Appetiti – Quelli col diritto a un buon posto

Giovani, seri, con ottimi cognomi, ansiosi di mettere le loro competenze al servizio della città matrigna. Genova che li costringe a lavorare altrove. Ma loro si sono messi insieme, si sono chiamati “Prospettiva Genova” e si sono presentati ai concittadini. Non per sostenere un candidato sindaco, non per un programma elettorale o per una sua parte. Niente di tutto questo.


I 30-40enni chiedono – ultima uscita su Repubblica del 5 gennaio 2007 – che la politica si ricordi di loro per collocarli nei luoghi delle decisioni che contano. Ad esempio in quella fitta e misteriosa rete di società “partecipate” a cui Comune, Provincia e Regione hanno dato vita in questi ultimi anni e che sono le vere sedi dove si fa la politica della città.
Come criticarli? Loro non vogliono parlare di politica e quando lo fanno usano espressioni che rivelano una certa insofferenza (“Battere i pugni sui tavoli romani”, Repubblica 12 dicembre 2006). Chiedono solo di occupare i posti che la politica dovrebbe assicurare ai tecnici o agli esperti ma che invece (spesso) usurpa per collocare il proprio personale in carriera o trombato, o comunque propri fiduciari che le assicurino dalle “partecipate” in questione un qualche ritorno.
Ma “Prospettiva Genova” è ben attenta a non muovere critiche alla occupazione che i partiti fanno dei vari consigli di amministrazione e così via. Piuttosto chiede di essere ricordata nelle attribuzioni. Sentite. “L’auspicio pertanto è che i consiglieri di indirizzo – e per loro Scajola, Burlando e gli altri potenti – prima di compilare la lista dei futuri consiglieri di amministrazione (della Fondazione Carige) cerchino bene in tutti gli anfratti per trovare anche trentenni e quarantenni outstanding da inserire nei magici dieci.”
Peccato: tanta intelligenza e passione civica che finisce nella più tradizionale delle lettere ai potenti perché ci si ricordi di loro, i 30-40enni. Giovani ma già esperti dell’arte di navigare tant’è che stanno ben attenti a non dire una parola sulla Fondazione Carige, sul superclan guidato da Scajola che oggi la governa. Né fiatano sulla proposta dello stesso Scajola – che ha il solo scopo di coinvolgere l’opposizione nella difesa a oltranza di Carige – di andare alla elezione del Consiglio di amministrazione (per il quale si propongono come outstanding) con una lista unica.
“Prospettiva Genova” non denuncia gli scandali e gli inciuci, neppure chiede rendiconti ai politici; vuole solo il “posto”. Ma se dove girano i soldi non si parla di politica di cosa si parla allora?
PS Anche Emilyguria, per bocca della DS on. Pinotti, chiede un “posto” nello stesso Consiglio di Amministrazione; in nome delle quote rosa. Le larghe intese richieste da Scajola, ha scritto Pinotti, potrebbero essere la buona occasione proprio per mettere una donna in Consiglio. Il prezzo politico delle grandi intese? Ma chi se ne frega; neppure a Emilyguria si parla di politica (“Fondazione Carige: Emily prenota un posto in consiglio”, Il Secolo XIX, 6 gennaio 2007)
(Manlio Calegari)