Autore: Redazione

  • OLI 379: PALESTINA – Il “fuorigioco” della UEFA

    Dal 5 al 18 giugno nella stato di Israele si svolgerà il campionato sportivo UEFA Under 21, una manifestazione che vedrà coinvolte squadre di calcio europee e milioni di tifosi che si concentreranno, aiutati dai media internazionali, esclusivamente sulle partite di calcio dimenticando che quelle partite saranno giocate in alcune zone di un territorio occupato illegalmente da 60 anni.
    Ai giovani palestinesi sarà negato di partecipare alla manifestazione perché non possono muoversi liberamente nel loro paese in quanto abitano al di là del muro dell’apartheid dove non è permesso uscire. Lo stato ebraico molte volte ha impedito di praticare sport ad atleti palestinesi vittime di violenze ed arresti ingiustificati da parte dell’esercito israeliano come è successo al calciatore della nazionale palestinese Mahmoud Sarsak incarcerato per 3 anni senza accuse e rilasciato l’estate scorsa dopo 92 giorni di sciopero della fame e proteste internazionali. Ad aprile le autorità israeliane hanno negato il permesso a cinque maratoneti della striscia di Gaza di partecipare alla “maratona di Betlemme”.

    Ricordiamo inoltre che durante i bombardamenti su Gaza dello scorso novembre durante l’Operazione Pilastro di Difesa sono state distrutte infrastrutture sportive palestinesi tra cui lo stadio di calcio di Gaza e la sede del comitato nazionale paraolimpico, alcuni campi sportivi sono stati bombardati uccidendo i ragazzi palestinesi che vi stavano giocando.
    E’ assurdo che un’importante manifestazione sportiva possa essere organizzata da un Paese che tiene sotto assedio e reprime quotidianamente il popolo Palestinese.
    Sono stati lanciati appelli da tutto il mondo; la campagna “Cartellino rosso contro l’Apartheid” – tra i firmatari Desmond Tutu e Frédéric Kanouté – in questi mesi ha raccolto firme per chiedere alla Uefa di modificare la decisione di far giocare in Israele gli Europei Under 21: “Nonostante gli appelli diretti da parte di rappresentanti di questo sport in Palestina e di organizzazioni antirazziste e per i diritti umani in tutta Europa, la UEFA premia il comportamento crudele e fuori legge di Israele conferendole l’onore di ospitare il campionato europeo Under21″ è scritto nella lettera pubblicata da The Guardian.
    Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport” hanno dichiarato 50 atleti europei in una lettera indirizzata al Presidente della Uefa Michel Platini.
    Se i tanti appelli, lanciati da tutto il mondo per spostare il campionato, dovessero essere ignorati, dando così ad Israele l’opportunità di presentarsi come paese normale e democratico, la campagna Cartellino Rosso farà appello perché si svolgano proteste in tutta l’Italia l’8 giugno, giorno della partita Italia – Israele, auspicando l’apertura di un dibattito pubblico sul tema e una diffusa mobilitazione della società civile.
    Chiedo ai tanti tifosi e appassionati di calcio se si possa immaginare in futuro una manifestazione sportiva etica basata sul rispetto sia di chi pratica lo sport sia di chi lo sostiene.
    (Maria Di Pietro – foto da internet)

