Categoria: 168

  • VERSANTE LIGURE


    CAVALIERE DI MARE

    Scajola sferza Odone:

    “Hai scelto un comunista!”

    a Margini si oppone

    “un soviet-porto ha in testa!”

    (vuol Silvio anche al timone

    di un bel porto zarista).


    Il porto di Sansilvioburgo?

  • Privatizzazioni – Le “morti fisiologiche” passate e future

    “Morti fisiologiche”. Così sono stati definiti – secondo quanto riferito da “Anno zero” giovedì 13 dicembre – i numerosi decessi dell’Ilva di Taranto. La frase – degna di un generale – è solo cornice ad un evento, quello torinese, nel quale di decessi se ne sono contati cinque.
    Nell’imbuto siderurgico l’informazione mette tutto: lavorazioni – freddo, caldo – addetti e società, ricordando a tratti che il costo che viene pagato oggi è quello dovuto alle privatizzazioni, nelle quali il profitto risponde al capitale investito. La frittata, a girarla all’infinito, mostra la stessa faccia da entrambi i lati. E la domanda che tutti si dovrebbero porre è: a chi è giovato?

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  • Informazione – L’armata contro i nuovi vandali

    Le notizie disturbano. Mercoledì scorso scoop di Repubblica: Berlusconi indagato a Napoli per una storia poco edificante, legata alla sua idea fissa di dare la famosa “spallata” a Prodi, costi quel che costi, magari facendo cambiare casacca al senatore Pd Nino Randazzo, eletto dagli italiani all’estero. La procura di Napoli -annuncia il TgUno delle 20- smentisce categoricamente, ma intanto manda a perquisire casa e ufficio del giornalista “colpevole”.

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  • Il libro – Egoismi pubblici altruismi privati

    ¿Por qué se vuelven odiosos los viejos? Están demasiado satisfechos y no ceden su lugar. (Adolfo Bioy Casares, “Diario de la guerra del cerdo”, 1969)

    Nel “Diario della guerra al maiale” Bioy Casares racconta di una Buenos Aires sconvolta da una crudele guerra contro i vecchi. A termini rovesciati, Tito Boeri e Vincenzo Galasso, esperti di economia e di mercato del lavoro, raccontano di un’altra guerra, incruenta, dalla quale le nuove generazioni escono con meno prospettive di quelle che avevano le generazioni precedenti. Lo fanno in “Contro i giovani. Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni” (Mondadori 2007, euro 15,00) descrivendo all’inizio le storie di vita di alcuni giovani di generazioni diverse.

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  • Statistiche – Quei record di asineria e di delitti in famiglia

    Vi manca qualche argomento di conversazione? Ve ne fornisco alcuni. Sappiate che, secondo una ricerca annuale condotta da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, in base a indicatori ambientali quali quantitativi di PM10 e NO2 nell’aria, quantità media di nitrati nell’acqua, percentuale di depurazione delle acque, offerta e uso dei trasporti pubblici, qualità ambientale del trasporto pubblico, auto circolanti, verde urbano, abusivismo edilizio e altri parametri Genova è al settantesimo posto su 103 città, dopo Roma (sessantottesima) e molte altre, poco prima di Torino (settantatreesima) e Milano (ottantaduesima). Posizione meritata o giudizio troppo severo?

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  • Religione – Te la do io la libertà di insegnamento

    Mentre va scemando il clamore suscitato dal caso di Rignano Calabro sulle presunte violenze ai danni di alunni di una scuola materna da parte di insegnanti e altre figure (tanto che Repubblica ci informa dell’esito negativo della perizia dei RIS solo nella edizione locale di Bologna del 13 dicembre 2007), la scuola torna sui giornali con un ennesimo caso di mala istruzione, perfettamente integrato nel clima natalizio. Su Il Giornale di giovedì 13 dicembre appare una lettera di un padre, avvocato, che denuncia un fatto apparentemente gravissimo: la maestra di suo figlio avrebbe impedito al ragazzino di rappresentare Gesù in un disegno a tema natalizio da portare alla famiglia, rispondendo in seguito alla madre che la religione deve restare fuori da scuola, persino a Natale.

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  • Processo G8 – Il buco dei black bloc e altri lati oscuri

    La stampa nazionale ha prestato scarsa attenzione alle udienze del processo genovese contro i 25 del G8 2001. Un po’ di più al processo della Diaz (ancora in corso): forse perché a rischiare il rinvio a giudizio sono, tra gli altri, l’ex capo della polizia, De Gennaro, l’ex capo della Digos, Mortola e l’ex questore Colucci. Una serie di intercettazioni telefoniche rivelerebbe la complicità tra soggetti indagati, testimoni e confidenti di entrambi al fine di depistare le indagini dei magistrati (Repubblica 25 novembre ’07, “G8, De Gennaro verso il rinvio a giudizio”; idem, 26 novembre, “G8, anche Mortola indagato”; idem 27 novembre, “G8 la telefonata di Colucci: Devo fare marcia indietro”; idem 29 novembre, “G8, un piano per le promozioni. Nelle intercettazioni dei funzionari premi per gli imputati: pioggia di telefonate tra indagati e testimoni per concordare le strategie difensive”).

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  • Quaderni.net – Il Museo degli operai a Genova c’è (o quasi)

    Tutti sanno del 2004 e di Genova – in quell’anno – “capitale della cultura”. Più difficile che qualcuno ricordi il gruppo di operai e tecnici che – scherzosamente ma non troppo – aveva deciso di progettare un “museo degli operai” da affiancare alle altre manifestazioni in corso in città (OLI n.109).

    Ne avevano discusso – nel 2004 – durante una decina di incontri, tra una portata e l’altra, nell’atmosfera conviviale di altrettante trattorie poste attorno alla città. Dieci incontri di cui – su richiesta dei compagni di tavola e di progetto – Manlio Calegari ha steso una sorta di verbale. Si intitola “Il museo degli operai” ed è il resoconto di una lunga, appassionata discussione dove la ricerca delle “cose” da mettere nel museo, si intreccia con le rispettive storie personali. Sullo sfondo, ma non troppo, la congiuntura economica e politica del dopoguerra. Chi vuole saperne di più lo trova sulla rete quaderni.net (http://www.quaderni.net/WebMuseo/MuseoIndex.htm)

  • Migranti – La pantomima bipartisan delle leggi sui flussi

    La distanza tra il numero 350.000 e il numero 47.000 fornisce una misura della separazione tra politica e realtà, un metro su cui misurare il livello della ipocrisia nazionale. Quarantasettemila sono i posti disponibili per fare “entrare” in Italia lavoratori provenienti da Stati con i quali il Governo italiano ha stipulato accordi di cooperazione (Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Tunisia). Trecentocinquantamila è il numero delle domande che sono arrivate, tutte, certamente, riguardanti stranieri che sono già qui, in Italia.

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