Categoria: Stefano De Pietro

  • OLI 307: NO TAV – Quella benna contro la gente

    27 giugno 2011, presidio No Tav in Valsusa sgomberato dalla Polizia. Sfuggito al commento dei giornalisti è l’operato della macchina “forbice”, che ha tagliato le strutture incurante della presenza di persone nella sua area di lavoro. Il fatto viene denunciato da Alberto Perino, leader dei No Tav, che parla senza mezze misure di un tentativo di omicidio.
    Certamente si tratta di una forzatura dai risvolti penali, perché la legge non autorizza certo lo sfondamento di cortei usando benne gigantesche in diretta prossimità della testa della gente. Se ne ricava un’idea di mancanza di professionalità da parte della dirigenza dell’ordine pubblico, interessata solo a “far presto” senza curarsi minimamente delle possibili conseguenze di tale operato. Il ministro Maroni parla invece di uno sgombero effettuato con grande merito da parte delle forze dell’ordine.
    Adesso si attende la reazione dei No Tav che, se sfocerà in una denuncia, causerà l’apertura di un’indagine da parte della magistratura. Di certo in questa storia resta l’immagine di una “benna” che taglia delle strutture metalliche sulle quali sono saldamente aggrappate delle persone: non è certo l’immagine di una grande democrazia occidentale.
    http://www.youreporter.it/video_Scontri_no_tav_infuria_la_battaglia_sassaiola_1 (la benna in azione)
    http://tv.repubblica.it/copertina/perino-riempiti-di-lacrimogeni-da-far-paura/71543?video (intervista a Alberto Perino, leader dei No Tav)
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 307: ENERGIA – Legambiente ha le idee confuse

    Giuseppe Lisciotto, Gatto mutante
    www.giuseppelisciotto.it

    Sul sito di Legambiente (*) è stata pubblicata la proposta di legge popolare per lo sviluppo delle energie rinnovabili, intese come una rosa ristretta di voci relative alla produzione e alla ricerca, dimenticando completamente il nucleare a fusione, calda e fredda. E anche qualcos’altro.
    Primo appunto, tecnico: ci si riferisce ad un generico “nucleare”, intendendo forse quello a fissione ma dimenticando che i processi a fusione (ancora da realizzare per l’utilizzo civile ma già dimostrati in via teorica e sperimentale) sono anch’essi “nucleari” ma sono adatti alla produzione di energia elettrica in modo sicuro. Si dimentica anche qualsiasi riferimento alla fusione fredda, che proprio nei laboratori Enea aveva avuto alcune risposte affermative grazie a Giuliano Preparata e il suo team, senza voler citare le attuali celle dell’Energy Catalyzer di Rossi e Focardi (**). Invece, nella legge si vieta esplicitamente qualsiasi forma di finanziamento per il fantomatico “nucleare”.
    Secondo appunto, politico: l’energia prodotta viene considerata “di pubblica utilità” e quindi si è obbligati ad immetterla in rete pubblica secondo regole stataliste. Dietro a questa apparente ottimizzazione si nasconde in realtà la volontà di mantenere il controllo del mercato dell’energia, che non diventa libero tra cittadini-produttori, ma è soggetto alle tariffe imposte dall’AEG (Autorità per l’energia e il gas).
    Si sarebbe auspicata invece un’apertura alla possibilità dei cittadini di “far da sé”, con la libertà di vendere il surplus al vicino di porta. Così invece si fanno fuori eventuali consorzi condominiali, che con la vendita di energia ricaverebbero un utile. Si pretende di far passare il sistema della produzione diffusa attraverso la cruna dell’ago della gestione centralizzata, abortendone i vantaggi.
    Esiste anche un motivo psicologico che gioca a favore della liberalizzazione, cioè che vivere la filiera produttiva dell’energia fin dall’inizio comporta una presa di coscienza del suo costo effettivo. Di conseguenza, ci si aspetta un comportamento più ragionevole, che tenda al risparmio “in casa propria”, senza pretendere una “sovraproduzione” in casa d’altri (l’Enel, appunto).
    Terzo appunto, ambientalista: a fronte di un’impostazione rigida della parte economica, è stato invece completamente dimenticato il problema dell’impatto visivo e ambientale degli impianti, ad esempio del fotovoltaico. Provate ad immaginare una città cosparsa di pannelli ovunque, senza alcuna regola. L’argomento è totalmente assente dalla norma proposta.
    In conclusione, sull’onda del successo del referendum sul nucleare (a fissione!) si rischia adesso di affidare la politica energetica italiana in mano alla scia speculativa dei produttori delle attuali sorgenti alternative (fotovoltaico, eolico), assestando la mazzata finale alla ricerca di sistemi di maggiore efficienza e minore impatto.
    * http://risorse.legambiente.it/docs/legge.0000001403.pdf
    ** http://www.energycatalyzer.com/threads/video-ny-teknik-tested-the-energy-catalyzer.7/

