Meteo – Vieni in Liguria che l’indovini

Ci sono certamente cento cose più serie e importanti, ma a volte anche il bollettino meteo può offrire qualche spunto per una riflessione sul tempo che fa, non solo dal punto di vista climatico. Da giorni e giorni i tg, stavolta con perfetta equilibrio bipartisan, segnalavano per mezzo di cartine, animazioni, commenti, pioggia e freddo per le feste di Pasqua su tutta Italia. Nuvole e rovesci dalle Alpi alla Sicilia alla Sardegna, con una sola minuscola eccezione – affidata esclusivamente alla grafica, senza una parola di più – per l’arco ligure, dove sui teleschermi risplendeva costantemente il simbolo del sole.


Se è un luogo comune – la trasmissione del Trio insegna – che “non c’è più la stagione di mezzo”, è altrettanto risaputo che le previsioni meteo ormai ci azzeccano: e così è stato. Le giornate di Pasqua e Pasquetta sono state bellissime da queste parti; aria fresca, sole caldissimo, venticello frizzante, cielo terso. Ma chi se ne è accorto se non coloro che hanno scelto più o meno a caso la Liguria, azzeccando il terno secco? Ora, come si sa, questa regione vive in gran parte di turismo e sembra legittimo che chi ha responsabilità in un settore produttivo di tale importanza, si interroghi su come funziona il meccanismo mediatico, anche quello delle previsioni del tempo (una delle rubriche, per chi non lo sapesse, con più alto share).
Sappiamo attraverso quali meccanismi si producono queste notizie? E’ solo un caso se la nostra regione viene così poco considerata, e non solo meteorologicamente parlando? E’ un riflesso di una più complessiva perdita d’immagine che si proietta sul piano dell’informazione; oppure si tratta – è possibile – di scarsa capacità nel richiamare l’attenzione sulla realtà locale? Qui non è il caso di intonare pianti vittimistici, in nome della “cultura del basilico” tradita. Sembra semmai più utile tentare di reagire a una perdurante trascuratezza, con vivacità, intelligenza, magari un po’ d’inventiva: prendere spunto dai paradossali silenzio dei bollettini meteo-tv, per lanciare qualche messaggio in controtendenza. Tipo: Vieni in Liguria che l’indovini.
A meno che i ponderosi uffici turistici regionali non abbiano cose “più serie” a cui pensare.
(Camillo Arcuri)