  • OLI 379: COMUNE – Amt, una delibera a puntate

    Questa è la storia di una delibera a puntate, che ha messo in croce la giunta del Comune di Genova per più di un mese, una pratica relativa all’ultimo piano tariffario del trasporto pubblico locale.
    I fatti: martedì 19 aprile 2013 la giunta ha portato in consiglio una proposta di delibera con il nuovo piano per “salvare l’integrazione tariffaria bus/treno”. La delibera comportava un aumento a 360° di tutti gli abbonamenti e dei biglietti, compresi gli ascensori, riportando quello integrato bus più treno al valore più alto d’Italia, 1,60 euro per 100 minuti, tempo, che tra l’altro, molti reputano eccessivo per il singolo spostamento, ma insufficiente per essere usato come ritorno. Dopo una battaglia combattuta all’ultimo emendamento nella quale le forze di opposizione hanno chiesto di rivedere il listino salvando il vecchio valore degli abbonamenti per cercare di fidelizzare i clienti, con un rifiuto pressoché totale della maggioranza, alla fine, a sorpresa, è passato un emendamento del Movimento 5 Stelle per la creazione di un biglietto non integrato al vecchio costo di 1,50 euro. Lo scopo era quello di ottenere una salvaguardia dagli aumenti almeno per chi il treno non lo prende, aumenti secondo molti consiglieri ingiustificati  al solo scopo, dichiarato dall’assessore, di salvaguardare l’integrazione tariffaria, ma che in realtà nascondevano un aumento di introiti generalizzato “salva-azienda”. La giunta ha vacillato insieme alla maggioranza di fronte a questo inatteso risultato, sono partite le verifiche di maggioranza, le conferenze capigruppo, dove si è studiato da subito come riportare la situazione a quanto la giunta, insieme alla maggioranza, aveva previsto. Al rientro in aula, già si parlava di una nuova delibera correttiva, per la quale occorreva trovare una motivazione.
    La storia continua nei giorni successivi con l’applicazione parziale della delibera, con l’aumento di tutti gli abbonamenti, ad eccezione di quello integrato, fermo a 1,50 euro. Al successivo consiglio comunale viene fatto subito notare il problema di avere disatteso la delibera, in conferenza capigruppo l’assessore spiega che il cambio di struttura tariffaria ha creato un problema di gestione con la tipografia. Una scusa poco credibile, che si svela dopo più di un mese con l’arrivo della delibera correttiva tanto sospettata. Un altro scontro, un’altra puntata.
    (Stefano De Pietro – foto da internet)

  • OLI 379: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    Violenza sessuale contro le Colf in Medio Oriente
    Il sito (7daysindubai) ha pubblicato martedì 16 maggio un articolo nel quale si legge: “Una colf è stata salvata dalla minaccia di ulteriori abusi per mano del suo datore di lavoro dopo aver chiesto aiuto su Facebook.
    Cristine Dumo fu salvata dalla casa in Ras Al Khaimah dagli assistenti sociali, martedì sera, ed è ora sotto la tutela del Consolato delle Fillippine a Dubai.
    Un funzionario del Consolato ha detto a 7DAYS: “L’abbiamo accolta nel nostro centro per i lavoratori migranti la scorsa notte. Lei è traumatizzata, ma stabile. Si è sollevata per essere sicura e non dovrà tornare dal datore di lavoro.”
    La ventitreenne filippina, che aveva lavorato per il suo datore di lavoro per otto mesi, ha descritto come il suo datore di lavoro ha cercato più volte di aggredirla sessualmente, ma lei ha reagito. “Ha detto che lui la schiaffeggiò e tentò di violentarla – ha detto il funzionario del Consolato – è riuscita a resistere. Ha detto che aveva paura di gridare aiuto perché il datore di lavoro la minacciava di mandarla in prigione se ne avesse parlato con qualcuno”.
    http://www.7daysindubai.com/Abused-maid-Ras-Al-Khaimah-rescued-facebook-plea/story-18992673-detail/story.html

    Deportazione a Dubai
    Dall’articolo di Brian Whitaker, di domenica 26 maggio 2013, sul sito (al babadi Dubai): “Decine di lavoratori edili immigrati che hanno aderito allo sciopero all’inizio di questo mese a Dubai stanno ora affrontando la deportazione. Migliaia di lavoratori principalmente asiatici impiegati da Arabtec – una delle più grandi imprese di costruzioni del Golfo – hanno iniziato uno sciopero, il 18 maggio, ma ritornati al lavoro dopo quattro giorni in seguito all’intervento della polizia. Sindacati e scioperi sono illegali negli Emirati Arabi Uniti e altri stati del Golfo, e alcuni degli scioperanti identificati sono stati arrestati per essere interrogati”.

    http://www.al-bab.com/blog/2013/may/migrant-workers-in-dubai-face-deportation.htm

    Il futuro della Siria
    The Economist, del 23 maggio 2013, pubblica “Un’intervista con Jabhat al-Nusra”: ” Domanda: che  dire degli Alawiti?” Risposta: “Solo Allah sa cosa sarà di loro. C’è una differenza tra i Kuffar (gli infedeli) di base e quelli che si sono convertiti dall’islam. In quest’ultimo caso, bisogna punirli. Alawiti inclusi. Anche i sunniti che vogliono la democrazia sono kuffar come lo sono tutti i sciiti. Non si tratta di chi è fedele e di chi non è fedele al regime, si tratta della loro religione. La Sharia dice che non ci può essere punizione per gli innocenti e che ci deve essere punizione per i malvagi, ed è questo che noi seguiamo”.

