Quest’anno non ricorrono soltanto i quarant’anni della rivoluzione studentesca o della primavera di Praga. Sono infatti 60 tondi gli anni di vita della Costituzione della Repubblica italiana. L’1 gennaio 1948 diventava legge quel grande patto laico, tra cattolici, liberali, socialisti, nato dalle ceneri della guerra e garante da allora d’un sufficiente grado di concordia e di benessere.
Pochi mesi dopo, il 10 dicembre, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottava la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, prima pietra di quel sistema di leggi internazionali che ha assicurato, almeno ai paesi dell’Occidente, un periodo senza guerre che non ha precedenti nella storia dell’umanità.
L’Associazione Nazionale Magistrati ed il Comitato per lo Stato di diritto dedicano perciò a questi eventi la settima rassegna di film “I diritti di tutti”.
Categoria: Diritti umani
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Rassegna cinematografica: I diritti di tutti
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G8/1 – Tortura, un marchio su Genova 2001
Quando nel 2001 a Bolzaneto uomini e donne della legge hanno mortificato, violentato e torturato era passato solo un anno dalla approvazione a Bruxelles della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. L’articolo 4 della Carta recita “Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a trattamenti inumani o degradanti”. Il catalogo compilato dai magistrati genovesi circa i fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto e le notizie che ne ha dato la stampa non lasciano dubbi: a Bolzaneto la tortura c’è stata, non casuale ma programmata e di gruppo.
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G8/2 – Quei mandanti politici non tanto misteriosi
Che l’Avvocatura dello Stato sia stata autorizzata a presentare pubbliche scuse al processo G8 in corso a Genova, per le torture (anche se il codice le chiama diversamente) avvenute nella caserma-prigione di Bolzaneto, è un segnale che qualcosa si muove. Così almeno viene letto da chi vuol credere ostinatamente nelle istituzioni, dopo la lunga sequenza di fatti che fanno perdere ogni fiducia: basti pensare non solo all’impunità assicurata (è ormai prossima la prescrizione dei reati), ma alle promozioni che hanno premiato tutti, nessuno escluso, i funzionari responsabili di tante efferatezze.
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G8 di Genova – Non sadismo privato, ma lezione politica
Si dice che i genovesi sono gente discreta, che non ama apparire. Figuriamoci cosa devono aver provato in questi giorni con il rilievo dato dalle pagine nazionali di Repubblica ai fatti di Bolzaneto. A cominciare da martedì 18 marzo – pezzi di D’Avanzo e Calandri e una nota dell’ex presidente della Corte costituzionale Onida – per proseguire mercoledì 19 – ancora D’Avanzo e Calandri – e poi giovedì 29 – commento di Antonio Cassese, ex presidente del Tribunale Internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia – infine venerdì 21 – intervista di D’Avanzo al ministro Amato, Repubblica ha offerto ai lettori molto prezioso materiale su cui riflettere. Cose note in città grazie anche alla redazione genovese di Repubblica che in tutti questi anni non ha mai perso di vista i procedimenti giudiziari che hanno interessato il G8.
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Indulto – Tra sostegno e ritardi
A diciotto mesi dall’applicazione dell’indulto un detenuto su tre è tornato in carcere, ed in alcune situazioni la percentuale è ben più alta. A sentire gli addetti ai lavori uno dei problemi principali è rappresentato da chi commette reati, inizialmente di minore entità e poi via via crescendo con il tempo, che si trova in una situazione di disagio sociale ed economico, privo di una rete di sostegno, di un lavoro, di una famiglia, in situazioni di tossicodipendenza o di clandestinità. Sul Secolo XIX di venerdì 22 febbraio una buona notizia: 27 detenuti sono stati inseriti presso 15 aziende nell’ambito del progetto “Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto”, promosso dai ministeri del Lavoro e Previdenza sociale e della Giustizia. Ne parla Milò Bertolotto, assessore provinciale con delega alle carceri, sottolineando alcune difficoltà, fra le quali spicca “che quando il provvedimento è stato emanato l’indulto già c’era stato, e chi era uscito non era al corrente dell’opportunità lavorativa”. Nell’ultimo anno, dopo alcuni incontri per la stesura del curriculum e la ricerca del lavoro promossi dalla Provincia, si è arrivati all’inserimento lavorativo di 27 persone, che, in quanto detenuti, hanno poche opportunità di stabilizzazione professionale e molte di restare in quel giro di reiterazione del reato che ha riportato in carcere un detenuto indultato su tre. E’ sicuramente una buona notizia, ma non esime dal chiedersi come mai sia stato approvato l’indulto e i finanziamenti per il reinserimento dei detenuti beneficiari dell’indulto siano arrivati mesi se non un anno dopo, costringendo gli operatori del carcere ad andare a cercare dopo molto tempo i detenuti indultati, e quando ormai un terzo di essi sta tornando dentro.