    (Stefano De Pietro)

  • OLI 306 – TRASPORTI: Il “Colombo” vola basso

    L’Aeroporto di Stansted in un modellino al Science Museum di Londra.

    Aeroporto di Stansted, Londra, Regno Unito. Organizzazione capillare, segnaletica chiara, spazi aperti, nessuna illuminazione elettrica diurna dell’ambiente comune grazie alle ampie superfici vetrate, si scende dall’aereo e si va a piedi, circondati da personale di controllo, in una strada obbligata da due cime di segnalazione. In pochi minuti, nonostante una coda inusuale di circa 500 persone, si passa la frontiera, si scorgono funzionari che dall’alto analizzano la situazione alla ricerca di visi sospetti. I bagagli sono già sul nastro al nostro arrivo.


    Aeroporto Cristoforo Colombo, Genova, Italia, una settimana dopo. Dall’aereo si scende e ci si trova su un piazzale dove per trovare l’uscita ci si affida a “dove vanno tutti”. Si sale a piedi due rampe di scale, si arriva a far vedere i documenti in una fila che termina sotto un cartello di divieto di accesso, anche qui ci si affida a dove van tutti; le valige arrivano dopo dieci minuti di attesa: distanza tra aereo e nastro, centro metri. E poi, la chicca finale, la foto qui sotto parla da sola. Troneggia in basso nel cartello anche un sottinteso non infastiditeci con richieste d’informazioni, visto che le stesse possono essere richieste solo per fax o email. Genova, come Repubblica Marinara, avrebbe ancora da insegnare al Nord Europa. Ma come Comune della Repubblica Italiana gli standard europei sono distanti.

    Aeroporto di Genova, il cartello di benvenuto per i turisti stranieri e di bentornato per gli italiani.
    Foto © 2011 – Stefano De Pietro

    (Stefano De Pietro)

  • OLI 306: SOCIETA’ – Inciviltà stradale

    “Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap”: si tratta di una campagna contro il parcheggio abusivo nelle zone riservate ai portatori di handicap, caldeggiata da un “meetup” di Beppe Grillo a Sanremo (IM). Il biglietto, autoprodotto e utilizzato dagli attivisti del movimento di Grillo, sarà posto nel tergicristallo delle auto posteggiate in modo irregolare, stigmatizzando su un problema molto diffuso in Italia. L’iniziativa del meetup sanremese riprende quelle già svolte in passato, segnalate in un articolo del 2006 di parcheggi.it (http://www.parcheggi.it/index.php?page=viewnews.php&rc=1&idNews=630).
    Ed è solo un lato della medaglia. Al problema dell’uso dei posteggi per disabili da parte dei furbetti, si aggiunge quello dell’uso delle zone a pagamento, dove in mancanza di una norma nazionale l’uso gratuito degli spazi a pagamento è vincolato da norme contrattuali negli accordi tra comuni e concessionari, per cui si assiste a disparità di trattamento nei vari comuni italiani. Un primo tentativo di ordinamento è stato fatto dalla Commissione trasporti della Camera a maggio 2011, con indicazioni chiare sull’obbligo di sosta gratuita quando gli “stalli” per disabili siano tutti occupati.
    L’iniziativa del meetup sanremese non perde comunque d’attualità: potrebbe essere un buon esempio da importare anche in altre città d’Italia.
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 305: INFORMAZIONE – Comune ancora senza date

