Terzo Valico/2 – Poca trasparenza, molti problemi

Eppure, il convegno “Terzo Valico e dintorni” non è stato una semplice passerella.
Il tracciato: “connessione tra porto e retroporto” (Maresca), ma un retroporto che ancor oggi non si sa dove sarà. Il finanziamento: accantonato il “miracoloso” piano dei privati di un prestito a interessi maggiori di quelli correnti (“proposta molto carente”, assessore della regione Liguria Merlo), restano per ora solo i soldi che lo Stato non ha (quelli provenienti dal federalismo fiscale nella versione Burlando, il cosiddetto “extra gettito portuale”, sarebbero pure soldi dello Stato).


Ciò nonostante il progetto della Cociv “deve” essere adottato perché “definitivo” e quindi presentabile a Bruxelles. Anche se il suo costo è divenuto esorbitante (la concessione diretta, senza gara internazionale, ha fatto lievitare i costi di un 20%, ha detto il senatore Mazzarello). Nessuno però ha detto che anche sotto il profilo tecnico molti considerano il progetto insoddisfacente e tecnologicamente obsoleto (Mario Lauro, Repubblica-Lavoro, 11 luglio).
L’alta velocità – concepita per soddisfare la presunta “vocazione turistica della Liguria” e, quindi, per trasportare solo passeggeri – si è trasformata nel tempo in alta capacità, per “sviluppare la portualità”. Ma, a parte il presidente dell’Autorità portuale (Novi), che ha parlato di un porto sottoutilizzato e delle note e annose carenze che strangolano la città (inadeguatezza dei collegamenti del porto con l’autostrada e le ferrovie), nessuno ha fatto riferimento ai problemi che ancor oggi soffocano il sistema portuale. L’interminabile storia della gronda di Ponente e di Levante, il by pass di San Benigno, il completamento del raddoppio della linea Genova-Ventimiglia, l’assenza di una politica per il trasferimento almeno di una parte del trasporto merci dalle gomme alle rotaie, gli incredibili tempi di movimentazione (un treno, solo per uscire dal porto, impiega anche sei ore). L’assessore della regione Piemonte Daniele Borioli ha ricordato che il miglioramento della “permeabilità” (così ha detto) delle linee storiche non guasterebbe. Sono problemi che si trascinano da anni e che con il terzo valico non hanno nulla a che fare. Tutti sembrano invece illudersi che, per qualche taumaturgica virtù, il terzo valico riesca a supplire, per il solo fatto di esistere, alla cronica mancanza di trasparenza e di interventi politici e istituzionali soddisfacenti.
Il console Batini, che il porto lo conosce pure bene, in un’intervista a Repubblica del 30 giugno, ha ricordato una verità elementare “E’ il traffico che determina le strategie, e non il contrario”. Ma i traffici continuano a stagnare (Corriere mercantile, 6 luglio 2007).
Qualcuno ha anche ricordato che con il Terzo valico non tutti sono d’accordo; ad esempio gli ambientalisti. Ma nel tripudio generale l’osservazione si è persa.
(Oscar Itzcovich)