Ma quanto ci costano le micro-Iri locali?

Repubblica del 10 maggio scorso ha dedicato quasi una pagina e mezza ai “costi della politica”: un’intervista al ministro Giulio Santagata (Ulivo), “Troppo personale in politica, va tagliato”, e un articolo di Mario Pirani, “I partiti nomenklatura”. Santagata riferisce dei costi materiali degli oltre 400 mila eletti; Pirani vi associa altri costi, di cariche e incarichi inventati dalla politica per allargare il piatto.


Scrive Pirani che la classe politica, chiamata a dirigere il paese con regole democratiche e il consenso della maggioranza si è trasformata in un “classe sociale, autoreferenziale che utilizza la politica come strumento di promozione, di potere diffuso e anche di benessere assicurato”. La selezione della classe dirigente non si svolge per meriti e competenze ma in base “a principi di fedeltà, appartenenza, connivenza” e adesione al potente di turno. Un metodo perverso che avvelena la società civile, demotiva le giovani generazioni, delegittima i valori della professionalità, umilia gli onesti impegnati nel servizio pubblico.
Ma c’è di più.”La nostra classe partitica, non avendo negli organismi a disposizione, spazi sufficienti di occupazione ha fatto emergere dal nulla una miriade di nuove strutture inutili. Si può dire che non vi è assessorato che non abbia per corrispettivo una cosiddetta agenzia…”. “Alla scomparsa dell’IRI sono subentrate micro-IRI locali, le Società per lo sviluppo con a cascata una serie di società figlie. L’elenco comprende centinaia di sigle per regione… Non esiste purtroppo una mappa completa di questa nuova Italia. E’ chiaro comunque che in questo contesto le differenze tra destra e sinistra scompaiono. L’una e l’altra sono interessate ad una complessa struttura di potere che assicura la crescita di quella che nei regimi comunisti si chiamava la classe eterna, autoreferenziale, inamovibile, distruttrice di ogni qualità che non sia l’appartenenza.”
Mario Pirani, l’autore dell’articolo, non è un qualunquista, un seguace dell’antipolitica; al contrario è un antifascista e democratico convinto, valente giornalista impegnato da sempre nella difesa e nella crescita della vita civile del nostro paese. E scrive su Repubblica, quotidiano non sospetto di simpatie per il centro destra. Qualcuno, ministro o uomo politico, troverà tempo per rispondergli? O meglio ancora: ci sarà un sindaco, un presidente di provincia o di regione che dirà: d’accordo, è un problema serio e tanto per cominciare vi informiamo di come stanno le cose. E, come del resto ci chiede l’ultima Finanziaria, che ci invitava a farlo entro il 30 aprile scorso, e così per gli anni a seguire, comunicheremo alla Funzione pubblica le informazioni relative alla nostre partecipazione a consorzi e società. Faremo di più: dal 1° gennaio 2007 – che è passato da oltre 4 mesi ma pazienza – gli enti locali pubblicheranno, come chiede la Finanziaria, e aggiorneranno semestralmente – sul loro albo e sul sito internet i dati relativi ai rappresentanti negli organi di governo delle società partecipate e i relativi compensi.
Così tanto per cominciare a parlarne seriamente!
(Manlio Calegari)