(Maria Cecilia Averame) -
G8 – A chi fa male la verità
I 50 mila in corteo del 17 novembre sono serviti prima di tutto a riaffermare di fronte a tutta l’Italia che la questione del G8 2001 non è roba che si potrà confinare nella cronaca cittadina.
In causa c’è la verità su quello che avvenne a Genova tra il 19 e il 22 luglio 2001: la verità storica di cui la verità giudiziaria è solo un aspetto sia pure significativo. In causa c’è anche il buon senso. Il buon senso è quello che aveva spinto a leggere quei fatti non solo come manifestazione di una repressione cieca e bestiale ma come un progetto provocatorio finalizzato a qualcosa che forse non si era realizzato. Da allora, dall’estate 2001, la ricerca della verità è rimasta nelle mani di pochi giornalisti, dei magistrati, di alcune associazioni (ad esempio “verità e giustizia”), di gruppi di legali e di alcuni singoli non disposti a lasciarsi massacrare in nome della democrazia. Assenti di riguardo il parlamento e i partiti. -
Intervista – Genova G8: democrazia alla prova
Il comitato “Verità e Giustizia per Genova” organizza un incontro pubblico sul tema “Genova G8: democrazia alla prova”.
Il giornalista di Diario Mario Portanova intervista Livio Pepino, magistrato di Cassazione, membro del Consiglio superiore della magistratura (Csm), il sabato 24 novembre alle ore 16.30 presso il Teatro della Gioventù, Sala Barabino (via Macaggi 92A rosso, Genova) -
Tolleranza zero – Con Rambo ritornano le pene corporali
Il merito, mai abbastanza riconosciuto, va alla diretta se qualche frammento di realtà scomoda riesce a filtrare attraverso le maglie di opportunismi e servilismi mediatici, per arrivare fino agli occhi dell’opinione pubblica. Pensiamo alle riprese di cameramen e fotoreporter durante il G8, sequenze di volti tumefatti e teste sanguinanti riproposte da Santoro nell’ultima puntata di “Anno zero”, ma consideriamo anche le cariche con insistenti manganellature negli stadi calcistici: esplosioni di violenza istituzionale a dir poco sconcertanti.
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Migranti – Le stragi alle porte di fortezza Europa
Le notizie di sbarchi clandestini di migranti sulle coste italiane sono diventate routine. Alcune tragedie, alcuni arrivi numericamente cospicui riescono ad occupare le pagine dei giornali e a richiamare l’attenzione su quello che è in realtà uno stillicidio di morti che continua da un ventennio. L’ultimo episodio è il naufragio di due imbarcazioni (una sulle coste della Calabria, l’altra in Sicilia) che tra il 27 ed il 28 ottobre ha causato 27 vittime ed un numero indefinito di dispersi.
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Espulsioni – A dispetto degli ariani siamo in Europa
Non è una vocazione, ma spesso una necessità professionale per chi fa il giornalista quella di incalzare, anziché compiacere l’intervistato, insomma fare il rompiscatole per poter cavare qualche straccetto di verità dal buco del dico e non dico. L’ultimo esempio è venuto da “la 7”, Gad Lerner alle prese con Franco Frattini, vicecommissario europeo, disposto a parlar di tutto meno che rispondere alla domanda centrale: l’UE consente o no le espulsioni di massa dei romeni che sono invocate a gran voce dall’Italia reazionaria capeggiata da Bossi-Fini-Cavaliere?