TORNA A CASA MUSSO
Piantato aveva in asso
il popolo perplesso
“Mi assento, non mi eclisso!”
lui via, e Tursi rosso:
ma or tornato è Musso!
(pazienza, fa lo stesso).
Enzo Costa
enzo@enzocosta.net
www.enzocosta.net
TORNA A CASA MUSSO
Piantato aveva in asso
il popolo perplesso
“Mi assento, non mi eclisso!”
lui via, e Tursi rosso:
ma or tornato è Musso!
(pazienza, fa lo stesso).
Siamo arrivati a luglio. Ancora? Ancora in piazza Alimonda? Sì, certo. Smetteremo quando ci avranno dato un processo, quando avranno offerto qualche sprazzo ampio di verità e non solo quei lumini che si sono accesi sotto il buio dei silenzi, degli imbrogli, delle smentite, delle reticenze, delle omertà. E continuiamo a farlo non per Carlo, al quale bastano l’affetto e il ricordo di coloro che lo hanno conosciuto, di quanti hanno voluto capire ciò che è successo a Genova, delle persone oneste e pulite di questo Paese: continuiamo a farlo, appunto, per il Paese, per i suoi cittadini, per i loro diritti.
Più che un convegno, un appello a favore della “realizzazione del terzo valico che si trascina ormai da troppo tempo, mettendo in discussione il futuro stesso della città di Genova, della Liguria e dell’intero Nord Ovest”. Organizzato da “La Maona” il 9 luglio, il convegno “Terzo Valico e dintorni” ha registrato significative adesioni di rappresentanti delle istituzioni (sindaci e assessori di molti comuni e delle regioni Liguria e Piemonte, Autorità portuale), dell’Assindustria e della Camera di Commercio.
E’ stato un convegno “bipartisan”, all’insegna dell’armonia e del bon ton, dove poteva perfino far piacere vedere seduti uno accanto all’altro i senatori Grillo (FI) e Mazzarello (Ds) che si scambiavano complimenti anziché recriminazioni.
Eppure, il convegno “Terzo Valico e dintorni” non è stato una semplice passerella.
Il tracciato: “connessione tra porto e retroporto” (Maresca), ma un retroporto che ancor oggi non si sa dove sarà. Il finanziamento: accantonato il “miracoloso” piano dei privati di un prestito a interessi maggiori di quelli correnti (“proposta molto carente”, assessore della regione Liguria Merlo), restano per ora solo i soldi che lo Stato non ha (quelli provenienti dal federalismo fiscale nella versione Burlando, il cosiddetto “extra gettito portuale”, sarebbero pure soldi dello Stato).
Novi: “Con il mio lavoro recuperati 11 milioni di euro. Mi muovo per il porto, ma a qualcuno arreco disturbo” (Repubblica-Lavoro, 17 luglio 2007). E’ la ragione per cui nel 2008, a fine incarico, Novi tornerà a casa. Durante il suo incarico non ha trovato il favore dei governi di centro sinistra: regione, comune e provincia, e si è fatto nemici tra quelli che l’avevano proposto. La sua iniziativa per vederci chiaro nelle concessioni (che ha avuto conferme clamorose a livello giudiziario) e il conseguente scontro con Carena, il potente segretario del Consorzio, e con il gruppo di funzionari che a lui facevano riferimento, lo ha isolato. Il suo entusiasmo per il waterfront di Piano – osteggiato, sin dall’inizio, da riparatori navali, terminalisti, armatori, agenti e altre categorie – lo ha messo definitivamente ai margini. Il suo ciclo è dato ormai per concluso.
In epoca di dichiarazione dei redditi assisto ai disagi fiscali, sconfinanti nel dramma, dei miei giovani amici con partita IVA. Tre architetti sui trenta anni, tutti ex compagni di corso che oggi svolgono, in diversi studi professionali, un lavoro oggettivamente dipendente per redditi netti che si aggirano sui 1200 euro al mese, ed una grafica che sbarca il lunario affiancando alla sua attività libero professionale quattordici ore settimanali di supplenza in due scuole (una pubblica e una privata), per un reddito complessivo sui 1900 euro mensili.
Ho lavorato per un po’ di anni in sicurezza, avendo seguito la Direttiva Seveso sui rischi di incidenti rilevanti, fino a vedere l’invenzione della 626/94 con la quale condivido la data di nascita (…), e tutta la normativa conseguente, sia impiantistica che organizzativa.
Volendo riassumere, l’importante oggi in Italia è che ci sia un responsabile dell’infortunio, non che il ferito venga evitato. Altrimenti non si capirebbe come mai nei cantieri si continui a lavorare col morto, come si fa a briscola chiamata.
E’ allo studio in Parlamento un disegno di legge per la riforma di alcuni articoli del codice della strada. Nel disegno, si dice all’art. 21 comma 1 bis che il medico (quindi: qualsiasi medico) che venga a conoscenza in modo documentato di una patologia che determini diminuzione o pregiudizio (NB: anche solo pregiudizio) della idoneità alla guida di un suo assistito, debba segnalarlo al Ministero dei Trasporti.
Il bambino è quello di “Nuovo cinema paradiso”. Ha la faccia abbronzata dei bimbi che giocavano all’aria aperta, quelli dei film neorealisti, il sorriso stupito e largo di chi attendeva il cinema a lungo. E’ il bambino dei dolci lesinati, dello stesso cappotto tutto l’anno. Della miseria. E’ un bambino italiano di cinquant’anni fa. Se Pasolini fosse vivo ci descriverebbe la sua scomparsa con precisione e amarezza, aggiungendo però che di bimbi così ce ne sono adesso nelle molte comunità straniere che popolano le nostre metropoli. Anche se non parlano i nostri dialetti. Chi viene dopo – nell’ordine sparso concesso dal ricordo – è Papa Woytila, con bambina piangente in braccio, il Presidente Napolitano, la strage di piazza Fontana, funerali di stato, manifestazioni operaie, manifestazioni femministe degli anni Settanta, vittorie sportive, Federico Fellini, Mariangela Melato, Arturo Toscanini, Umberto Veronesi e note immagini di Giovanni Falcone e Paol o Borsellino, incluse quelle della strage di Capaci. In internet sono disponibili altre versioni.
“Stracchino stracremoso”, ” Stracchino…quello buono!”, ” Ti si scioglie in bocca”, “la tua scelta di fiducia”…
Tante parole poche verità. C’è infatti solo un’espressione che può descrivere alcuni di questi prodotti: mattoncini di cemento. Perché effettivamente quando trasferirai il suddetto stracchino dalla bustina che lo contiene alla ciotola per servirlo, questo non muterà la sua forma abituale sciogliendosi sensualmente e prolungandosi verso gli angoli del nuovo contenitore, come t’immagini, bensì resterà come paralizzato in una posizione spigolosa, fredda e senza la minima espressione.