Categoria: 143

  • VERSANTE LIGURE

    SENZA FINE
    Di esser perituri

    ci spiace, però poi

    Biasotti sopra ai muri

    dice “Sempre con voi”.

    L’eternità: sicuri

    che non sia un male mai?


    Enzo Costa
    enzo@enzocosta.net
    www.enzocosta.net

  • Bagnasco – Tra silenzi e grida muove la crociata

    L’ultima puntata è arrivata ad “assimilare” il dissenso al “terrorismo”, una svolta risoluta nella guerra di religione che si vuole ostinatamente aprire, soprattutto a livello mediatico (la maggioranza di lettori e non lettori in realtà fa spallucce). Ma per capire dove stiamo andando, può essere utile ricordare come questa storia è cominciata, a Genova: con una scritta sul portone della cattedrale, “Bagnasco vergogna”, che da discutibile espressione di protesta per la posizione assunta sui Dico dal presidente Cei, è diventata una sorta di “attentato” nell’enfatizzazione che ne è seguita. Titolo urlato dopo titolo, la montatura è arrivata a turbare qualche psicolabile, come dimostra il messaggio, con allegato proiettile, inviato da un mentecatto, unendo slogan brigatisti a richiami nazifascisti.

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  • Casa America – La giuria italiana è più imparziale

    In merito alla nostra nota “Concorsi – Sguardo senza voci a Casa America” del 18 aprile (OLI 141) riceviamo.
    Esordio informativo imbarazzante quello della sigla OLI (niente di meno che Osservatorio Ligure sull’Informazione) verso Casa America. Il problema non è la critica, ma appunto la completezza dell’informazione e la sua oggettività.
    Quella della Fondazione Casa America è la prima iniziativa del genere non solo in Liguria, ma in Italia, ed è pienamente riuscita. È troppo chiedere di raccontarla prima di criticare o è meglio, seguendo un antico vizio, tanto per non sbagliare, sparare comunque su ciò che viene fatto?

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  • Immigrati – Un progetto contro il marciapiede

    A Genova dal 2000 opera il progetto “Sunrise” il cui scopo è quello di “aiutare le persone vittime del traffico a scopo di sfruttamento sessuale”. Il progetto è finanziato dal ministero delle Pari Opportunità e dalla Regione, e attuato dal Comune di Genova attraverso una rete di soggetti: case di accoglienza, cooperative sociali, mediatori culturali, servizi pubblici per la tutela della salute e per l’inserimento lavorativo, sportelli per gli immigrati, centri di formazione professionale, centri scolastici territoriali. L’obiettivo è quello di fornire alle ragazze e alle donne coinvolte nel racket della prostituzione, ascolto, alloggio, sostegno psicologico, e opportunità di formazione e di inserimento lavorativo. Per le straniere aderire a questo percorso vuol dire anche riuscire a ottenere il permesso di soggiorno.

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  • 1° Maggio Fiom – Gli slogan sull’unità e la realtà Ilva

    Martedì 1° maggio Francesco Grondona – segretario Fiom – ha inviato un appello su Repubblica-Lavoro in cui invita all’unità tutti i lavoratori. Ci piace e ci rassicura. Perché è il segno che siamo in democrazia e la libertà di pensiero è salva.
    “Una vecchia canzone operaia”, scrive, “definiva il primo maggio come il giorno di chi crede nel futuro con lotta e coraggio. Questo deve essere il senso che ancora oggi deve avere il primo maggio”. Dopo questo incipit passa all’analisi, davvero desolante, del lavoro dipendente “relegato ai margini della società stessa, dimenticato ed oscurato da una politica spettacolo, che francamente offre uno spettacolo schizofrenico della politica” ricordando che “la lotta per la difesa dei lavoratori è più attuale che mai”. Cita la mancanza di sicurezza, le buste paga più basse d’Europa, gli infortuni, la richiesta continua di flessibilità e la precarietà, indicando quelle sacche che subiscono tutto questo come la nuova linfa dalla quale il sindacato trarrà energia. Infine, con un approccio alla difesa della pace e alla lotta contro le guerre capitaliste, chiude con la parola d’ordine “lavoratori di tutto il mondo unitevi”, “divisi i lavoratori sono un numero, uniti sono una forza”.

