Piazzate – Pretendono ordine, non legalità

Le coincidenze di date hanno talvolta un senso che va oltre l’accostamento temporale. Lunedì 26 marzo si è svolta a Milano, sul far della sera, la fiaccolata per la sicurezza e l’ordine pubblico, voluta dal sindaco Letizia Moratti, con in testa anche Silvio Berlusconi, deciso a non lasciare la scena alla sua ex ministra, possibile aspirante alla leadership di Forza Italia.


Lo stesso giorno 26 marzo, sempre a Milano, il pg del processo per lo scandalo Sme ha concluso la requisitoria chiedendo la condanna a 5 anni di carcere (al solito virtuali) dell’ex premier, per corruzione in atti giudiziari. Si tratta di un ramo piuttosto contorto del processone che portò già alla condanna (definitiva) di Previti e dell’ex giudice Squillante, condanna evitata invece, almeno finora, dal cavaliere grazie al fuoco di sbarramento di leggi e leggine ad personam, da parte dei suoi avvocati-parlamentari.
Dunque, la figura pubblica accusata di aver corrotto alcuni magistrati, uno dei reati più inquietanti, guida la protesta dei cittadini per reclamare maggior rigore, tolleranza zero. Come nota il giurista Mauro Barberis (Il Secolo XIX, Commenti & Opinioni) sicurezza equivale a legalità più ordine (“law and order”), ma mentre quelli che sfilano con le fiaccole pretendono l’ordine, la contromanifestazione milanese della catena umana reclama legalità. I nostri pronipoti probabilmente studieranno un caso come questo come classico esempio di schizofrenia o cinismo politico, insomma un paradosso inaccettabile in una comunità appena evoluta.
Sempre in tema di coincidenze non solo temporali, il 24 marzo cadeva l’anniversario (1976) della presa di potere dei militari argentini: fu la dittatura più sanguinaria di tutte quelle dell’America Latina e, quanto a ferocia, è paragonabile al nazismo. Era capeggiata dai militari della tragica Escuela de Las Américas, come l’ammiraglio Eduardo Massera, nome che figura negli elenchi della P2, insieme a Berlusconi e Cicchitto.
(Camillo Arcuri)