Statistiche – Il suicidio di massa per ora è rinviato

Nel 2000 la Organizzazione Mondiale per la Sanità giudicò tutt’altro che trascurabile la potenziale influenza dei mezzi di informazione nel favorire o nel prevenire il ricorso al suicidio, e tracciò delle linee guida per indirizzare i media ad una corretta trattazione di questo argomento. Qualche esempio? “Utilizzare fonti affidabili e riconosciute”, “Usare particolare cautela nel diffondere e interpretare i dati e le statistiche sul suicido”, “Evitare l’utilizzo di titoli a grande impatto e in prima pagina”…


Bisognerebbe fare avere queste regole al Secolo XIX che giovedì 8 novembre è riuscito ad infrangerle tutte proponendo una prima pagina piena di incredibili errori e di arbitrarie correlazioni a condimento di un articolo intitolato “Depressi, 1500 in cura”. L’articolo, nella sostanza, intendeva promuovere il “Centro Idea, per la diagnosi e cura dei disturbi depressivi e d’ansia” che opera presso l’ospedale S.Martino in convenzione con la Asl offrendo un ascolto telefonico e indicazioni per un possibile sostegno alle persone che telefonano segnalando uno stato di disagio.
Precede il titolo un box con grafici che, tra altri numeri, riporta in grande e ben evidenziato su fondo verde il tasso di suicidi registrati a Genova: un agghiacciante 4,5%! Sfido che nella nostra città la popolazione continua a diminuire! Per fortuna un veloce controllo ci tranquillizza, si tratta di un errore, tanto grave quanto plateale: i tassi di suicidio vengono infatti forniti sulla base dei 100.000 abitanti. Il valore corretto quindi è 0,0045%. Una bella differenza.
Tirato questo sospiro di sollievo ecco però un altro tuffo al cuore: “dieci anni fa Genova aveva una media di suicidi dieci volte superiore a quella italiana”. Anche in questo caso una piccola, facile, rapida verifica (un giretto di qualche minuto in internet) ci rassicura: i dati Istat del 1998 segnalano un tasso di suicidio a Genova più alto di quello medio italiano, ma solo del doppio: 11,9 su 100.000 abitanti contro i 5,9 nazionali.
Non abbiamo alcun elemento per poter avanzare giudizi sulla efficacia e qualità del servizio offerto dal Centro idea, che probabilmente merita di essere promosso.
Resta profondamente opinabile il fatto che la sua promozione sia stata fatta suggerendo una semplicistica relazione di causa ed effetto tra depressione – non meglio specificata – e suicidio sostenuta da dati sbagliati e allarmistici.
(Paola Pierantoni)