Se le morti bianche rendono

L’intervento “Morti fisiologiche” di g.p. pubblicato nella Newsletter n. 168 del 19 dicembre 2007, quando sostiene il teorema “ricerca dell’utile d’impresa = insicurezza del lavoro” rappresenta una posizione ideologica, purtroppo spesso verificabile. Non sempre e ovunque, però: sarebbe davvero terribile se tutte le imprese private del mondo si comportassero così!
L’impresa privata opera con l’obiettivo di realizzare un utile, ovvero di “far soldi”. C’è quindi da aspettarsi che farà ogni mossa che avvicini questa prospettiva. Anche corrompere, anche frodare, anche infrangere le norme di sicurezza, a condizione che convenga, cioè che il rischio di trovarsi a pagare una pena maggiore del lucro ricavato dal comportamento criminoso sia contenuto. In tal caso, infatti, la commissione del reato diventa conveniente, e ci si può aspettare che questa strada sarà battuta da molti.


Quindi non è il solo perseguimento di un utile a portare al comportamento criminoso, ma la sua miscela col sistema giudiziario “all’italiana”: processi lumaca, prescrizioni, patteggiamenti, indulto, cioè tutto l’armamentario che realizza in Italia una “giustizia di classe”. E così, se il reato che commetti ti porta molti soldi, puoi pagare famosi avvocati e avere la quasi-garanzia di pena nulla o piccola.
Nei Paesi dove la giustizia funziona davvero, avremo imprese private che adottano, sempre perché così loro conviene, tutti i possibili standard di sicurezza, e non troveremo che l’amministratore della più grande società per azioni e della più grande banca d’affari del Paese sono pregiudicati, come accade da noi.
La spiegazione del fenomeno non è, quindi, ideologica, ma razionale, come abbiamo visto, scoprendo anche che le morti sul lavoro hanno molto a che fare con truffa e corruzione, altro record italiano (non a caso) tra i Paesi occidentali.
(Bernardo Gabriele)