    http://www.economist.com/blogs/pomegranate/2013/05/syrias-fighters-0
    (Saleh Zaghloul)

  • OLI 379: CITTA’ – Una bandiera di ombrelli per Don Gallo

    Al funerale del Don c’erano tanti bambini. E un mare di ombrelli sotto il diluvio che formavano una bandiera della pace lungo tutto il percorso, una bandiera di cerchi rotondi, riconoscibile dall’alto.
    Nella piazzetta antistante la chiesa del Carmine – durante la messa – i bambini parlottavano, stavano in braccio, sulle spalle. Applaudivano. Uno aveva fame e il padre lo ha allattato. Aveva smesso di piovere e sembrava di essere in gita quando esce un po’ di sole.
    Al funerale del Don c’era uno striscione dell’associazione culturale “L Ghirù” di Sondrio e accenti da tutta Italia, insieme ai pugni alzati e mani in preghiera.
    Al funerale del Don un’amica mi ha detto che no, Bagnasco per la morte di Don Balletto si era dato alla fuga, ma oggi il vescovo e quelli come lui “non lasciano niente… si prendono tutto, si prendono anche Andrea…” Al funerale del Don, Basso e Tullo si sono detti contenti dei manifesti che come “democratici” hanno fatto affiggere in città per la morte del Gallo, che forse, sui manifesti avrebbe pensato la stessa cosa dei fiori: non li avrebbe voluti.
    Al funerale del Don sembrava che una fetta di città fosse stata rubata. Qualcuno ha detto: “stiamo perdendo i pezzi”.
    Gli unici fiori, quelli stampati sulla borsa della spesa di una signora.

    (Giovanna Profumo – foto dell’autrice)

  • OLI 379: VIAGGI – Senegal, il diario di Giulia

    Demi 30 aprile Dù, che oggi ha l’esame per prendere la patente, è partito con Djiby (un amico chaffeur che non ha più né macchina, né lavoro e ora è a sua disposizione in cambio dell’uso della macchina per lavori che possono capitare.)
    Con noi si è fermato Lamine, il cugino di Dù . Ho diviso con lui il mio riso e pesce. Non c’è altro e non saprei cucinare nemmeno 1 uovo su queste stufette a carbone.
    Sembra diverso il modo di pensare qui: non c’è l’accumulo, c’è l’ oggi: mezzo Kg di carbone, un etto di olio in bustine, quattro biscotti, mezzo etto di caffè, quattro pizzichi di tabacco… come se le boutiques (i negozi) fossero dietro l’ angolo; invece questa mattina andrò con Lamine e Gheddafi, che fa il taxista, a 7 Km da qui per comprare.
    Io, abituata alle scorte, prenderò cinque Kg di manghi e cinque Kg di arance locali, sperando che i non accumulatori me ne lascino un po’.
    Abbiamo attraversato paesini costieri passando per il lago Rosa che è 10 volte più salato dell’ Oceano ed è davvero rosa quando il sole lo illumina. Appare all’improvviso dietro a dune e montagne di sale che sfoggiano, a volte, il nome del proprietario su un cartone infilato in una canna.
    A Babilone compro tutto quello che mi chiede la nostra variabile famiglia (possiamo arrivare ad essere anche una decina) che è parca nel comprare, ma che si nutre abbondantemente se può farlo, quasi per esorcizzare memorie di fame.
    Siamo stati anche in un bel jardin (orto) con manghi, papaie, verdure sconosciute, la menta (nanà)e il basilico che ho piantato appena siamo arrivati a casa. Lamine, mi ha presentato anche un amica parrucchiera che avrebbe voluto farmi le treccine. Ho risposto “Apres”.
    Qui sì che ho fatto le foto, chiedendo il permesso, perché alcuni non vogliono sia ripreso nemmeno l’asino. Domani è il 1° maggio. Dù dice che gli statali vanno in pensione a 50 anni, i privati a 60, ma devono essere davvero pochi quelli che la prendono in questa zona, perché la gente sembra poverissima.
    Tornati a casa, le oche per prime chiedono cibo a gran voce; allungo il loro pastone con acqua. Noi, alle cinque, riso e pesce e a Papà – il bambino silenzioso-, pane e chocoleca.
    Non devo più andare senza scarpe all’Oceano. Il deserto nella notte cambia forma e non trovavo più il varco fra le dune. Mi sono ritrovata in un bosco di palme da cocco e conifere. Scalza temevo di calpestare piante con spine coperte dalla sabbia. Ho incontrato un uomo “Vous conocè Dù?” “Oui ce ne pas sa la route ce par là”. Ho seguito la direzione del suo dito senza staccare gli occhi da due immaginati tetti bassi e rotondi et voilà il miraggio si è concretizzato.
    Je vai ad arrosez le piante prima che spunti la luna rosa rosicchiata dal sole.
    Informazioni : il 43% della popolazione ha meno di 14 anni e il principale gruppo etnico è il wolof. Non so com’è a sud, in Casamanche, dove abitano i fula,  ma qui tutto sembra in mano alle donne e ne sembrano consapevoli. Parlano e commerciano a voce alta guardandoti negli occhi con i loro grappoli di bambini appesi ai loro abiti lunghi o incollati sulla schiena fino ai due anni. A una di queste,ora morta, 13 anni fa, Dù ha lasciato 4 bambini; la più piccola era di un anno. “Ci vorrebbe qualche progetto per l’educazione sanitaria e sessuale” pensa ora, “ Come fare?” “ Ci vorrebbe un’ ambulanza “, aggiunge Lamine. Entrambi sono mussulmani tolleranti. “Come te” mi dice Dù che porta le trecce rasta.
    (Giulia Richebuono)

