Cemento – C’è chi si inquieta e chi si stupisce

I fatti prima di tutto. A Savona e dintorni un manifesto annuncia per giovedì 21 giugno alle ore 16.30 un dibattito sull’argomento del giorno, ” Territorio e ambiente: un progetto oltre il cemento. La difesa della linea di costa della Liguria (e non solo)”. Protagonisti parlanti, oltre a personalità di rilievo di Legambiente Liguria, anche l’assessore regionale all’ambiente, il sindaco di Savona, il magistrato Sansa, il prof. Spalla e altri ancora. Quel che si dice un gran bel cast. A coordinarlo c’è Marco Preve un giornalista della redazione genovese di Repubblica noto per l’impegno con cui da tempo tratta della materia cemento e dei suoi dintorni.


Prima sorpresa: nei giorni successivi su Repubblica-Lavoro non si trova alcun resoconto del dibattito. Eccesso di modestia della testata che pure era coinvolta nell’evento? Non si sa. Ne parla invece, il Secolo XIX, ma solo nella sua edizione savonese del 22 giugno. Poche righe dove si fa notare come il magistrato genovese riferendosi al progetto del grattacielo Fuksas avrebbe affermato tra l’altro che “quel grattacielo è solo una speculazione e che i protagonisti che ci sono dietro sono inquietanti”.

Seconda sorpresa: cinque giorni dopo, il 27 giugno 2007, compare sul sito della Regione Liguria la notizia che il suo presidente Burlando ha scritto alla procuratore della Repubblica di Savona chiedendogli di valutare l’opportunità di un “approfondimento” relativo alle dichiarazioni del dr. Sansa. A sollecitare la lettera del presidente Burlando è stato il termine “inquietanti”. Il suo impiego, scrive l’estensore, allude a possibili retroscena che potrebbero turbare l’obiettività degli uffici regionali chiamati a valutare i progetti in questione.

Il 28 giugno 2007 ne parla, finalmente, anche Repubblica. “La battaglia di Fuksas. Burlando contro Sansa”: metà pagina, taglio alto. Nell’articolo, non firmato, si ricordano le fasi della vicenda savonese si chiede a Sansa cosa pensa dell’iniziativa del presidente della Regione. “Se non fosse che fa caldo e non voglio sprecare energie, mi metterei a ridere… La Regione ha uffici, strumenti e funzionari in grado di accertare se dietro determinate operazioni vi siano delle irregolarità. Invece chiede alla procura di Savona di andarsi a informare sul perché si inquieta un cittadino che interviene in un pubblico dibattito. E’ un percorso che mi pare abbia anche un sapore vagamente intimidatorio… Io mi posso inquietare perchè determinati progetti mettono a rischio l’ambiente, perché posso ritenere inquietante un certo modo di amministrare o di fare l’imprenditore, oppure di come viene interpretato il bene comune”.

La conclusione del magistrato e che l’inquietudine resta una prerogativa di un sano spirito di cittadinanza e che il potere anziché stupirsene dovrebbe preoccuparsi di salvaguardarla o quanto meno apprezzarla.
(Manlio Calegari)