Centro storico – La misteriosa sorte delle case Tonodue

Venticinque anni fa a Genova la cooperativa “Città Vecchia” diffuse con un pubblico convegno (relatori: Guido Alpa, Luigi Cocchi, Bruno Gabrielli e Umberto Morello) i principi della sua missione. La coop era stata fondata l’anno prima per realizzare ” …un progetto dalla portata enorme: la ristrutturazione del centro storico. Fondata da un gruppo di giovani che guadagnano troppo poco per potersi comprare una casa ma troppo per chiederla allo Iacp (…) che dunque chiedono al Comune di avere in diritto d’uso per trent’anni un alloggio, in modo da compiere a proprie spese i lavori di riattamento…”.


La frase virgolettata è tratta da un articolo di Chiara Borghese su Il SecoloXIX del 29 aprile 1981. Le case che venivano chieste al Comune erano quelle del suo “patrimonio disponibile”, cioè alloggi pervenuti alla proprietà comunale generalmente sotto forma di donazione o altre forme non programmate: si trattava di poco più di un centinaio di unità immobiliari sparse qua e là, tutte abbandonate al degrado, non essendovi alcun interesse, da parte della civica amministrazione, di renderle atte ad una salubre abitazione.
Il progetto, decisamente non utopico, era stato sottoposto all’esame sia dell’assessore al Patrimonio (Delfino) che a quello delle Finanze (Monteverde) ricevendone un favorevole giudizio, tanto che la Lega delle Cooperative lo fece proprio, costituendo un’apposita cooperativa di secondo livello, il Consorzio Centro Storico, che gestì la parte edilizia di alcune iniziative immobiliari discendenti da questo progetto (ad esempio il riuso del rinomato casino di Piazza della Lepre). Questo progetto si ispirava al collettivismo della proprietà elementare, cioè dell’abitazione. Le case, infatti erano e restavano di proprietà pubblica.
Stupisce oggi constatare come nessuna delle unità immobiliari allora individuate negli elenchi del “disponibile” figuri tra quelle che il Comune ha assegnato all’azienda speciale “Tonodue” incaricata di vendere appunto pezzi di patrimonio comunale disponibile. Gli elenchi sono allegati alle deliberazioni del Consiglio Comunale che ha varato i conferimenti: DCC n.27 del 19.3.2001, DCC n.194 del 17.12.2002, DCC n. 1 del 13.1.2004, DCC n.30 del 23.3.2004, DCC n.110 del 15.11.2005. Ha però destato qualche preoccupazione l’inserimento in lista di taluni edifici che la gente riteneva indegno cederli alla proprietà privata.
A me invece interessa sapere che fine hanno fatto tutte quelle unità immobiliari segnalate. Si possono fare solo due ipotesi: o sono state cedute (vendita o altro tipo di scambio?) al di fuori della convenzione con Tonodue, o sono ancora in attesa di una riqualificazione patrimoniale, presumibilmente sempre al di fuori della convenzione con Tonodue (visto che non appaiono nelle liste di conferimento). Forse tra i cinquemila lettori di questa newsletter c’é qualcuno che sa?
(Rinaldo Luccardini)