  • OLI 379: TEATROGIORNALE – Accerchiamento

    Da repubblica.it: Disoccupazione giovanile, Mario Draghi: “Minaccia per la stabilità sociale”

    Autobus numero 20, città di Genova, 24 maggio 2013, ore 13.30.
    Due signori coi baffi, la camicia e il cappello. Corpulenti e non più giovanissimi sono seduti in fondo, sopra la ruota di sinistra guardando il guidatore. Uno dei due signori si protegge col palmo della mano destra il braccio mentre una borsa lo aggredisce. Si gira verso l’altro signore, si riconoscono e si sorridono.
    A -Classe 36
    B -Classe 41
    A -Un ragazzo!
    B -Ma mio fratello è del 36. Io sono il più giovane.
    L’autobus si ferma, dei ragazzi entrano ridendo: ridono perché c’è puzza di pollo, ridono perché c’è caldo mentre stamattina c’era freddo, ridono perché non riescono a timbrare il biglietto.
    A -Siamo accerchiati
    B- Aumentano sempre di più
    A- Se dovessero uscire tutti assieme, se dovessero organizzarsi e andare tutti per strada, in una stessa piazza, ci annienterebbero.
    B – Per fortuna che non si riproducono.
    A- Crede? A me sembra che si stiano riproducendo, vedo carrozzine ovunque, donne con la pancia che pretendono il mio posto sull’autobus.
    B -E che poi non c’è lavoro e quindi vanno a rubare
    A-O a drogarsi.
    B -E gli aperitivi? Se vede queste ragazzi, bevono e mangiano schifezze.
    A-E poi si vanno a drogare.
    B-Tra un po’ non si potrà più girare per la strada. 
    A-Certo, vorranno le nostre pensioni, le nostre case.
    B-Io ho sempre lavorato, mentre questi non lavorano e vorranno anche una pensione?
    A-O una casa?
    B-Come possono fare figli senza una casa?
    A- Senza un lavoro?
    B- Infatti secondo me, ché ché ne dica lei, non si riproducono… poi muoiono per le droghe, gli incidenti stradali e queste nuove malattie. Moriranno prima di noi.
    Due ragazzine poco più che tredicenni salgono sull’autobus. Una ha la pelle olivastra e parla velocemente, è un po’ gonfia come succede a molte neo adolescenti, ha i capelli neri e spessi tirati in una coda, una gonna jeans grossa e lunga fino a sotto il ginocchio, ha una giacca chiara di maglina e sotto una maglietta viola. La compagna è magra e vestita di chiaro, il suo inizio di adolescenza è accompagnato da una leggera peluria sopra il labbro. Parlano fitte fitte di qualche professore che si è arrabbiato per via di un’uscita al bagno. Non sono belle, sono in quell’età di mezzo in cui sono brutte sia come bambine sia come ragazze. E forse per questo ambigue. I due vecchi le guardano, intravedono quei seni acerbi, quei gesti a volte disordinati altre civettuoli.
    B- A dire la verità lo spero.
    A- Cosa?
    B- Che muoiano.
    Una delle due ragazze ridendo cade pesantemente addosso al vecchio più vicino. Subito si rialza preoccupata.
    B – Ma no, la prego, si sieda signorina, io tanto scendo tra due fermate.
    Le adolescenti rifiutano una volta, alla seconda prendono il posto del vecchio, una seduta sull’altra. Il vecchio sorridendo le guarda, gli occhi appesi a quelle scollature da educande. Le ragazze continuano a ridere di non si capisce bene di cosa, forse di niente, forse del volto del vecchio in piedi che ha distolto l’attenzione dalle loro magliette per guardare il soffitto dell’autobus, la bocca stravolta e un braccio sul cuore.
    Il vecchio è rigido e alla prima curva cade sbattendo la testa.
    (Arianna Musso – Foto da internet)

