Scienza – Parlar di stelle dietro le sbarre

Carcere di Chiavari, 16 ottobre. La scimmia del Festival della Scienza sbircia curiosa dai manifesti bianchi trasformando il luogo in altro da sé. Almeno per un paio d’ore. E’ stata scelta questa mascotte – spiega Manuela Arata – perché il festival ha come titolo la curiosità, che è il motore degli scienziati e perché siamo nell’anno europeo delle pari opportunità… Le scimmie sono animali molto curiosi…


Sorride ai presenti l’organizzatrice dell’evento ed i suoi occhi brillano d’entusiasmo nel raccontare l’esperienza del festival. Parla di un paese in cui i ricercatori non contano nulla, del referendum sulla fecondazione assistita, del fatto che laddove si progettavano dighe oggi si progettino scarpe. Ed elenca i molti laboratori previsti nell’edizione 2007: cucina, fuoco, vulcani, matematica, concerti rock e serate a teatro. Per quest’anteprima –voluta dalla direttrice della Casa Circondariale Maria Milano– a programma ci sono le stelle, spiegate da Walter Riva, direttore dell’Osservatorio di Genova. Letture ed astronomia si passeranno il testimone, l’osservazione del cielo è un fenomeno antico.
Nel cortile l’incontro tra chi è dentro e chi è fuori scivola tra il serio e il faceto perché assi, poli terrestri, galassie, pianeti, stelle devono essere raccontanti con metodo e leggerezza. Chi è dentro ricorre alla battuta per ridere di sé, dei compagni, della vita. E’ come scioglier le catene e per un istante prender aria. “Che dici, mi mettono dentro se fumo?”, chiede ridendo un ragazzo al compagno. Le posizioni dei pianeti, le distanze, l’immaginarsi una vita altrove vengono esaminate con cura: Plutone? No, c’è troppo ghiaccio, Venere? No c’è troppa aria, Mercurio? No lì aria non ce n’è. Saturno, Urano, Nettuno nemmeno, sono palle di gas. Una grande serra su Marte? E’ impossibile –spiega Walter Riva– ci vorrebbe un razzo grossissimo per portare il materiale. Un razzo grosso pesa, deve essere potente, ed un razzo potente costa!
I detenuti hanno scritto una lista di domande. Il foglio dondola tra le mani del più autorevole, qualcuno le pone al direttore dell’Osservatorio che è entusiasta: “Bravi! Devo offrirvi da bere…”, “La prossima volta vi offro una cena…”. Ci sono la costellazione di Orione e Sirio, la stella più luminosa del cielo, la storia di Atlante e Zeno, le Pleiadi che dettavano il tempo della mietitura. Ma c’è anche la delusione nel sentirsi spiegare la differenza tra astronomia e astrologia. Il cielo è cambiato. Dal punto di vista astronomico “non avete più il segno che credete di avere”, “Ma non mi dica così! Me lo sono anche tatuato!”.
Il tetto di cielo sopra il cortile si colora di rosso. Poi di un azzurro scuro. Le stelle dalle nostre parti si vedono poco e male. Colpa dell’inquinamento luminoso, spiegano i relatori. Qualcuno solleva la testa per poi riabbassarla.
(Giulia Parodi)