Categoria: Politica

  • OLI 296: POLITICA – Il discorso di Berlusconi a Lampedusa

    da Nerone di Alessandro Blasetti, con Ettore Petrolini e altri, 1930.

    (a cura di Ferdinando Bonora)

  • OLI 296: POLITICA – Pinotti & C: lobby bipartisan per il nostro futuro

    Confesso distrazione e disattenzione, ma di fronte al titolo “Minova politica contro l’isolamento di Genova” (La Repubblica, 4 aprile) la prima cosa che mi è venuta in mente è che si trattasse di un refuso, di un lapsus di scrittura. Forse, ho pensato, intendevano manovra … Poi ho associato! L’allusione era alla nuova città invisibile del nostro futuro, MiNova = Mi(lano) + (Ge)nova, “benedetta” nei giorni scorsi da Burlando e Formigoni (La Repubblica, 30 marzo), suggestivo scenario per la intervista alla “esponente di punta del PD ligure” Roberta Pinotti, preoccupata per l’isolamento di Genova.
    Il tono è narrativo, evocativo (“… tempo fa sentii Berneschi affermare che la realizzazione delle grandi infrastrutture poteva essere anche sostenuta dalle banche”), gli scenari affascinanti: una lobby politica positiva … una lobby bipartisan … la necessità di un cambio di passo, da favorire con un invito a cena. Commensali: Roberta Pinotti, Giampiero Cantoni, Pdl, presidente della commissione difesa del Senato e di Expò 2015, Luigi Merlo e, forse, (il tentativo di coinvolgimento è ancora in corso …) Luigi Grillo “che da più di venti anni si occupa della vicenda e che a mio avviso dovrebbe diventare il promotore di un tavolo fra parlamentari liguri e lombardi uniti nella realizzazione del terzo valico”.
    Il cronista ha un dubbio: “Non rischia la Pinotti di aprire eccessivamente al centro-destra in questa operazione?”.
    “Non scherziamo!” – reagisce l’intervistata – “La situazione è così conflittuale con la maggioranza che vorrei che il governo cadesse”
    Ah, menomale. Ci eravamo impensieriti.
    Per note biografiche sul Senatore Lugi Grillo consultare Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Grillo
    (Paola Pierantoni)

  • OLI 293: CITTA’ – Domande dell’elettore, risposte della politica

    Alle lamentele del pubblico in sala – questa sinistra ha fatto errori eclatanti, e D’Alema e Bersani e vorrei che … – Concita de Gregorio, domenica 27 febbraio, replicava: Cosa ha da proporre in alternativa?
    A questa domanda corrispondeva il silenzio.
    Chi era intervenuto pareva devastato dal quesito.
    Forse non aveva ragionato sugli effetti.
    Oppure, più semplicemente, non aveva una vision politica. Privo di malizia, condivideva con la platea le proprie aspettative, più simili ad ansie calcistiche.
    Alla base – finiamo sempre lì – c’è l’assenza di corrispondenza. In sintesi la percezione che, chi è delegato a rappresentare l’elettore, non fa o non vuole fare quello per cui è stato votato.
    E se lo fa non è in grado di comunicarlo.
    E’ un problema nodale.
    Se la politica agisce bene deve condividere le proprie azioni con i cittadini. Se, invece, pare in balìa di interessi economici o di lobby deve avere il coraggio di replicare e difendersi.
    Assodato che la città di Genova e la Regione Liguria sono governate dal centro sinistra, prendiamo atto che è molto difficile per il cittadino digerire l’aumento del biglietto del bus a 1.50 euro insieme al taglio delle corse.
    A Milano il costo rimane di 1 Euro a fronte di un servizio assai maggiore. Inoltre è possibile utilizzare i biglietti vecchi ancorché scaduti.
    Non viene spiegata ai cittadini la scissione tra i consiglieri di maggioranza sull’Acquasola. E rasenta il ridicolo sapere che solo lunedì  7 marzo si è reso necessario un sopralluogo della Commissione urbanistica al parco per verificare soluzioni alternative alla revoca della concessione alla Sistema Parcheggi. Che la politica praticata sia frutto di paziente tessitura lo dimostrano in allegato i documenti sottoposti al voto in Consiglio comunale nelle ultime due settimane. Ma che la tessitura non sia sufficiente lo evidenzia il fatto che il caso Acquasola sia ancora all’ordine del giorno e fonte di scontro all’interno della maggioranza in comune.
    I soggetti politici coinvolti non hanno spiegato con sufficiente chiarezza le vicende Ist ed Ospedale Evangelico, insieme al buco di bilancio dell’Albergo dei poveri – stimato a 50 milioni di euro – con l’inchiesta sulla vendita delle case, e il nuovo progetto edilizio della Valletta Carbonara.
    Sul bilancio del Brignole ha gravato negli anni anche un’applicazione di tariffe per malato insufficiente a coprire i costi – OLI 13 maggio 2009 n. 225 – con tariffe di molto inferiori al quelle di altri istituti convenzionati.
    Cosa ha da proporre in alternativa? – chiedeva Concita de Gregorio – all’elettore deluso, tagliando la questione sul nascere.
    La politica della chiarezza, della coerenza e dell’ascolto – avrebbe potuto rispondere lui.
    Ci vuole così tanto?
    Documento 2
    (Giovanna Profumo)
  • OLI 293: LETTERE – Il famigerato sonetto dello Pseudo Belli