  • OLI 378: PAROLE DEGLI OCCHI – Don Andrea Gallo (1928 – 2013)

    (Don Andrea Gallo – Foto di Giovanna Profumo)
    Genova, 22 Maggio 2013 
    E’ mancato oggi Don Andrea Gallo. 
    Genova e l’Italia perdono un testimone di fede e di laicità. 
    Un uomo che dava voce ai deboli, a chi era ai margini e a chi voleva cambiare in meglio il paese. 
    Resistenza e partecipazione sono tra le molte cose che Andrea lascia a chi lo ha amato.
    Ci mancherà.
  • OLI 378: PALESTINA – Welcome to Israel

    Richiedere l’apertura dell’email privata ed avere accesso alla pagina personale di facebook ai turisti in arrivo all’aeroporto di Tel Aviv, non è più una violazione alla privacy.
     Il procuratore generale israeliano Yehuda Weinstein, il mese scorso, ha affermato che gli agenti della sicurezza dell’aeroporto Ben Gurion sono stati autorizzati “legalmente” ad entrare negli account privati di email dei turisti. L’eventuale rifiuto potrebbe concludersi in un divieto d’ingresso nel Paese, come sta succedendo negli ultimi anni soprattutto a giovani turisti.
    Le autorità israeliane giustificano tali controlli una “necessità di garantire la sicurezza del Paese”.
     I controlli non avvengono solo per entrare nel paese, ma anche quando si è in partenza da Tel Aviv: non è un caso raro subire ore di interrogatorio all’aeroporto, non è un caso raro che i servizi di sicurezza israeliani effettuino ricerche con google per verificare contatti, interessi, orientamenti politici e possibili amicizie con palestinesi. Se ti etichettano come “personaggio sospetto”, la security può trattenerti anche una notte prima di farti uscire dal paese.

