Autore: Redazione

  • Trovate – E don Baget rilancia il boccone Scajola

    L’ultima trovata di don Baget Bozzo, che meriterebbe il silenzio se il Decimonono, in nome dell’equidistanza vantata dal Giornale non gli avesse assegnato una collaborazione che qualche consenso a destra lo frutta, è l’opportunità di ricreare l’asse Scajola- Biasotti, ancora fortemente incrinato, se si vuole portare a Tursi un sindaco di destra (Biasotti).

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  • Letterine – Siamo troppo lontani dai marciapiedi?

    Per chi sa smanettare, farci arrivare un messaggio che nasconde il mittente, non è difficile. Neppure per noi lo sarebbe cercare di sapere qualcosa di più di “tsunami”, autore o più probabilmente autrice del messaggio. Oggi 11 novembre – scrive “tsunami” – c’è stata in città una manifestazione di senegalesi; “una comunità pacifica e forse per questo oggetto di prepotenze da parte di alcuni tutori della legge”. Non un corteuccio qualsiasi ma “un evento importante con nobili parole d’ordine – giustizia e libertà – che domani la cronaca probabilmente relegherà in qualche fondo pagina”.
    Ragion per cui – scrive “tsunami” – se voi ne scriverete facendo riferimento alla stampa non capirete un bel niente di quello che sta succedendo. E guardate che quello dei senegalesi è solo un esempio: sui giornali le cose che contano non ci sono o ci sono in minima parte e spesso col rilievo sbagliato. Ve ne accorgete? E così prosegue: “Mi domando dove appoggiate le vostre chiappe mentre scrivete la vs. NL, in quali studi, uffici, con quali comodità, con quali Pc… I vostri prodotti intellettuali sono interessanti ma troppo lontani dai marciapiedi… “.

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  • Università – Sulla materia grigia l’occhio del tutor

    Fino a 5 o 6 anni fa, nella Facoltà di lettere e filosofia, un’apposita commissione di professori aveva il compito di guidare gli studenti nei meandri del piano di studio. A supportarla c’erano, decisivi, il tam tam studentesco e i funzionari della amministrazione. Poi le cose sono cambiate: mentre tam tam e amministrativi sono rimasti sul campo, i professori hanno affidato il loro compito a giovani tutor scelti tra i laureandi della Facoltà. Gli studenti ci hanno probabilmente guadagnato: meno imbarazzo nei rapporti personali e certezza degli orari di ricevimento. La Facoltà invece ha perso una occasione ( restano gli esami, si capisce) per sapere chi siano i suoi studenti, la materia grigia con cui – così dice nella pubblicità che ha prodotto – vorrebbe entrare in contatto.

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  • Storie – Ma interessa la sorte dei ragazzi immigrati?

    Nei giorni scorsi Livia Pomodoro, presidente del Tribunale dei minori di Torino, ha presentato a Genova il suo libro “A quattordici anni smetto”, editore Melampo. Dodici storie di minori stranieri che la giudice ha reso sotto forma di brevi racconti: un tentativo di “narrazione civile” per richiamare l’attenzione sulle singole persone, per uscire dalla astrattezza delle leggi e della burocrazia, per sottolineare che la storia non galleggia sull’aria, ma si costruisce attraverso i destini individuali.

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  • Acciaierie – Vivere a Cornigliano, romanza incompleta

    All’opera la romanza è il momento più atteso. Corale, o assolo è l’attimo in cui sentimenti dei personaggi si rivolgono al pubblico, in un abbraccio unico. E’ l’aria più nota, conosciuta a bambini e anziani, fischiettata per strada.

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  • Replica – “DECIDI” è quasi Porto Alegre

    Leggo sempre con interesse la newletter di OLI, trovando spesso voci fuori dal coro e la capacità di affrontare gli argomenti al di là dei taciti patti di “non belligeranza” che troppo spesso condizionano i più consueti canali d’informazione. Mi ha fatto dunque piacere trovare un articolo [OLI n. 118] sul nostro progetto DECIDI, di e-democracy, e siccome quel pezzo mi ha fornito diversi spunti di discussione mi è parso stimolante replicare.

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  • Un banchiere genovese

    primarie


    C’era un certo Banchiere Genovese
    Che, ovunque, intesseva grandi intese;
    Se emergeva qualche oscuro affare
    Tutti quanti, in silenzio, stavano a guardare
    Quel furbetto Banchiere Genovese.

    (GU.R)

  • Trasparenze – Sugli affari Carige il silenzio è d’oro

    Ci hanno messo 9 giorni, poi hanno parlato. Quelli dello zoccolo duro, la proprietà della Carige; che si chiama Fondazione Carige che poi fanno tutt’uno con i vertici che dirigono la banca ma hanno il compito di renderla non scalabile; “blindata” è la parola. Sono il pacchetto di maggioranza. Il cuore e il portafoglio.

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  • La morte di Monica – Se la Coop siamo noi, no ai subappalti

    Il giorno del funerale di Monica Di Mari, lunedì scorso, l’Ipercoop di Carasco è rimasta chiusa dalle 11.30 alle 12.30 in segno di lutto. Forse a seguito della protesta dei dipendenti, che riuniti in assemblea hanno espresso tutto il loro rammarico per l’eccessiva sollecitudine con la quale l’Ipercoop di Carasco ha ripreso la sua normale attività commerciale (Il Giornale, 27/10/06). Nei giorni scorsi i tre sindacati di categoria avevano proclamato un giorno di sciopero: “le numerose denunce fatte sulla tenuta minima dei livelli di sicurezza nel settore sono state a tutt’oggi disattese”.

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  • Finanziaria – Quando siamo contenti di pagare più tasse

    Domanda per un sondaggio alla buona, senza alcuna pretesa statistica: chi saprebbe indicare esattamente quanto paga di bollo-auto? Pochissimi, con ogni probabilità. Dunque, se invece – mettiamo – di 125 euro, ne dovremo versare 131, difficilmente ne usciremo sconvolti. Il piccolo, forse banale, esempio può favorire qualche utile riflessione sulla martellante campagna mediatica che ci opprime da settimane sulle nuove tasse della finanziaria.

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