    Anonimo ha lasciato un bel commento chiarificatore in merito al post
    OLI 287: POLITICA – Mignottocrazia alla romana
    Riteniamo che meriti visibilità e lo proponiamo quindi tra le Lettere, invece che relegarlo in calce a quell’articolo.

    Potenza del web! Il sonetto (in versione non corretta e originariamente senza alcun titolo) è di mio fratello M.G., il quale, in una mail inviata il 23 novembre scorso a 24 tra parenti stretti ed amici, aveva premesso scherzosamente le seguenti parole: “Carissimi, nelle mie peregrinazioni in vecchie biblioteche ho trovato un inedito belliano. Mi ha colpito subito il livello assai più basso del sonetto rispetto alla produzione del grande Belli, tant’è che ho pensato all’opera di un suo rozzo e tardivo imitatore. D’altra parte come si dice: ’Quandoque dormitat Homerus noster’ Dormicchia talvolta il nostro Omero; poteva dormicchiare anche il nostro infaticabile Belli. Comunque, al di là dell’attribuzione, ve lo mando, se non altro come testimonianza di un’epoca”.
    Poi tutto si è ampliato in progressione geometrica. Può interessare quanto ha scritto recentemente all’autore del sonetto uno dei più grandi studiosi di Belli: «Certo però evidentemente sei riuscito a intercettare un qualcosa che accomuna molte persone: di questo stavo scrivendo a una collega d’università, come cioè la diffusione ‘orale’ (in questo caso virtuale) e anonima sia irresistibile. Ed è buffo che adesso invece si sa chi è il famigerato anonimo… C’è da riflettere su quello che ti dicevo: perché una cosa come il tuo sonetto si è così diffuso, e anonimo, anzi gabellato per cosa di Belli? Perché riflette un “sentimento” comune e riesce a dire quello che tanti sappiamo? Perché la poesia, soprattutto quella in dialetto, “sembra” più libera di esprimersi? Perché l’anonimato (come succede per le favole, per le barzellette, e a pensarci bene anche per le parole) è più forte e potente?».
    Analogamente al Vero Belli che consegnò a Monsignor Vincenzo Tizzani i suoi sonetti romaneschi per custodirli in una cassetta, con la disperata richiesta di bruciare tutto ad una prima, improbabile occasione, anche lo Pseudo Belli continua a farlo con me, Novello Monsignor Tizzani, e mi chiedo perché non li diffonda o non li bruci lui stesso.
    Comunque, al di là degli altri 48 (più o meno su temi analoghi) che intercorrono tra quel primo equivocato sonetto che ha suscitato tante reazioni e il cinquantesimo, al di là della ventina di sonetti ancora successivi, preso atto che cercando con Google l’ultimo verso di quell’ormai famigerato primo sonetto vengono fuori, attualmente, circa 40.000 risultati, e constatando che c’è anche qualche pubblicazione cartacea che lo diffonde a firma Giuseppe Gioachino Belli, mi sembra doveroso rendere pubblico almeno il citato 50° sonetto:

    50 – L’equivoco

    Ce sta quarche cervello sopraffino,
    che letti du verzacci scritti in fretta,
    ha penzato, je piji na saetta,
    a la mano der Massimo Gioachino.

    Uno sbajo accussì, bestie da soma,
    è come scambià er giorno co la notte,
    come pijà le sante pe mignotte,
    come scambià la Lazzio co la Roma.

    A parte er fatto che sti pochi verzi
    a paragon de Belli è robba sciapa,
    li fatti che s’allude so diverzi.

    Na scusa c’è pe ste teste de rapa:
    osserveno, e pe questo se so’ perzi,
    che come allora ce comanna er papa.

    E questo,come diceva padre Dante, ” fia suggel ch’ogn’uomo sganni.”