    Lo scorso 31 luglio all’aeroporto di Tel Aviv, in uscita dal paese, sono stata giudicata “altamente pericolosa” dalla sicurezza israeliana. Per questo perquisita e trattenuta. Il mio bagaglio è stato sequestrato e dopo il primo interrogatorio durato 3 ore, che mi ha fatto perdere il volo, sono stata scortata in una stanza di 4mq. per la perquisizione fisica e per il secondo interrogatorio durato ulteriori 3 ore.
     ……“Come mai sei venuta da sola in Israele?” “Dove hai alloggiato?” “Quali città hai visitato”, “Hai incontrato qualcuno?” “Conosci qualcuno in Israele?” “E’ la prima volta che vieni qui?” “Come mai non hai prenotato alloggi prima della partenza?” “Hai il sospetto che qualcuno ti abbia parlato in arabo?” “Mi dai il cellulare?” “Dove vivi?” “Come si chiamano i tuoi genitori?” “Chi hai incontrato a Gerusalemme?”, “Qualcuno ti ha ospitato”?, “Hai notato qualcuno sospetto?”, “Dove lavori?” “Quanti giorni sei stata a Gerusalemme?, e nel deserto? e… e… e…?” “Hai intenzione di tornare?” “I nomi dei tuoi amici che sono venuti in questo Paese?” “Come mai viaggi senza una guida turistica?” “Perchè sei venuta qui?” “Hai delle bombe?”, “….si hai capito bene, hai delle bombe, delle armi con te?” “Di che religione sei?” “Capisci l’arabo?” ”Sei mai stata in un paese arabo?” …
    Sconcerto, paura, agitazione, rabbia…. sono le prime emozioni che ricordo. Le domande vengono ripetute più di una volta in sequenze diverse; devo ricordare quello che ho dichiarato in precedenza!
    Durante il sequestro del bagaglio, dico a loro che è assurdo questo interrogatorio, che in nessun altro aeroporto di paesi che ho visitato mi hanno trattato così. Dico che c’è una privacy da rispettare.
    Loro mi rispondono che sono tenuti a fare i controlli per la sicurezza del Paese, dei cittadini e della mia.
    Trovavo tutto questo fastidioso e imbarazzante, ma mi rendevo conto che mi conveniva collaborare.
    Sono stata fortunata per le sole 6 ore e mezzo di interrogatorio e il non aver risposto “sotto giuramento” mi ha aiutato a trovare delle alternative alle risposte esatte: “non prenoto mai quando viaggio”, “cercavo su internet l’alloggio di volta in volta”, “ho incontrato tanti turisti” “la maggior parte del tempo l’ho trascorso a Gerusalemme” “ho alloggiato dalle suore”, “ho visitato i luoghi sacri” ecc.
    La verità
    Sono stata un mese nei Territori Occupati Palestinesi: ho visitato Ramallah, Hebron, Nablus, Jenin, ho condiviso le mie giornate con persone locali che mi hanno ospitato e accompagnato in giro con entusiasmo, ho intervistato e fatto riprese che ho spedito in Italia dalla posta di Gerusalemme prima di partire, sono stata testimone di situazioni che i media mettono a tacere, ho visitato campi profughi; i controlli ai check point e ai posti di blocco erano all’ordine del giorno.
    E’ un reato?
    E’ un reato ascoltare storie che raccontano di assedio ed oppressione con cui ogni giorno i palestinesi devono fare i conti? 
    L’interrogatorio ha lo scopo di demotivare le persone che vogliono tornare in Palestina, ci sono cascata anch’io : l’essere sotto pressione e il sentirmi psicologicamente aggredita e invasa della mia intimità mi ha portato a pensare di non voler più tornare… ma questo pensiero è durato solo pochi giorni.
    (M.R. – foto da internet)

  • OLI 378: SINDACATO – Epifani e l’estetica della piazza

    Da la Repubblica 20 maggio 2013
    Alla Fiom invece Epifani rimprovera quella che definisce “l’estetica delle piazze”. Quando si hanno responsabilità di governo il punto non è tanto stare nelle piazze quanto risolvere i problemi che le piazze propongono, “perché l’estetica delle piazze, cioè stare lì e non risolvere mai i problemi, non funziona. La gente ti chiede soluzioni”
    Guglielmo Epifani, nuovo segretario Pd, è stato alla guida della Cgil per otto anni (dal 2002 al 2008). Sergio Cofferati, suo predecessore nel sindacato, nonché membro del Parlamento Europeo per lo stesso partito, era a Roma in piazza sabato 18 maggio. C’è chi dice che il secondo avrebbe agito nello stesso modo fosse stato segretario del Pd e al posto del primo.
    E’ evidente che esiste un problema di estetica nel Pd e nel sindacato.
    Ma questa faccenda dell’estetica delle piazze non può e non deve essere liquidata come una boutade. Impone a chi fa politica o sindacato una riflessione: cosa si va fare in piazza? E soprattutto: per quale ragione negli ultimi dieci anni solo in Piazza sono state poste le richieste più urgenti ai governi del paese?
    E’ stato per soddisfare un senso estetico che sono state occupate strade e piazze al G8 di Genova? Quanto compiacimento estetico muoveva i Girotondi? Quale sottile pulsione ha spinto i tre milioni che si sono riversati a Roma per l’articolo 18 nel marzo 2002? Cosa ha accompagnato i moltissimi che si sono ritrovati, in tante manifestazioni, contro le politiche di smantellamento di stato sociale e diritti?
    Ma è sufficiente pensare alle donne: per quale pulsione estetica sono andate in tutte le piazze italiane  il13 febbraio 2011? In nome di cosa si sono riviste quest’anno per ballare nel billion rising?
    Certo, a Roma, il 18 maggio c’era la satira dei cartelli ed esasperazione, ma c’era anche sul palco il pacato disappunto di Sandra Bonsanti, la denuncia di Gino Strada e la rabbia di Fiorella Mannoia, che chiedevano per ogni persona presente di risolvere i problemi.
    Nessuno di loro era lì per un esercizio di stile.
    Ma questa faccenda dell’estetica delle piazze rivela l’uomo Guglielmo Epifani, la sua scissione tra partito e sindacato come se le due componenti non potessero stare insieme nella storia del leader.
    E svela inoltre la difficoltà di sanare i dissidi di quella parte del Pd che è Cgil e che non incontra la Fiom di Landini, l’assenza di Susanna Camusso racconta anche questa storia, fatta di scissioni e tattiche interne di cui ai lavoratori e ai disoccupati non importa davvero nulla.
    L’estetica delle piazze è un concetto che offende, evoca la perdita di tempo, il nulla di fatto. Se a dirlo è l’ex segretario generale della Cgil l’offesa ha un peso maggiore: rasenta il disprezzo.
    Sabato 22 giugno a Roma ci sarà la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil. La prima manifestazione unitaria dopo tanto tempo. In agenda parole d’ordine simili a quelle che sono state dette sabato: Lavoro, equità, contratti.
    Cosa sceglierà il Pd? E che farà Epifani?
    Rinunceranno all’estetica della piazza?