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  • 1° Maggio in Tv – I tempi della cronaca e quelli della storia

    A quella cronaca quotidiana che cerca, giorno dopo giorno, di portare il suo mattone alla costruzione di una versione possibilmente veritiera delle più oscure vicende nostrane, viene spesso rimproverata una sorta di impazienza, di volersi sostituire alla storia, cui solo spetta col tempo, decantati i fatti e sbollite le passioni, dire una parola certa, definitiva. Resta da capire però che cosa succede quando il percorso si inverte e sono gli storici, sulla base di dati documentali, a scoperchiare segreti dell’antistato, rimasti per decenni sepolti, inaccessibili. In questo caso come mai l’informazione stenta a recepirli, quasi preferisse lasciarli chiusi nei libri, dove, com’è noto, pochi vanno a leggere?

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  • Dopo il 25 Aprile – Pertini: liberi fischi in libera piazza

    E’ passata qualche settimana ma la domanda resta attuale: il 25 aprile può ancora insegnare qualcosa? Noi anziani crediamo di sì. Se non altro il giusto approccio con i giovani contestatori da parte di chi la resistenza l’ha fatta ed ha sofferto la deportazione.
    Significativi, a questo proposito, tre articoli nella cronaca locale del 27 aprile di Repubblica. “Il grande vecchio baciò i ragazzi – c’è ancora bisogno di antifascismo”, che riepiloga l’approccio dell’avvocato Ricci con alcuni giovani contestatori. Il trafiletto “La polemica” che riporta ulteriori valutazioni di Cofferati: “Scelta organizzata non goliardia”. Infine la rubrica “L’opinione”, che contiene la valutazione di Zara: “In quei fischi l’ignoranza della nostra storia”.

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  • Censura all’Università – Ergo sum disturbatore, quindi blasfemo

    Scriviamo dalla redazione di Ergo Sum, mensile recentemente attaccato dall’edizione genovese de “Il Giornale”, i cui articoli hanno portato alla decisione di Università e Provincia di interrompere i finanziamenti per il nostro periodico a causa di contenuti “blasfemi”. Accusati di non corrispondere al progetto da noi proposto, la nostra difesa verrà dai lettori, da coloro che possono verificare TUTTO il lavoro da noi svolto da due anni a questa parte. Invitiamo pertanto a consultare il nostro spazio su http://www.work-out.org/ergosum/ e il sito http://www.beriocafe.it al fine di permettere ad ognuno di farsi un’opinione sulla questione scaricando il nostro periodico in pdf. La nostra battaglia per la libertà d’espressione è appena iniziata. Ringraziamo tutti coloro che ci stanno sostenendo per difendere l’articolo 21 della costituzione italiana: “tutti hanno diritt o di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
    La redazione di Ergo sum

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  • Cartoline – Da dove si comincia con la legalità

    Gran bella città Berlino. Assolutamente vivibile. Servizi funzionanti, verde. Salari e stipendi mediamente più alti dei nostri e costo della vita inferiore, in particolare per gli affitti e il mangiare. Trovi appartamenti a trecento euro al mese. In un asilo nido il costo è di circa settanta euro al mese, ma se in famiglia c’è un solo reddito o se i figli sono più di uno è gratuito. E infatti in giro vedi un sacco di bambini, senza bisogno delle prediche sulla famiglia di Ruini e della Binetti. In compenso non hanno i Cimoli e i Tronchetti “dell’infelicità”, tanto meno quello di Arcore. Poveretti, saranno tristi! Soprattutto i giovani! Perciò l’amministrazione mette a loro disposizione centri di aggregazione, di svago e di socializzazione. Da noi si chiamano sociali e per averli bisogna occuparli, anzi okkuparli. Questione di latitudine. O forse no.

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