Categoria: Lettere

  • OLI 309: LETTERE – A proposito di safari urbani

    Come si sottolinea nell’articolo Safari in città di Ivo Ruello e Ferdinando Bonora (Oli 308), non è semplice commentare l’episodio della famigliola di cinghiali (o porcastri?). Ma provo a proporvi un po’ di riflessioni sparse.
    Il concetto di “equilibrio ecologico” è in sé un concetto dinamico, che con il variare dei fattori (clima, popolazione umana e non, ecc.) varia anch’esso. È forse utile riportare la voce dell’Enciclopedia Treccani:
    Ecologia umana – Nata come disciplina biologica l’e., da quando ha cominciato a occuparsi dell’ambiente dell’uomo, è divenuta una scienza trasversale, che interessa anche le discipline sociali e che ha contatti con la geografia. Questa, infatti, è stata a lungo interpretata come studio delle relazioni (varie, mutevoli e complesse) tra l’ambiente e le società. In realtà, la geografia non è tanto lo studio delle relazioni dell’umanità con l’ambiente quanto la scienza dell’organizzazione umana dello spazio; ma nell’organizzare il suo spazio l’uomo, se per un lato subisce certe influenze ambientali, dall’altro modifica profondamente e incessantemente l’ambiente (e anche lo sconvolge e lo degrada), rimettendo continuamente in discussione il suo rapporto con l’ambiente stesso.
    Da questa definizione si capisce che parlare di “nostro alterato equilibrio ecologico” non ha molto senso.
    Come non ha senso umanizzare gli animali, dividendoli in buoni e in quelli di cui non si deve parlare, atteggiamento al quale sono dediti purtroppo molti dei cosiddetti animalisti. A ben vedere, anche dei “buoni” bisogna parlare prendendo in considerazione solo alcuni aspetti. Una mia amica ha posto una mangiatoia per uccellini sul balconcino di casa, che dà sul giardino. Quello che non mangiano i supernutriti uccellini, attira la notte famigliole di ratti di campagna. Lei ne è deliziata e in fondo orgogliosa. Ma guai se i suddetti roditori si arrampicano sul tetto o entrano in casa!
    Amabili vecchine vagano per la città dispensando sacchi di cibo a piccioni, gabbiani e topi.
    I cani sono graziosi surrogati di figli, e lo stesso i gatti. Se sono randagi vanno sterilizzati. Ma non si tiene conto dei branchi che si aggirano fuori città e che fanno danni anche a chi alleva animali, oltre che alla fauna selvatica. Questa, peraltro, si arrangia benissimo da sola e non disdegna di entrare nelle sacre Città dell’Uomo per nutrirsi di ciò che trova, o di ciò che i sopracitati animalisti danno loro come se fossero i loro animali di casa. E questo non riguarda solo i cinghiali, ma anche volpi, ricci, donnole, faine, ecc. che poi rimangono vittime dell’Uomo, sotto forma di automobilisti, guardie municipali, ecc. Peraltro gli “animalisti” non si scandalizzano delle derattizzazioni e delle disinfestazioni che periodicamente si fanno in tutte le città, se non in funzione del pericolo che queste comportano per i loro propri beniamini, cani o gatti che siano.
    L’uomo deve regolare la natura? E se sì, come? Proteggendo certe specie e distruggendone altre? E se no, come? Noi per primi, da millenni (e non da pochi decenni, come si blatera in giro) stiamo stravolgendo l’ambiente che ci circonda: abbiamo trasformato i grandi boschi che coprivano l’Italia in campi prima, e in distese costruite poi. E continuiamo, basta guardarci intorno, anche noi in Liguria! Si dice che questo porterà alla fine dell’Umanità, della vita sulla Terra!
    Ma dove è il problema? La Terra può fare tranquillamente a meno degli uomini, come di qualsiasi altra specie: cambierà semplicemente l’“ecologia”. Noi non ci saremo, ma ci saranno altre specie capaci di sopravvivere e prosperare, fino a che non saranno soppiantate da altre più adatte ai mutamenti che interverranno, e così via.
    (Carlotta Bombrini)