    (Giovanna Profumo – galleria fotografica dell’autrice)

  • OLI 378 – ESTERI: Voci dalla stampa internazionale

    1) The Economist, 18 maggio 2013: Israele è uno Stato ebraico e gli ebrei hanno diritti superiori ed i Karaiti non sono ebrei. Se così sono visti gli ebrei karaiti, si può immaginare come sono visti cristiani e musulmani.
    Nell’articolo intitolato “Chi è l’ebreo?” si legge tra l’altro quanto segue: “Quando è che un Ebreo non è un Ebreo? Quando egli è un Karaita. O almeno così dice il capo del Rabbinato di Israele che, dopo 65 anni di relativa armonia con un’antica setta ebraica, riapre uno scisma vecchio e amaro. Negli ultimi mesi, i rabbini che lavorano per il ministero israeliano della religione hanno ritenuto invalidi i matrimoni Karaiti, multato i macellai per pretesa di essere kosher ed hanno chiesto agli uomini Karaiti che sposano donne ebree ortodosse di convertirsi, e a volte di dover subire Tavila o il battesimo. “Israele è uno Stato ebraico e gli ebrei hanno diritti superiori – dice il portavoce del capo del Rabbinato -, ed i Karaiti non sono ebrei”. “Siamo già ebrei – protesta Moshe Firrouz, un ingegnere informatico che è a capo del Consiglio dei Saggi dei Karaiti – il Rabbinato ci sta negando la nostra libertà religiosa.”
    http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21578098-old-religious-argument-once-again-rears-its-angry-head-whos-jew

    2) The Financial Times, 16 maggio 2013: Il ruolo del Qatar nella crisi siriana, come comprare una “rivoluzione” affinché non diventi una rivoluzione. Nell’articolo di Roula Khalaf e Abigail Fielding Smith si legge, tra l’altro, quanto segue: “Qatar ha speso fino a 3 bilioni di dollari nel corso degli ultimi due anni, sostenendo la ribellione in Siria, una spesa di gran lunga superiore a qualsiasi altro governo”. “Il piccolo stato con un appetito pantagruelico è il più grande donatore per l’opposizione politica, fornendo generosi pacchetti ai disertori (si parla di circa 50.000 dollari l’anno per un disertore e la sua famiglia)”.
    http://www.ft.com/intl/cms/s/0/86e3f28e-be3a-11e2-bb35-00144feab7de.html#axzz2U0q6R0Up

    3) www.cdc.gov : Il 58% delle piscine pubbliche (negli USA) sono contaminate.
    In un comunicato stampa dei CDC ( Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) in Atalanta (USA) si legge che: “Uno studio delle piscine pubbliche svolto durante la stagione di nuoto dell’estate scorsa, ha scoperto che le feci sono spesso introdotti nell’acqua delle piscine dai bagnanti.” “Lo studio ha trovato che il 58 per cento dei campioni dei filtri delle piscine esaminate sono risultati positivi per E. coli, batteri normalmente presenti nell’intestino umano e nelle feci.”
    http://www.cdc.gov/media/releases/2013/p0516-pool-contamination.html
    (Saleh Zaghloul – immagine di Guido Rosato)