Ilva 2. Quanti interessi occulti da Punta Vagno a Vesima

La storia di queste ultime settimane sembra riprendere un copione già visto. I quotidiani del 13 ottobre hanno riferito dell’ennesima “riunione fiume” tra regione, tecnici Ilva e governo e poi, separatamente pomeriggio con Comune e Provincia “per stilare una ipotesi di bozza di accordo sull’area a caldo Ilva, ipotesi naturalmente subordinata all’arrivo effettivo dei finanziamenti promessi da Berlusconi a Biasotti”.


Due giorni prima (quotidiani dell’11 ottobre) il ministro Matteoli aveva dichiarato che i soldi necessari sarebbero stati trovati sicuramente entro fine anno o, al più tardi, all’ inizio 2005. Ma il 31 dicembre 2004 scadono i termini della sdemanializzazione delle aree che non essendo state ridistribuite dalla Società Cornigliano dovrebbero ritornare al Demanio.
E’ dunque probabile un rinvio. Uno più o uno meno non sarà questo a cambiare i termini della questione che sono sempre più avvolti nella nebbia. Nessuno a Genova crede più che l’attuazione dei progetti di bonifica di Cornigliano e relativa ridistribuzione delle aree sia bloccata perché mancano 55 milioni di €. In pentola bollono altri interessi ed è venuto il momento che almeno l’opposizione dica quello che sa.
Lo ha chiesto in un editoriale del 24 ottobre anche Manzitti, il responsabile de il Lavoro. E’ arrivato il momento, ha scritto, che vengano svelati appetiti e interessi che da Punta Vagno a Vesima, saldano forze politiche e progetti elettorali. “Dentro c’è il Multipurpose ma c’è anche Cornigliano, con le sue aree, le sue banchine, le sue bonifiche, i suoi nuovi territori da dividere e affidare. Non facciamo gli ingenui…”. E’ una partita che si sta giocando con diverse squadre in campo, scrive ancora Manzitti, “con i suoi sponsor e qualcuna persino con le sue compensazioni trasversali”. Tutte cose che restano oscure e forse addirittura nascoste ai cittadini.
(Manlio Calegari)