Categoria: 061

  • Referendum/1. La gelida intransigenza dei signor “astengo”

    Li ho incontrati. I Signori “Astengo”. Non pensavo in questa fase referendaria di individuarne il genotipo. Incrociavo più facilmente cittadini colti dall’incertezza, dalla disinformazione, dal non saper che dire, e infine dal “perché proprio io? Ma che c’entro?!”. L’astensione diventava conseguenza, non lucido calcolo per evitare il quorum.

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  • Referendum/2. La disparità Rai tra si e no

    Il TG2 delle 20.30 (2 giugno) informa sulla manifestazione dei radicali a Roma. Battaglia di numeri e, conseguentemente, di quorum. Il ministro Pisanu rassicura: anche gli italiani all’estero potranno votare per il referendum, “E i 9000 soldati?” si domanda Coscioni, loro, voteranno?

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  • Referendum/3. Google nella rete confessionale

    Incrocio per la seconda o terza volta lo spot televisivo del governo che informa su uno dei quesiti referendari della legge 40. Si tratta di quello relativo alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni, e per la seconda o terza volta resto perplessa.

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  • Censura Rai. Se il pope benedice la pulizia etnica

    Pochi l’avranno notata, forse, ma la manipolazione compiuta dal TgUno delle 13,30 di venerdì 3 giugno, merita una citazione. Preceduto dal fatidico annuncio, “e ora vi mostriamo un documento di eccezionale drammaticità”, va in onda un filmato sulla mattanza etnica di Srebrenica: si vedono alcuni prigionieri musulmani, tutti giovani, ragazzi, condotti in un bosco con le mani legate ed eliminati a colpi di mitra da boia con la divisa dell’esercito serbo.

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  • Ustica. Scomparsa una vittima del segreto di stato

    E’ brevemente tornata alle luci della ribalta – causa il suo decesso – la figura di Aldo Davanzali, imprenditore e presidente della società cui apparteneva il DC 9 abbattuto ad Ustica: letteralmente rovinato – su tutti i piani – dalla ragion di Stato che ha imposto la versione dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, essersi trattato cioè – fuor d’ogni dubbio (e d’ogni logica) – di un cedimento strutturale, e non di un missile “amico”, come tutti sanno.

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  • Il Secolo XIX/1. Un giornale pieno di leggerezza

    Che cosa succede al Decimono? Uscito in questi giorni, «“Il Secolo XIX”. Un giornale e una città 1886-2004» (Ombretta Freschi, Laterza, euro 24), è un vasto lavoro di ricerca che, come osserva Valerio Castronovo nella prefazione, è “ricco di annotazioni illuminanti”. Quattrocentodieci pagine utili per sapere del passato, ma non per capire cosa accade e sta accadendo (forse anche cosa accadrà) al vecchio Decimonono.

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  • Il Secolo XIX/2. Le donne che fastidio in redazione

    Il cambio è stato traumatico anche all’interno e “l’esterno” molto spesso non riesce a leggere che cosa accade dentro ai mezzi di informazione nei momenti in cui cambiano i direttori e gli assetti dirigenziali. Il lavoro di Ombretta Freschi ci aiuta, ma solo in parte, a decifrare che cosa accade nella redazione del Decimonono.
    Il nuovo corso del Decimonono mosse i primi passi già nell’epoca Di Rosa.

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  • Cornigliano. Verità, mezze verità e bugie sull’acciaio

    Il 17 febbraio 2005, a un mese e mezzo dal voto che lo incoronerà, i quotidiani locali annunciavano che Burlando aveva un suo progetto per Cornigliano. A giorni lo avrebbe presentato alla città. L’idea era semplice: “più spazio a Riva”. E’ precisamente quello che si sente al teatro Modena scelto da Burlando per calare l’asso. Così i quotidiani del 22 febbraio: “Burlando ridisegna l’acciaio. Claudio Riva: E’ un’ottima idea”.

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  • Inchieste. La vita non è solo marketing

    “Non so se avete presente il piacevole imbarazzo di trovarsi seduti al tavolino di un bar di piazza Soziglia, circondati da una mezza dozzina di ragazze di origine colombiana, tutte straordinariamente carnose e così poco vestite. Sonia, Karla, Paola, Teresa, Luz, Myriam, equamente divise tra bianche, nere e mulatte: saranno poi veri nomi? Che importa. Di sicuro c’è che lavorano nelle cosiddette “alcove” che circondano via Garibaldi”. Da La Repubblica – Il Lavoro di sabato 21 maggio, di Massimo Calandri.

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  • Bandiere blu. Se 12 spiagge pulite vi sembran tante

    E’ stupefacente l’entusiasmo che ha riscosso tra gli addetti ai lavori la notizia pubblicata dai quotidiani locali del 20 maggio ’05: “In Liguria sventolano 12 bandiere blu… record di spiagge ok e mare pulito”. E ancora: “Se l’Italia sale ai vertici europei per qualità del mare e dei servizi turistici, la Liguria fa un bel gruppo di sorpassi e s’invola solitaria (sic!) sul podio più alto in Italia”.

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