Cartoline – La Camera, quel posto dove vengono le Jene

Via dei Fori Imperiali, Roma. Un bambino chiede alla madre quale animaletto produca quel verso ripetuto. Un uccellino, un insetto? No, è una pallina che un immigrato dallo Sri Lanka lancia ripetutamente in aria. Durante il volo, prima di ritornare nel palmo del lanciatore, la pallina gracchia. Poco più avanti, un altro dispensatore di futili inutilità produce bolle di sapone. Lo fa immergendo un oggetto di plastica in un contenitore di schiuma. Poi lo estrae. L’oggetto è una specie di Beretta. Premendo il grilletto si diffondono insieme una bolsa musichetta e le bolle, che il ponentino riversa sui passanti. Osservo con la speranza che nessuno acquisti l’arma al sapone. La speranza non dura a lungo. Più avanti scopro la vittima. Un bimbetto coreano distribuisce senza saperlo spari e bolle.


In piazza Montecitorio, un gruppo di lombardoveneti osserva una cartina. La più sveglia del gruppo, dopo attento esame, si volta verso il palazzo ed esclama: “E’ la Camera!” L’ho scritto con la maiuscola per il mio innato rispetto per le istituzioni, ma forse non ho interpretato appieno le intenzioni della ragazza, che infatti, dopo una brevissima pausa, così continua: “E’ il posto dove ci vengono le Jene!” Povera democrazia, penso. Il suo epicentro simbolico e fattuale vive nell’immaginario del nord-est per la satira di una trasmissione tv! Ma forse non tutto il male viene per nuocere, soprattutto se il gruppetto passerà anche dai Fori. Altrimenti, come svangherebbe la giornata il cingalese che vende palline gracchianti per bambini e adulti non cresciuti?
(Giuliano Giuliani)