  • OLI 307: LETTERE – Pannella e le carceri d’Italia

    Abbiamo ricevuto da Marco Pannella e invitiamo a diffondere:

    Ciao,
    ti chiedo di inserire il mio 1min e 30 al TG5 nella tua bacheca di facebook, nel tuo blog, e anche di passare la voce in tutti i modi possibili per segnalarlo a quanti più siti e blogger (perfino radicali :-> ).

    Ecco i link al video:
    su youtube

    (Marco Pannella)
  • OLI 305: LETTERE – Eclissi di Luna, venite al Righi!

    Immagini multiple di luna in eclissi – Foto di Ivo Ruello e Paola Pierantoni

    Cari Amici
    vi preghiamo di dare la massima diffusione alla seguente notizia:

    Mercoledì 15 giugno 2011 avrà luogo un’eclissi totale di Luna.
    Il nostro satellite naturale sorgerà già parzialmente eclissato ma la fase di totalità sarà visibile nella sua intierezza, condizioni meteo permettendo, dalle 21h 22m alle 23h 03m (il massimo è previsto alle 22h 13m).
    La Luna sarà però molto bassa sull’orizzonte, è pertanto necessario scegliere un luogo di osservazione molto aperto a sud-est e sperare che oltre alle nuvole sia assente anche la foschia che potrebbe togliere qualche grado di osservabilità all’orizzonte.

    Per l’occasione l’Osservatorio Astronomico del Righi sarà aperto al pubblico a partire dalle ore 21.15.
    Per le particolari condizioni di visibilità di questa eclissi, di cui si è detto poc’anzi, la Luna verrà proiettata su uno schermo allestito nel Giardino del Sole antistante l’Osservatorio per permettere al maggior numero di persone di osservare il fenomeno e gli esperti dello staff dell’Osservatorio commenteranno le varie fasi dell’evento illustrandolo tramite immagini e proiezioni al computer.
    Sarà anche possibile, previa un contributo di 5 € per la copertura delle spese, visitare la nuova Aula Didattica-Planetario dell’Osservatorio con turni di max 30 persone di circa 30 minuti l’uno e accedere alla cupola dell’Osservatorio con turni di max 15 persone della durata di circa 15 minuti l’uno.

    Cogliamo inoltre l’occasione per informarvi che è in fase di definizione un nutrito calendario di aperture serali e pomeridiane dell’Osservatorio che verrà presto pubblicato sul sito Internet dell’Osservatorio (www.osservatoriorighi.it) e diffuso tramite gli usuali mezzi di comunicazione e informazione.

    Ringraziamo della preziosa collaborazione

    Walter Riva
    Osservatorio Astronomico del Righi
    per informazioni: 3475859662

  • OLI 301: LETTERE – La libertà di scelta resta fuori dalla porta. Della scuola.