  • OLI 291 – SOCIETA’ – L’8 marzo che vorrei

    Vittorio Lingiardi, a Genova lo scorso 25 giugno durante un convegno sull’omogenitorialita’ ricordava come fosse stato fondamentale il ruolo delle donne nell’evoluzione dello stato sociale, non con un’accezione esclusivamente sessista, ma ampiamente democratica, che investisse le garanzie di tutti, uomini, donne, bambini, la famiglia, la salute, il lavoro. I diritti della societa’ e di tutti i suoi membri senza distinzione, facendo emergere problematiche volutamente sommerse.
    Negli ultimi tre anni la nostra citta’ ha ospitato e dato vita a tre momenti di partecipazione significativi, il 2009 ha visto il gay pride con la sua parata colorata e multi partecipata da genitori, figli, sostenitori della liberta’ di esprimere cio’ che si e’, curiosi stimolati non solo dal folklore. Il 2010 ha visto il primo sciopero dei migranti, un volto al sommerso, ma anche emerso come chi quotidianamente chiude un cantiere, accudisce con dignita’ un anziano parente, e’ ormai parte delle truppe dell’esternalizzazione aziendale. Il 2011 un appuntamento più grande, il 13 febbraio, piazza e strade affollate per un dignita’ civile di tutti, non solo delle donne toccate dall’affaire Ruby e dal push up o la microgonna come passaggio obbligato per scatti di livello e falsi diritti incipriati. La trasversalita’ dell’appuntamento del 13 e’ passata di bocca in bocca. Ma come darle vita, ragion d’essere, continuazione? Trovare una data emblematica? Perche’ non un 8 marzo trasversale, una data nella quale delle donne sono morte prive di diritti, ma hanno dato il via alla battaglia per i loro e quelli di tutti. Un 8 marzo migrante, che parli millelingue, che sia gblt e eterosessuale, uomo e donna e bambino a difesa di diritti acquisiti, primo di tutti al lavoro ed ad uno stato sociale che volutamente si sta facendo a pezzi.

    (Maria Alisia Poggio)

  • OLI 291: POLITICA – Concita de Gregorio: Il tempo della responsabilità

    “Comunichiamo che le sedie le stanno portando, quindi non entrate nell’altra sala”, esorta una voce al microfono.
    Domenica 27 febbraio il Salone del Maggior Consiglio alle 17.15 è a tappo. Ritardatari annusano gli spazi in cerca di un posto. Una signora riflette che sarebbe stato meglio fissare l’incontro al Carlo Felice. Un uomo si innervosisce nel vedere le sedie che occupano il corridoio vuoto davanti a lui, si lamenta per la mancanza di sicurezza. Ma poi si placa.
    La sala assume i connotati di un’aula magna. Alcuni prendono posto per terra. Concita de Gregorio è a pochi metri. L’asta di un microfono cede e viene sostituita.
    E l’incontro decolla.
    A programma la responsabilità. La direttrice de L’Unità spiega che, come un qualsiasi ragazzo, è andata su internet e ha digitato “responsabilità”: 19 milioni di risultati in 0,10 secondi. Poi su Wikipedia che dice: “La responsabilità può essere definita come la possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione”.
    Sulla stessa pagina la sezione responsabilità politica è vuota. L’invito al lettore è di aiutarli a scriverla.
    Concita de Gregorio parla di libertà, che non è proprio tornaconto personale, e affonda sulla memoria che si esercita su istruzione e conoscenza, perché “per la responsabilità ci vuole memoria”. Pasqual Maragall, socialista, sindaco di Barcellona, nel dichiararsi affetto da Alzheimer si è definito “malato di lusso” perché chiunque, conoscendolo per strada potrà riaccompagnarlo a casa. Concita de Gregorio si sofferma sulla crudeltà della malattia. Sull’impossibilità per un uomo, che ha fatto della conoscenza la sua vita, di dare un nome alle cose, definendo un libro per quello che è. Ma Pasqual Maragall ha spiegato che l’Alzheimer non è solo la sua malattia, è la malattia del secolo, l’incapacità di tenere insieme il prima e il dopo.
    Difficile oggi spiegare la cosa ai bambini, per i quali, con gli ovetti Kinder “è Pasqua tutti i giorni”. Privati quotidianamente da attesa, speranza, timore. E responsabilità delle proprie azioni.
    Difficile anche spiegarla a Lele Mora che definisce ciò che accade “il sistema”. Ma lei fa presente “che c’è sistema e sistema!” e porta ad esempio il Venezuela dove si è scelto e voluto arginare povertà, prostituzione, e droga mettendo nelle mani di ogni ragazzo uno strumento musicale. Un lavoro di trenta’anni, un progetto politico. Diverso da quello di Mora che non si assume la responsabilità di quello che sarà dei cittadini tra dieci anni.
    Secondo Robert Fisk, Gheddafi, pochi giorni fa, il paese al tracollo, ha chiesto di farsi un lifting. Nella dittatura di un’estetica che impedisce di invecchiare e cancella dal volto anche le proprie responsabilità. Ma Concita de Gregorio ricorda Anna Magnani che invitava i suoi truccatori a non coprire le rughe, perché ci aveva messo una vita a farsi quella faccia.
    Poi rammenta un cartello alla manifestazione del 13 febbraio: “BASTAVA NON VOTARLO”. Concita de Gregorio plana così sulla responsabilità dei singoli.
    Tra gli interventi dei presenti da segnalare quello di una non udente. Ha spiegato a tutti il gesto con il quale si definisce nel loro linguaggio la parola responsabilità. La mano destra si appoggia sulla spalla sinistra. E’ farsi carico. Avere a cuore.

