Categoria: Città

  • Tecnocity – La collina degli Erzelli tra pubblico e privato

    Villaggio tecnologico degli Erzelli. Nel lungo dibattito che contrappone sostenitori (il futuro di Genova) e detrattori (un’operazione meramente speculativa) si è recentemente inserito un nuovo tema. Dimentico delle Grandi Opere del suo Cavaliere, Gianni Baget Bozzo scrive sul Secolo XIX del 13 febbraio che “la cultura diessina è gestione del territorio, tende a occupare spazi […] mettendo a frutto la rendita territoriale e non l’impresa”. Forse nessuno avrebbe reagito se non avesse aggiunto che “la questione centrale è l’operazione degli Erzelli, un ampio intervento sul territorio per creare, con investimenti pubblici, una città tecnologica”.

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  • Aree Cornigliano – Distripark: risorsa o mito fasullo?

    Sembrava che a Genova la lezione fosse stata capita: non più Fiumara, le aree strategiche vanno destinate al porto. Anche le aree liberate dall’Ilva, a parte gli interventi pubblici di riqualificazione urbana a Cornigliano, dovevano servire alle “funzioni logistico-portuali”, ovvero al distripark, un’area attrezzata per la manipolazione delle merci in transito portuale, per l’assemblaggio dei componenti dei prodotti finiti, per il loro smistamento verso le destinazioni finali.

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  • Car sharing – Parcheggio occupato per l’auto virtuosa

    Tra gli interventi parziali che puntano a diminuire le automobili in giro e, soprattutto, quelle staticamente parcheggiate nella città, c’è il car sharing. Il sito ci dice che l’esperimento è in corso da quattro anni: 54 mezzi che servono 1.500 abbonati, un’apprezzabile proporzione di quasi 28 esseri umani per automobile.

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  • Cornigliano – Non giocare a scacchi con Karpov-Riva

    Ve l’immaginate una partita a scacchi tra un campione e un gruppo eterogeneo di amateur? La posta in gioco è rilevante e ogni parte deve fare un certo numero di mosse in un periodo di tempo stabilito. Il campione fa le mosse al tempo giusto, ma, se conviene, le ritarda per innervosire l’avversario. Il gruppo, invece, le discute, nel rispetto, si capisce, della sua struttura più o meno gerarchica e della sua composizione più o meno variabile. Secondo voi, chi vince?
    La partita è il famoso “Accordo di programma” che, con relative modifiche, fu firmato nel 2005 e il campione è, inutile dirlo, Emilio Riva, nono produttore mondiale di acciaio, sesto in Europa, primo in Italia. Il 2010 doveva segnare la dismissione delle lavorazioni a caldo a Cornigliano e il potenziamento degli impianti a freddo (produzione di banda stagnata, zincata ecc.). Sarebbe stata “la rinascita della Genova siderurgica, pulita, ipertecnologica, del terzo millennio. Ma, a leggere Il Sole 24 Ore del 3 marzo 2008, il 2010 sembra ancora molto lontano: “Riva ammette le difficoltà per l’attuazione del piano di rilancio dell’acciaieria. La crisi della banda stagnata continua a mordere e fa accantonare l’investimento in una nuova linea; una centrale elettrica da 300 Mw ancora ferma al palo; 650 cassintegrati espulsi dal ciclo produttivo con la chiusura dell’area a caldo che dovranno rinviare il rientro in fabbrica”.

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  • Mind the gap – Nella città anziana vietato invecchiare

    Se ci lasciamo raccontare Genova dalle statistiche, scopriamo che possiede un indice di vecchiaia tra i più alti di Italia, pari a 242, ovvero vi sono 242 persone di 65 anni e oltre per ogni 100 giovani sotto i 15 anni; l’età media dei genovesi è di 47,0 anni, con un picco di 48,5 anni nella circoscrizione Medio levante (http://it.wikipedia.org/wiki/Genova). D’altronde è sufficiente una passeggiata per le strade per capire che la Superba è una signora di una certa età.
    Ma le strategie di mercato o non hanno gli occhi o li hanno troppo lungimiranti, così un’azienda cosmetica ha fatto comparire il suo slogan “Vietato invecchiare!”, nelle farmacie ed erboristerie, costellando da alcuni mesi la città con l’ordine perentorio.
    Cosa significherà mai, “vietato invecchiare”? Forse, un invito all’imbalsamazione di malcelata violenza, ancora più subdolo perchè veicolato all’interno delle farmacie, il luogo autorevole che per statuto dovrebbe perseguire la salute ed il benessere, mentre, se è vietato invecchiare, è fatto parimenti divieto di vivere.
    Con un sottile sentimento del contrario, nonostante tutto, Genova ed i suoi abitanti continuano ad invecchiare, mentre lo slogan imbelletta goffamente le vetrine e rinverdisce, ad uso marketing, la fontana dell’eterna giovinezza.
    (Eleana Marullo)