    Quando penso “mensa scolastica” la mia memoria olfattiva torna al profumo di cibo che accoglieva bimbi e genitori all’ingresso della scuola materna, odore di minestrone la mattina e budino al cioccolato all’uscita. Ora quando entri in una scuola oggi, non ti accoglie nemmeno più l’odore di disinfettante, perché se non lo portano i genitori da casa le pulizie si fanno all’acqua, senza sapone. Eppure, visti i costi, la mensa dovrebbe essere di buona qualità, anche se non è comprensibile come sia possibile che un ottimo menu biologico a Bologna costi 6,24 € a pasto e a Genova, non biologico, 6,50 €. In entrambi i casi si tratta di “pasti veicolati”, cioè prodotti e consegnati da aziende esterne, solo che a Genova sono private mentre a Bologna il comune è socio maggioritario.
    Ma veniamo alla libertà. In anni di asilo nido, scuola d’infanzia e primaria ho visto il menu scolastico peggiorare in qualità e penso che a farne le spese sono migliaia di bambini ogni giorno. Ho tentato di entrare nella commissione mensa, ma di solito ci vanno genitori che sono liberi all’ora di pranzo o che per particolari esigenze devono assistere il figlio diabetico per essere sicuri che abbia l’assistenza necessaria.
    Quest’anno però mio figlio mi mette con le spalle al muro: “ma perché non mi posso portare il pranzo da casa? Perché devo mangiare un pezzo di pesce congelato che viene chissà da dove, di solito pesce halibut, che come si legge anche su Wikipedia, viene pescato nel Pacifico del nord, dalla Russia al Giappone…. ma mamma saranno radioattivi!”
    Figlio mio, perché hai la sfortuna di essere allergico alle porcherie che le industrie mettono nel tonno in scatola, o meglio hai la fortuna di esserlo, così non te lo mangi. E hai anche il permesso di non mangiare quel povero pezzo di pesce morto lontano, per niente, visto che non puoi sostituirlo con altro ma puoi lasciarlo nel piatto.
    Però lui vorrebbe portarsi il pasto da casa, anche un pezzo di formaggio. Solo che non si può: puoi chiedere al comune un menu differente per allergie, per motivi religiosi o etici e sperare che sia disponibile: il menu o l’incaricato a compilarlo. Far da sé non è più una pratica prevista, ma non se ne comprende il motivo.
    Proporrei un questionario di valutazione della qualità da far compilare ai bambini, in fondo sono loro che mangiano a scuola tutti i giorni.
    (Cristina Capelli)

  • OLI 299: LETTERE – Euroflora, davvero amiamo il verde?

    In un quartiere residenziale di Quarto c’era un bellissimo cedro del Libano, che con altri alberi maestosi condivideva in modo garbato i pochi spazi verdi ancora esistenti.
    Da qualche giorno, quel cedro non esiste più: di punto in bianco una mattina è stato tagliato.
    Si dice che il proprietario del giardino che ‘ospitava’ la bellissima pianta, la difendesse sempre nelle riunioni di condominio, quando la maggior parte delle persone chiedeva di abbattere l’albero perchè le sue chiome toglievano luce alle stanze, le sue foglie sporcavano i terrazzi, macchiavano le automobili.
    Quel cedro portava aria pura, profumi, fresco d’estate e riparo d’inverno, era dimora occasionale degli uccelli, accompagnava la vita di tutti giorni degli abitanti, era compagno docile, al più canterino.
    Ora quel cedro di mezzo secolo si è trasformato in legna da ardere.
    Si doveva proprio abbattere quell’albero? Pare fosse malato, poteva essere semplicemente curato. Probabilmente invece è stato avvelenato.
    Insieme al cedro tagliato però sono sparite le prove del misfatto.
    Forse si fa finta di non sapere che per abbattere le piante, oggetto di salvaguardia, si deve avere l’autorizzazione per farlo, con allegata relazione di tecnico preposto, che comprovi le motivazioni: tali reati sono oggi, oltre che sanzionabili, anche punibili penalmente.
    Chi tanto ha osteggiato la delicata e pacifica vita della pianta non si rende conto del valore straordinario perduto.
    Il Comune di Genova, che ha emanato il Regolamento Comunale del Verde in vigore dal 22 novembre 2010, dovrebbe però impegnarsi a divulgarlo, a farlo conoscere, amministratori condominiali in primis.
    Soprattutto dovrebbe far comprendere ad ogni cittadino, citando l’articolo 9, comma 11 della Costituzione, “l’importanza vitale che il verde riveste come componente fondamentale del paesaggio, nonché come bene comune da tutelare, sia per il benessere delle persone che per la salvaguardia dell’ambiente presente e futuro” e “il verde, sia pubblico che privato, è elemento di indiscutibile valore per l’ambiente e per l’igiene dell’aria, dell’acqua e del suolo; ed assume importanza fondamentale negli aspetti sociali e nel miglioramento qualitativo delle condizioni di vita”.
    E far sì che per ogni albero abbattuto un altro viva davvero.
    (Ester Quadri)

  • OLI 299: LETTERE – Al lavoro!