    Di seguito il link all’appello per la scuola pubblica promosso da L’Unità http://www.unita.it/scuola/la-scuola-e-di-tutti-sconfiggere-le-menzogne-1.274426

    (Giovanna Profumo)

  • OLI 291: POLITICA – Berlusconi tra gay, comunisti e la Sora Cesira: la tragedia di un uomo ridicolo

    La Sora Cesira, geniale mix di inventiva e bravura tecnica divenuta ormai un Cult della satira, dopo l’esilarante The Arcore’s nights (ridoppiaggio di Grease ispirato al caso Ruby, con John Travolta e Olivia Newton-John imitati e sottotitolati in inglese maccheronico) ci ha regalato ora Gay, parodia del musical A Chorus Line, prendendo spunto dalle recenti esternazioni del presidente del Consiglio per ingraziarsi l’elettorato cattolico e le gerarchie ecclesiastiche.
    La risata come nuova resistenza, per non abbassar la guardia e poter continuare almeno a ridere. Si ride, ma è un riso amaro, su chi ha ridotto l’Italia a zimbello del mondo e su cui il resto del mondo ride.

    I momenti salienti del grottesco comizio di Berlusconi su comunisti, scuola, famiglia, gay ecc. al congresso dei Cristiano riformisti a Roma:

    Per saperne di più sulla Sora Cesira,
    con i suoi video, compreso The Arcore’s nights
    http://lasoracesira.blogspot.com/

    (a cura di Ferdinando Bonora)

  • OLI 291: POLITICA – Quant’ è bello il “millederoghe”