    Sul sito del Comune di Genova sono stati pubblicati i documenti che riguardano l’attività sul Patto dei sindaci (Covenant of mayors). Si tratta di un accordo a livello europeo, per cui il comune si impegna a realizzare studi e operare in modo da abbattere la produzione di anidride carbonica.
    Uno dei tre documenti è scritto in un ottimo inglese, segno che sarà diffuso sul continente quale fiore all’occhiello del lavoro della città. Genova è una delle poche in Europa che ha presentato un progetto che è stato approvato dalla commissione centrale. Sfugge in questo enorme lavoro presentato ai cittadini un particolare fondamentale di una pubblicazione: la DATA! Il simbolo di Genova rischia di diventare un orologio alla Dalì, per la disattenzione che ha per il tempo, vedi anche il mancato aggiornamento dell’ora legale negli orologi stradali del Comune (OLI 264: POLITICA – Un mondo senza date) e le cartelle esattoriali non datate (OLI 199 – L’ingorgo: l’Ufficio cartelle esattoriali e la stampante multifunzione).
    I documenti del Covenant of mayors:
    http://www.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=535057&resourceName=ALLEGATO-01
    http://www.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=535057&resourceName=ALLEGATO-02
    http://www.comune.genova.it/servlets/resources?contentId=535057&resourceName=ALLEGATO-03
    (Stefano De Pietro)



  • OLI 304: POLITICA – Il paese di Enrico Fermi non sa più contare

    Le elezioni comunali di Savona sono stato oggetto di un parapiglia sul conteggio dei voti per l’assegnazione dei seggi nel consiglio comunale. Su Il Secolo XIX di giovedi 26 maggio 2011 esce un articolo con alcune spiegazioni: sarebbe stato un numero scritto male, un’inversione di due cifre (2691 con 2961), ad aggiungere 270 voti al Movimento 5 Stelle, facendo quindi perdere un seggio al Pdl a favore dei rappresentanti della lista di Grillo.
    Torniamo all’inizio, al martedi sera. Viene fatta la proclamazione ufficiale del risultato delle elezioni, con sorrisi a melone da parte un po’ di tutti (tranne che del pidiellino Benvenuto, l’escluso): foto, brindisi, articolo sui giornali, copione perfetto, tre consiglieri per il Movimento 5 Stelle (MoVimento). Poi, la mattina dopo, al risveglio, il sorriso ritorna sulla bocca di Benvenuto: “fermi tutti, trovato guasto!”, urlava il presidente della commissione elettorale con accento tedesco, come in una barzelletta di quando eravamo bambini. Eh si, perché proprio di una barzelletta si tratta, un errore grossolano da nota sul registro, tanto più che la cosa viene semplicemente verbalizzata in fretta e furia, senza nemmeno avvisare i due contendenti. Ma la stampa si, però. Così, come se niente fosse, viene affermato che la correzione effettuata prima della riunione del primo consiglio comunale lascia pulita la situazione. In fondo si tratta, secondo il giudice, di un semplice errore di trascrizione e quindi di calcolo.
    Il MoVimento protesta, cita il regolamento comunale e afferma che ormai la proclamazione ufficiale ha avuto luogo: quindi è illegittimo cambiare le carte a giro iniziato. Anzi, chiede di riaprire i conteggi per verificare tutte le schede, a suo avviso contate male: lo “Scudo della rete” del MoVimento (http://www.beppegrillo.it/battaglie/lo_scudo_della_rete.php) è già in moto per garantire l’assistenza legale al gruppo savonese.
    Certo che essere riusciti a stuzzicare in modo così plateale una forza politica che fa della modernità e della trasparenza il proprio cavallo di battaglia è stato un bel passo falso per partiti che fino ad oggi hanno governato finendo spesso fuori del seminato, come il caso – denunciato dai “grillini” – dei manifesti elettorali abusivi in uso in tutta Italia (vedi il video http://youtu.be/7by9MaL6tug).
    Lascia perplessi che siano mancate, evidentemente, alcune verifiche sui totali. Infatti i 270 voti in più dati al MoVimento per errore non sono stati tolti a qualcun’altro, quindi il totale dei voti avrebbe dovuto essere diverso, ma non se ne sono accorti subito: solo due giorni dopo il gruppo del Pdl denuncia che, a suo avviso, il conteggio ha favorito anche il centro sinistra (Il Secolo XIX – Savona – 27 maggio 2011).
    Vedremo come andrà a finire nei prossimi giorni.
    (Stefano De Pietro)


  • OLI 304: NUCLEARE – Insicuro prima ancora di partire

    La pagina di google.it come risultato della ricerca di “furto pc” – 4 giugno 2011