    Usciamo dal Silenzio, associazione genovese, invita tramite di Luisa Parodi a partecipare all’evento che si terrà a Palazzo Rosso sabato 7 maggio 2011. Sarà proiettato il film “Al lavoro!” di Lisa Tormena, già premio Ilaria Alpi con il documentario “Mdj, libertà in esilio” insieme a Matteo Lolletti.
    Lisa Tormena su Facebook http://it-it.facebook.com/people/Lisa-Tormena/753163621
    Usciamo dal Silenzio, Luisa Parodi, usciamodalsilenzio_genova@yahoogroups.com

    (Stefano De Pietro)

  • OLI 297: LETTERE – Amt, il video erutta sulla testa dei viaggiatori

    Sabato scorso sono salita a Sestri Ponente sul bus n. 1 diretta a Caricamento e durante il viaggio sono stata intrattenuta da un video collocato sulla parete posteriore della cabina di guida.
    Ho pensato: “Anche qui!”. Già molti luoghi sono invasi da video pulsanti e fastidiosa musica di sottofondo. Su quel video si alternavano slide, tavole a colori, obiettivi, sistemi, incuriosita ho continuato a guardare e ho capito che si trattava di progetti riguardanti la Genova del futuro.
    In effetti sotto le immagini scorrevano parole come: inserimento a livello Europeo, attenzione al territorio, città che guarda al futuro, città compatta, città vivibile, progetti di quartiere.
    Era molto difficile, in quella condizione, districarsi e capire le molte informazioni che eruttavano dal video sui viaggiatori del bus. E’ noto, a chi li frequenta abitualmente, che i bus cittadini non sono il massimo del confort sia per il massiccio numero di viaggiatori che per il traffico convulso
    Due ragazzini, generazione abituata a interagire con i moderni mezzi multimediali, hanno provato a toccare il video, forse pensando ad un videogioco, ma lui (il video) incurante alle loro sollecitazioni ha continuato a emettere le immagini previste.
    Mi sono interrogata sull’efficacia e sul costo di questo genere di iniziative, la perplessità mi ha accompagnato al capolinea.
    Come cittadina sono contrariata da questo tipo di informazioni che non “informano” ed hanno piuttosto l’aria di metodi pubblicitari. Vorrei invece avere risposte alle molte domande e denunce che, come cittadini, abbiamo posto all’amministrazione cittadina, rimanendo inascoltati, sui problemi relativi al traffico pesante che giornalmente si riversa sulle strade del nostro quartiere ( http://nuke.amicidelchiaravagna.it/Tematiche/ProblematicheViaBorzoli/VieBorzolieChiaravagna/tabid/181/Default.aspx )
    Proprio i giornali di questi giorni indicano un forte aumento del traffico pesante a Genova e un peggioramento probabile nei prossimi anni in concomitanza con lo sviluppo dei traffici del porto.
    Ci auguriamo quindi un rapporto più autentico e chiaro con l’Amministrazione.
    (Luisa Campagna)

  • OLI 296: NUCLEARE – No e basta.