    Approvato il “milleproroghe”con iter ormai consolidato, ovvero il Governo ha blindato il Parlamento, che a sua volta ha sequestrato il Presidente della Repubblica, pena scadenza dei termini per tempi ristretti, e il decreto è quindi passato. A nulla serve denunciare che fondi dall’assistenza ai malati di cancro sono stati spostati per accontentare gli evasori quote latte (e già la Ue annuncia altre sanzioni), che gli abitanti delle regioni alluvionate o terremotate potranno essere più tassati per la ricostruzione, che slitterà ancora la dismissione delle partecipate pubbliche (ma solo per i Comuni con meno di 50mila abitanti, gli altri continueranno e così vedi a Roma Parentopoli), che in Campania si potrà aumentare la benzina per problema rifiuti (sic!) e dove per un sussulto di decoro non si sono rinviati gli abbattimenti di abitazioni abusive…
    Tanti sono i “desiderata” di Governo e Parlamento: uno sfacciato millepiedi.
    Sembrerebbe più omogeneo il materiale come voleva il Capo dello Stato, ma comunque non sfugge che il placet ultimo pare ormai un timbro notarile, nonostante gli sforzi del saggio Presidente.
    E non solo deputati e senatori si sfregano le mani, pure in festa i Comuni, che fino al 2012 potranno utilizzare ancora il 75% degli oneri di urbanizzazione per la copertura di spese correnti ordinarie, cioè spendere come si vuole tali entrate, risorsa essenziale per gli enti locali, che si affannano a rivedere piani urbanistici, cercano projet financing per aree dismesse, porticcioli, alberghi, box: un gran da fare per il mattone insomma. Altrimenti, a sentire gli amministratori, nisba opere pubbliche, visti i tagli e la scoppola dell’Ici sottratto.
    Però. Nel decreto mille proroghe si è introdotta anche una nuova scadenza per denunciare le famose case fantasma, segno che i cittadini non sono tanto solerti a rendere noto il rustico.
    O i Comuni a cercare. Secondo l’Agenzia delle Entrate si sono recuperati 115 milioni di euro (Sole 24 ore , 23 febbraio 2011) con i 450mila accertamenti effettuati, che hanno permesso di censire al catasto edilizio 570mila unità immobiliari, precedentemente dichiarate “fabbricati rurali”. In termini di Ici un incremento per i Comuni, considerando che ben poche sono prime case e che gli immobili certi da verificare sono quasi un milione.
    Forse il “premio” è un po’ bassino: se oggi infatti per gli enti locali il gettito spettante dal recupero è al 33%, con il Federalismo dovrebbe salire al 50% e addirittura al 75%, se derivante dall’accatastamento di immobili fantasma. Che dire, impegnatevi, Comuni, il gioco vale, un bocconcino che dovrebbe far gola ma non per tutti è così.
    Sembra a tutt’oggi che i Comuni appaiano quasi “svogliati”nella lotta all’evasione in generale, secondo un monitoraggio delle azioni intraprese sul territorio. Nel Nord Ovest ad esempio soltanto 13 comuni del Piemonte e nessuno in Valle d’Aosta, hanno siglato un’intesa con l’Agenzia delle Entrate, mentre in Liguria solamente 34 comuni su 235 hanno partecipato ai corsi formativi, nonostante l’accordo fra Anci ed Entrate.
    Fa eccezione Genova, passata dai 9 milioni del 2008 agli 11 milioni attuali di recupero Ici e che comunque con la futura imposta unica municipale del Federalismo perderebbe il 22% delle entrate perchè avrebbe meno trasferimenti dallo Stato: in cifre assolute oggi al capoluogo ligure arrivano 261 milioni di euro, la nuova Imu ne produrrebbe 204.(La Repubblica , 27dicembre 2010)
    Così se le altre città del Nord saranno premiate Genova piangerà, mentre ride Imperia, seconda a Olbia a livello nazionale: sul suo territorio c’è tra l’altro una forte presenza di seconde case, che producono reddito, tanto da arrivare con la nuova legge ad un incasso maggiore del 122% , avvantaggiata per l’alta base di quota immobiliare della nuova imposta.
    I cittadini genovesi continueranno a pagare la stessa irpef sul reddito da fabbricati, imposta di registro, ipotecarie ed eventuale cedolare sugli affitti e se vorranno mantenere gli stessi servizi probabilmente dovranno sborsare di più.
    Intanto il “nero” corre in Italia, 132 miliardi di evasione, dal commercio all’edilizia, dieci finanziarie e si blinda in Parlamento anche il Federalismo.
    (Bianca Vergati)

  • OLI 291: LETTERE – Tavola provinciale della pace a Genova

    Miei cari,
    sarei ben lieto che, tramite voi, venisse diffusa la notizia che nella nostra provincia di Genova è in corso di costituzione la “Tavola provinciale per la pace”.
    In collegamento con la Tavola nazionale di Perugia, ma in autonomia, essa sarà il “forum di elaborazione delle politiche di promozione della pace, della gestione dei conflitti, dell’educazione ai diritti umani” nella provincia di Genova, in cui quindi Cittadini, Immigrati, Istituzioni, Mondo scolastico, Sindacati avranno uno spazio condiviso e riconosciuto.
    Sul sito http://www.unimondo.org/Notizie/Appendi-alla-tua-finestra-la-bandiera-della-pace trovate un appello che enuncia il “taglio politico” dell’impegno della Tavola nazionale che, come noto, è nata nel Sacro Convento di Assisi nel gennaio 1996, dopo la Marcia Perugia-Assisi del 1995 che, assieme all’esperienza dell’Assemblea dell’ONU dei popoli, ha rappresentato un salto in avanti per contenuti e per dimensioni rispetto alle Marce che avevano avuto inizio nel 1961 per iniziativa di Aldo Capitini (hhtp://www.perlapace.it ).
    Quest’anno, quindi, siamo nel 50° della prima, e numerose sono le iniziative ad hoc
    Spero si possa collaborare su tutto ciò.
    Cordialità vivissime
    (Angelo Cifatte)

  • OLI 289: PAROLE DEGLI OCCHI – Genova faziosa e radical chic

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    “Una mobilitazione faziosa, una vergogna!”
    L’ira di Berlusconi per la manifestazione delle donne (e uomini) di domenica 13 febbraio si aggiunge al grottesco commento di Mariastella Gelmini che ha farneticato di “solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne”.
    Per controbattere, stavolta bastano davvero soltanto le parole degli occhi: non occorre aggiungere altro alla potenza di immagini che parlano da sole.
    Foto di Giorgio Badi (GBa) e Giorgio Bergami (GBe)