    E’ notizia di alcuni giorni fa che un furto di un semplice computer negli uffici dell’Enel mette a rischio la segretezza dell’elenco dei siti target per la costruzione di centrali nucleari, in Italia e all’estero. Il computer, a quanto si apprende nell’articolo de La Stampa del 3 giugno 2011, è un semplice portatile che era “custodito” in un cassetto chiuso a chiave. L’AD di Enel, Fulvio Conti, evidentemente non può essere un esperto di sicurezza, tanto meno informatica, se non si stupisce che i suoi tecnici possano tenere dati tanto segreti su un pc portatile. Il buon senso lascerebbe immaginare un sistema centralizzato, che non permetta di copiare dati localmente. Se sono queste le persone che dovrebbero gestire il programma nucleare italiano, cominciamo bene. Viene anche puntato il dito sul referendum, come se la ghiottoneria di rubare informazioni così riservate potesse derivare solo da un interesse “politico”, dimenticandosi l’opportunità che potrebbe dare conoscere in anticipo le aree sulle quali dovrebbero sorgere centrali nucleari, ad esempio a puro scopo speculativo sui terreni. Tutta la vicenda getta un’ombra di irresponsabilità già dalle prime luci dell’alba di un giorno che dovrebbe vedere nel pomeriggio la costruzione di una centrale nucleare in Italia.
    Oltre a ciò resta l’interrogativo sulla legittimità di un documento in un qualche modo secretato in un’azienda di interesse nazionale.
    L’eventuale pubblicazione di questi dati ci regalerebbe la simulazione di quella che dovrebbe essere la politica di Enel se fosse un’azienda veramente trasparente, senza segreti in quanto dedita al lavoro per il reale benessere dei cittadini, non della solita casta.
    Intanto cercando su Google un’immagine per la voce “furto pc”, le prime due pagine presentano solo il marchio Enel: chi la fa, l’aspetti.
    (Stefano De Pietro)


  • OLI 303: COMUNICAZIONE – “Cacocromie” elettorali

    Legge sulle affissioni elettorali, n. 212 del 4 aprile 1956, art. 4, comma 4: Sono vietati gli scambi e le cessioni delle superfici assegnate. La legge del 1956 probabilmente non contemplava che nel 2011 la cortesia del Comune di pulire gli spazi elettorali prima della loro messa in opera sarebbe venuta meno, e che quindi ci sarebbe stata una stratificazione di cartelli di precedenti elezioni, di diverso credo politico, in svariate condizioni di putrefazione grafica, al punto di rendere inefficace l’affissione dei cartelli “regolari”: appunto una cacocromia, un’accozzaglia di colori. Sono certo che un Procuratore della Repubblica avrebbe da dire sulla capacità del Comune di Genova di rispettare tale normativa in quello che dovrebbe esserne lo spirito: la trasparenza della competizione elettorale. Situazione riflesso del grande stato di disordine dei servizi tecnici del Comune, insieme agli autobus e a tutto il resto. Bisognerà ricordarsene alle prossime elezioni: verba volant, scripta manent.
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 303: CURIOSITA’ – La foto più grande del mondo

    La foto navigabile di Sevilla: 111 Gigapixel.

    http://www.sevilla111.com è il sito della foto più grande del mondo, circa 111 miliardi di pixel, ottenuta con un collage di migliaia di foto scattate mediante l’uso di una postazione robotizzata. Il sito propone anche la storia di come sia nata l’iniziativa, la scelta del posto per installare la macchina, la tecnologia usata per la riduzione degli errori. Non occorrono molte parole ancora, seguendo il link ci si troverà immersi nella giornata tranquilla dei pescatori, di un cane che segue il proprio compagno in bicicletta o di un monumento che svetta a decine di metri d’altezza da sempre, sulla cima di un campanile. Que viva Sevilla!
    (Siamo in attesa della seconda foto più grande del mondo: Milano, resa nuovamente vivibile da Pisapia)
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 302: POLITICA – Consigli elettorali

    Foto su Ansa.it, montaggio di Reset Radio su Facebook.

    L’empasse del Pdl a Milano arriva fino al suo massimo esponente, che piega male la scheda elettorale e lascia fuori proprio il simbolo del Movimento 5 Stelle. Adesso sappiamo che Silvio Berlusconi non ha votato per Mattia Calise, soprattutto che il suo voto dovrà essere stato annullato. Chi ha voglia di controllare al seggio? Che gli dirà la Moratti per aver sottratto una preferenza alla sua lista?

    (Stefano De Pietro)