  • Addio Don Balletto separato in chiesa

    La chiesa di San Siro era stracolma di gente venuta a salutare Don Balletto. Ma in questo ultimo giorno, per la prima volta, Don Balletto era lontano. La morte l’ha interamente riconsegnato alla Chiesa. Decine di sacerdoti vestiti con i paramenti sacri gli tributano un onore, ma insieme lo separano dalle centinaia e centinaia di persone che hanno parlato con lui in questi anni, come amici.
    La presenza di Don Gallo seduto su una panca, in borghese, accentua questa distanza. Ad officiare è venuto il cardinale. La guardia del corpo, con la pistola che gli rigonfia la giacca, guarda in continuazione in giro, nervosa, sospettosa del popolo che affolla la chiesa. La distanza è veramente troppo grande.
    (Paola Pierantoni)

  • Stazioni – Se settanta video vi sembran pochi

    Lettere ai giornali e sfoghi sui blog segnalano da diverso tempo il disagio di una parte dei viaggiatori alle prese con la video-invasione delle nostre stazioni. Chissà se questa sofferenza è percepita come tale dalla maggioranza, o se la maggioranza, invece, se ne accorge a stento, o addirittura gradisce, ben addestrata da anni di bombardamento sonoro nei bar, nei ristoranti, nei negozi, in automobile, ovunque.

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  • Mind the gap – Tra consumo e consumo

    Ai mercati dei civ (comitato integrato di via) passa parecchia gente. Se la giornata è tersa ed il vento non imperversa troppo, si srotola un carosello di occhi, sguardi, voci “Mi dia una fetta di quella toma, ma la faccia sottile sottile, mi raccomando”. Un signore anziano, abito scuro e occhio glauco, scruta i bagliori verdastri dell’olio extravergine da profumatissime olive liguri ponentine, nelle bottiglie schierate sul banco come una prima linea in battaglia “Eh, si che mi piacerebbe quell’olio, altro che discount, ma chi ce la fa, a comprare”. Una donna, esile come un giunco, aspetta la bonaccia della pausa pranzo per visitare la parata dei banchetti e chiedere, con un filo di voce, che le regalino qualcosa da mangiare. E via via, tra bisogni elementari, ninnoli collanine e cotillons.
    In cima alla via campeggia un grande cartello, grafica seventy, sfondo nero, esplosioni di colori acidi ed oggetti di qualunque tipo, una specie di paradiso del consumo, alletta il passante con tono entusiasta “Questo è shopping”, per promuovere una gita a New York City; altri fanno eco poco distante “Questo è mangiare”, “Questo è divertimento”, oh, yeah, in NYC, not Sampierdarena.
    L’unico ad interessarsi al messaggio, nel via vai, un botolo in vena di segnalazioni territoriali.
    (Eleana Marullo)

  • Prè – Politiche di risanamento in un vicolo cieco

    Notizie da Prè. La strada è ancora chiusa, e la prima vittima dell’effetto broken window (vedi OLI 171) è il panificio che stava a ridosso del crollo del civ. 14. Adesso, sulle saracinesche abbassate, si legge il commiato dalla propria clientela e la denuncia dello stato di incuria che ha condotto la via, in risanamento da circa un ventennio, ad un degrado ingestibile.
    Un passo indietro nella storia della via. Era il 1995 quando il Comune di Genova, in attuazione del Piano Organico d’Intervento (POI), procedeva all’acquisto degli immobili nell’ottica di avviarne il risanamento. In contemporanea, l’Ufficio Stranieri del Comune e l’Ufficio recupero centro storico convocavano le organizzazioni sindacali e le associazioni operanti nell’immigrazione, con la richiesta di fare da cuscinetto, nei confronti di immigrati irregolari durante le operazioni di sgombero.

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  • Telecamere – Se disciplinare il traffico è una perdita di tempo

    Repubblica 23 ottobre 2007: “Arrivano i tutor. Guai a chi corre… Telecamere intelligenti sulle principali arterie cittadine. Progetto della società Autostrade per il comune di Genova: 21 “macchine” per il controllo della velocità”. Quattro sulla Sopraelevata e altre 17 sulle più importanti arterie cittadine. Il costo varia: più alto se verranno impiegate anche per l’analisi di rischio. Il tutor infatti individua, nei tratti monitorati, la velocità media delle vetture, rilevandone i numeri di targa. Rischi di contestazione? Impossibili. “Immagini ad alta definizione” ha scritto il Secolo XIX (28 ottobre ’08).

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