    Passato un po’ di tempo dalla catastrofe del terremoto giapponese, si possono tirare le prime somme, usando il linguaggio molto diretto di chi è preoccupato per la nuova svolta nuclearista del governo italiano. E’ mia convinzione che dietro l’apparente gentilezza del modo di pensare comune a chi lavora con una formazione tecnica universitaria e legato a concetti economici e affidabilistici, si nasconde in realtà la determinazione di imporre il nucleare in modo paternalistico, come risultato di un processo di analisi alterato per farlo suonare come logico ed apparentemente inattaccabile. Invece, fuori dalle considerazioni economiche ci sono, tanto per iniziare, quelle sanitarie, che hanno già ampiamente dimostrato che il nucleare, in realtà, è letale per fondamento stesso, al di là delle ipotesi incidentali, ad esempio come quando (non) si parla dei rifiuti, che rifiuti restano anche se prodotti da centrali di ennesima generazione. Per quanto riguarda la sicurezza, avere avuto tre incidenti “top” nel giro di poco più di trent’anni lascia presumere che i valori di frequenza attesa siano stati a dir poco sottostimati. Certo, a posteriori, sia Three Miles Island, che Chernobyl e adesso Fukushima, così come le centinaia di piccoli eventi “minori” silenziosi (per questo a mio avviso ancora più inaccettabili), innestano il ciclo virtuoso di analisi che consente di capire i difetti degli impianti per renderli “un po’ più sicuri”.
    Però, quando poi si scopre che un’ondata d’acqua, per quanto gigantesca ma comunque prevista in quella zona, mette in ginocchio 4 reattori, allora il parere anche dei tecnici dovrebbe cambiare. Cosa sarà stato questa volta? I muri hanno dimostrato di reggere perché l’ondata era prevista, quindi cosa scopriremo? Che si sono staccati i serbatoi del gasolio dei generatori, galleggiando sull’acqua? O che le prese d’aria non sono state previste ad un’altezza tale da garantirne il funzionamento con i motori sommersi? Non mi stupirebbe che particolari tanto semplici possano aver causato un effetto domino di tale dimensione, i generatori erano molti e che tutti siano saltati lascia presupporre ad un problema di progettazione comune legato all’inondazione o ad un punto critico non previsto nell’analisi di rischio. Diversamente da così sarebbe ancora più preoccupante, perché la stupidità di un particolare purtroppo esiste al di là dei calcoli generali più esatti, mentre un evento dovuto ad un problema “di fondo” sarebbe davvero inaccettabile e criminale. E nel caso di Fukushima, il progetto ha affidato la vita della centrale ad un sistema non a sicurezza intrinseca, direi quindi che si è trattato di un problema “di fondo”: il flusso d’acqua legato ai generatori (sicurezza attiva) è un errore lampante, una scelta operativa sicuramente dettata dai famosi “costi inaccettabili” di una centrale più sicura. Ricordo che un giorno proposi ad un’assicurazione di legare il premio della RCT al livello di attenzione che l’azienda poneva nella gestione degli impianti, in quel caso dei semplicissimi stoccaggi di gas, e della loro conformità ai gradi più elevati della tecnica migliore. Ricevetti un diniego, perché, mi spiegarono, le assicurazioni lavorano proprio sull’imprevedibile, basandosi su un’analisi statistica dei dati a posteriori, sull’esperienza. E i dati storici sul nucleare, al di là dei numerini “dieciallamenoqualcosa”, delle promesse dei progettisti, delle parole dei politici, dicono che è l’ora di smetterla.
    Votai a sfavore del nucleare nel 1987, allora non tanto perché non credevo nella capacità della tecnica in sé stessa, quanto per una basilare sfiducia di una gestione così complessa in un paese come il nostro (non credo di dover citare i motivi, sono evidenti, ed oggi siamo peggiorati). Adesso, invece, si scopre che questa tecnologia è “troppo complessa” anche per un popolo come quello giapponese, esempio di efficienza e dove l’amministratore delegato della Tepco va in giro per i campi profughi a scusarsi personalmente per il *casino* che hanno combinato (scusate il termine, ma è davvero appropriato).
    Comunque, arrivati a questo punto non credo che ci sia più spazio per una discussione su questo argomento, chi ancora è convinto che si possa fare e gestire la fissione, vive in un passato di illusione ingegneristica sconfessata dai fatti. Per noi, antinuclearisti della prima ora, resta solo di avvisare che difenderemo duramente il nostro diritto alla vita. Il vecchio motto del “Nucleare, no grazie” da oggi diventa un esplicito “Nucleare, no e basta!”. Pazienza se saremo tacciati di non essere democratici come le nubi radioattive, quando sorvolano il mondo inquinando ricchi e poveri in egual misura.
    E non si venga a dire che “tanto le centrali straniere sono a pochi chilometri fuori del confine”: chi vuole cambiare il mondo, cominci a cambiare sé stesso.
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 295: LETTERE: Sì al “no” (ma se olofrastico)

