private, impiegati, operai, insegnanti, precari, avvocati, nonni, bambini, ed una quantità immensa di giovani – capelli rasta, bandiere della pace e dei pirati – provenienti da tutta Italia. A capeggiarli un prete.
Genova era bellissima. Tersa. Luminosa. Fredda. Alle finestre di via Gramsci le comunità dei molti paesi lontani che la abitano da anni. Salendo verso Carignano ancora finestre e facce, balconi e corpi ad assistere impauriti ad una manifestazione di pace che la città doveva a se stessa dal G8 e per dare a parole come verità e giustizia il senso che spetta loro. Ecco, le parole erano chiare negli occhi di ognuno e strette senza distinguo. Trasparenti. Perfette.
Sei anni che le parole tornano in piazza per rivendicare se stesse e fanno paura. Sabato nessuno le ha attaccate.
(Giulia Parodi) -
G8 – A chi fa male la verità
I 50 mila in corteo del 17 novembre sono serviti prima di tutto a riaffermare di fronte a tutta l’Italia che la questione del G8 2001 non è roba che si potrà confinare nella cronaca cittadina.
In causa c’è la verità su quello che avvenne a Genova tra il 19 e il 22 luglio 2001: la verità storica di cui la verità giudiziaria è solo un aspetto sia pure significativo. In causa c’è anche il buon senso. Il buon senso è quello che aveva spinto a leggere quei fatti non solo come manifestazione di una repressione cieca e bestiale ma come un progetto provocatorio finalizzato a qualcosa che forse non si era realizzato. Da allora, dall’estate 2001, la ricerca della verità è rimasta nelle mani di pochi giornalisti, dei magistrati, di alcune associazioni (ad esempio “verità e giustizia”), di gruppi di legali e di alcuni singoli non disposti a lasciarsi massacrare in nome della democrazia. Assenti di riguardo il parlamento e i partiti. -
Intervista – Genova G8: democrazia alla prova
Il comitato “Verità e Giustizia per Genova” organizza un incontro pubblico sul tema “Genova G8: democrazia alla prova”.
Il giornalista di Diario Mario Portanova intervista Livio Pepino, magistrato di Cassazione, membro del Consiglio superiore della magistratura (Csm), il sabato 24 novembre alle ore 16.30 presso il Teatro della Gioventù, Sala Barabino (via Macaggi 92A rosso, Genova) -
Caso Henriquet – Dalla procura di Genova alla finanziaria 2008
Nel settembre del 2005, nel corso di un controllo nella sede dell’Associazione Gigi Ghirotti, i carabinieri del Nas trovarono, in alcuni armadietti custoditi, una certa quantità di farmaci oppiacei che erano stati restituiti all’Associazione dai parenti dei malati terminali deceduti. I carabinieri denunciarono il fondatore dell’Associazione professor Franco Henriquet per detenzione illecita di medicinali a base di stupefacenti. Con questa accusa, nel maggio del 2007, il PM Francesco Pinto, chiese il suo rinvio a giudizio. Il 13 novembre, Adriana Petri, giudice dell’udienza preliminare (Gup), ha deciso di non doversi procedere “perché il fatto non sussiste”. La sentenza del Gup è stata ricevuta con gran sollievo da tutti, nessuno escluso.
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Migranti – Ritardi record per i soggiorni
Gli antichi luoghi di riunione di chi si occupava di immigrazione a Genova (il teatrino di San Siro, la sede dell’Arci in via San Luca) in queste settimane sono tornate a popolarsi. Si sta preparando una manifestazione di tutta la città, la prima con questo taglio da quando le divisioni che accompagnarono la manifestazione dei migranti durante il G8 (le organizzazioni sindacali rifiutarono di aderire) posero fine all’esperienza del Forum Antirazzista. -
Ambiente – Burolingua al servizio dei soliti furbetti
Ad un recente seminario sullo sviluppo costiero (vedi OLI 158), erano stati enumerati mezzi che la legge può adoperare per poter difendere i litorali. Regime demaniale, strumenti di piano, le norme di protezione ambientale. Ma, lamentava il relatore, un’ambiguità di fondo del linguaggio giuridico rende l’applicazione scivolosa e inefficace.
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Alternative – Casi di matrimoni felici tra politica e web
Nel viaggio di ricerca dell’informazione politica attraverso il web si trovano esperienze interessanti, a dimostrazione del valore autonomo e peculiare di internet, che non si sostituisce ai mezzi tradizionali ma li aggiorna e li completa.
Nel campo della comunicazione di impresa l’importanza del web è nota, e vi si trovano le esperienze più innovative: per citarne una, il portale www.ferpi.it (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) sviluppa temi del settore attraverso una mailing list settimanale che propone una serie di articoli linkati al sito, sezioni approfondite e complete, bacheche di annunci di lavoro, approfondimenti tematici, presentazioni di saggi, incontri, corsi di formazione… tutto corredato da numeri di telefono, indirizzi e fax perché la federazione esiste e il web è solo uno strumento. -
Tolleranza zero – Con Rambo ritornano le pene corporali
Il merito, mai abbastanza riconosciuto, va alla diretta se qualche frammento di realtà scomoda riesce a filtrare attraverso le maglie di opportunismi e servilismi mediatici, per arrivare fino agli occhi dell’opinione pubblica. Pensiamo alle riprese di cameramen e fotoreporter durante il G8, sequenze di volti tumefatti e teste sanguinanti riproposte da Santoro nell’ultima puntata di “Anno zero”, ma consideriamo anche le cariche con insistenti manganellature negli stadi calcistici: esplosioni di violenza istituzionale a dir poco sconcertanti.
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Non abbiamo i numeri per tornare al nucleare
(Repubblica, 16 novembre 2007)
A proposito di ritorno al nucleare, abbiamo sessantamila metri cubi dì scorie radioattive di II e III categoria (con tempi di decadimento secolari) stoccati in 4 centrali nucleari dismesse. Abbiamo 4 centri di ricerca nucleari ormai chiusi e 8 impianti nucleari ormai logori e vetusti.
Dovremmo costruire un deposito nazionale di scorie radioattive grande come lo stadio di San Siro, su un’estensione pianeggiante di un chilometro quadrato, in zona non sismica, ben asciutta, poco piovosa e a bassa densità abitativa; con muri di calcestruzzo alti 10 metri e spessi 50 centimetri, al cui interno collocare un alveare di celle, sempre di calcestruzzo, dove posizionare i rifiuti a loro volta inseriti in altrettanti contenitori d’acciaio. Un deposito di scorie radioattive da controllare e presidiare militarmente per 3 secoli onde evitare possibili contaminazioni e possibili atacchi criminali.