Religione – Te la do io la libertà di insegnamento

Mentre va scemando il clamore suscitato dal caso di Rignano Calabro sulle presunte violenze ai danni di alunni di una scuola materna da parte di insegnanti e altre figure (tanto che Repubblica ci informa dell’esito negativo della perizia dei RIS solo nella edizione locale di Bologna del 13 dicembre 2007), la scuola torna sui giornali con un ennesimo caso di mala istruzione, perfettamente integrato nel clima natalizio. Su Il Giornale di giovedì 13 dicembre appare una lettera di un padre, avvocato, che denuncia un fatto apparentemente gravissimo: la maestra di suo figlio avrebbe impedito al ragazzino di rappresentare Gesù in un disegno a tema natalizio da portare alla famiglia, rispondendo in seguito alla madre che la religione deve restare fuori da scuola, persino a Natale.


Un articolo di Luca Volontè sulla Nazione contribuisce a inasprire il clima, suggerendo che la laicità dello Stato si trasformi in tal modo in discriminazione contro la religione cattolica. La bomba è innescata: venerdì pomeriggio la maestra viene sospesa dall’Ufficio Scolastico Regionale (con la decurtazione del 50% dello stipendio), per “aver limitato la creatività espressiva del bambino”. Emergono ulteriori notizie: l’avvenimento risale a quindici giorni prima, il preside ne era già a conoscenza. La versione della maestra è differente: aveva fornito i suoi alunni di cartoncini dove disegnare decorazioni per l’abete sotto il quale pare fosse già presente, assieme a una folta schiera di angioletti, la rappresentazione della natività secondo tradizione cristiana, e quando il bimbo si era messo a disegnare su un altro foglio Gesù, era stato redarguito e riportato alla consegna ufficiale. Sabato persiste la ‘linea dura’ de La Nazione che accenna velocemente ad una lettera scritta da tutti i genitori degli allievi della classe a difesa dell’operato della maestra, contrapponendola a pareri di altri genitori (della classe o conoscenti dell’autore? nell’articolo non si capisce) contro questa pretesa tutela di laicità. Il Giornale modera i termini accennando al fatto che lo stesso genitore autore della denuncia si augura che l’indagine si concluda senza ulteriori danni per la maestra: la ‘tiratina d’orecchi’ dovrebbe bastare. Su Repubblica viene dato maggior risalto alla libertà di insegnamento, alle proteste di genitori e insegnanti della scuola e dei sindacati. Nessun quotidiano accenna al comunicato-stampa firmato da tutti i docenti dell’istituto dove viene ribadita la presenza del presepe a scuola e la fiducia nella collega, fiducia che intercorreva anche fra insegnante e alunni/genitori e che rischia di essere compromessa dalla ‘spettacolarizzazione’ della vicenda e dalla trasformazione di un futile fatto scolastico in avvenimento da “Truman Show”. La ‘bomba’ è stata innescata da alcuni giornali, i quali, mentre l’avvenimento viene ridimensionato, perdono interesse con la stessa rapidità con cui lo hanno presentato. E gli insegnanti avranno capito ancora una volta che è meglio non fare, non opporsi, non correggere. Basta una lettera scritta dal genitore ‘giusto’ al ‘giornale’ giusto per scavalcare la libertà di insegnamento di una qualsiasi insegnante e l’operato stesso del suo dirigente scolastico
(Maria Cecilia Averame)