    Sperando di contribuire al miglioramento della qualità di “Oli” segnalo che, nel bell’articolo della prof. Marta Sereni,
    a un certo punto si legge «Cattolici e non:…» Bene, l’italiano è errato. In italiano corretto si dice «Cattolici e no». Per saperne di più si veda qui
    Ho ritenuto di segnalare la cosa che riguarda una delle mie due battaglie (già perse, purtroppo) sul mantenimento del “no olofrastico” e sull’intransitività del verbo “inerire” (si dice “inerente a” e non “inerente il”).
    Cordialmente,
    Franco Bampi

    °°°
    Rispondo volentieri al professor Bampi, che, nelle sue vesti di esponente del Mil, conosco bene per essere stato spesso illuminato – direttamente o indirettamente – dai Lanternini satirici di Enzo Costa (e talora dalle mie vignette che li illustrano sul web).
    In questa occasione, tuttavia, mi schiero a spada tratta al fianco del professore impegnato nella battaglia per il mantenimento del “no” olofrastico. Non tutto è perduto, non si avvilisca! In nostro soccorso scende in campo anche un cavaliere (no, non quel Cavaliere…) della lingua italiana di tutto rispetto: Luca Serianni, che ha scritto un interessante intervento, riguardante proprio l’uso dell’avverbio olofrastico, apparso su La Crusca per Voi (n. 11 ottobre 1995), articolo che può essere ritrovato seguendo questo LINK.
    Il nostro comune impegno di difensori della lingua italiana (ma non dimentichiamo che il professor Bampi è anche uno dei massimi esperti della lingua genovese) non ci faccia però perdere di vista il contenuto – a mio avviso condivisibile – della lettera della professoressa Marta Sereni che, con l’episodio riportato, rivela ancora una volta lo stato di sofferenza dell’istruzione pubblica.
    Un saluto cordiale
    Aglaja

  • OLI 295: LETTERE – Quando il sonno della ragione genera mostri: il caso De Mattei

    Da qualche giorno circola in rete questa lettera, con relativi link di approfondimento e per l’adesione alla raccolta firme. Anche la redazione di Oli l’ha ricevuta e – condividendola in pieno – la ripropone ai lettori con l’invito a diffonderla e a sottoscrivere la petizione.
    (Ricordiamo che l’indirizzo email che sarà usato per firmare la petizione potrebbe essere usato a scopi commerciali dal sito in questione).

    DIMISSIONI DEL VICEPRESIDENTE DEL CNR ROBERTO DE MATTEI
    S’è formato in questi giorni un gruppo aderente a Cronache Laiche che ha lanciato in facebook una petizione per chiedere le dimissioni di De Mattei (vicepresidente Cnr) alla luce delle sue dichiarazioni rese a Radio Maria sul terremoto in Giappone come “segno della punizione di Dio” e purificazione delle anime.
    Leggete l’intera intervista nel sito. I cattolici considerino che mai il Papa si esprimerebbe così.
    Il Cnr è un importante istituzione scientifica italiana, non ecclesiale.
    E la pietà un tratto umano universale.
    Abbiamo in pochi giorni raggiunto circa mille firme e ora lo stiamo facendo girare fuori facebook attraverso le mail.
    Se vi convince, oltre a firmare, diffondetelo.
    (Elena Gagliasso) – Facoltà di Filosofia Università “La Sapienza” di Roma