Ilva/1 – Riva corre da solo

Se qualcuno pensava che solo chiudendo gli occhi il problema sparisse o che – tra omaggi di bulloni, convegni, promesse di sodalizi eterni – i pronostici sarebbero cambiati, oggi deve guardare in faccia la realtà, lasciarsi alle spalle il senso del ridicolo e trovare gli strumenti legislativi ed occupazionali per far fronte al disastro.
Enti locali e sindacati devono abbandonare quello sguardo di sufficienza, rivolto in passato da alcuni di loro a cassintegrati e lavoratori dell’Ilva, per affrontare – come mai è stato fatto in tre anni – la vicenda siderurgia con serietà e determinazione.


Se la consapevolezza è arrivata tardiva – nonostante le numerose premesse di rallentamenti e variazioni del piano industriale – immediato deve essere l’apprendimento di un linguaggio, quello siderurgico, che le istituzioni parlano molto male o non parlano affatto.
Provincia, comune, regione dovranno sapere cosa sono un decatreno, una linea di zincatura e stagnatura, quanti addetti assorbono, con quali turni e le previsioni di crescita nel lungo periodo di ogni prodotto.
Dovranno le istituzioni fornire documentazione specifica in risposta a quella sottoposta loro dal gruppo Riva. Dovranno dire “sì va bene” o “no, non siamo d’accordo” sulla base di competenze acquisite. Senza delegare al sindacato la partita squisitamente tecnica del piano industriale. Per questo è stata presentata a Claudio Burlando la necessità di creare “una commissione” per esaminare le modifiche al piano industriale (Corriere Mercantile 18 aprile 2008).
Inoltre il sindacato farà bene a valutare in futuro perché scendere in campo e con quali modalità. Non sempre le ragioni più nobili incontrano favore. Perché avvenga è indispensabile lavorare su unità sindacale ed informazione a iscritti, dipendenti e cittadini affinché tutti capiscano nobiltà e obiettivi delle manifestazioni.
La vicenda dei sette licenziati – di cui cinque riassunti con trattativa diretta dal gruppo Riva a Novi e due di cui non si hanno notizie – denota che una parte degli interessati non ha compreso l’entità della vicenda e, soprattutto, l’azione di chi ha scioperato per la loro assunzione a Genova con il riconoscimento della trasferta a Novi.
Riva, con questo gesto, ha ridotto il sindacato a figurante. Lo ha spogliato del suo ruolo. E con il sindacato anche gli enti locali così vicini alla causa dei sette ragazzi.
Riva dimostra – se mai fosse necessario – che la trattativa da collettiva può diventare individuale, alla faccia di tutti. Basta stabilire il prezzo. Nel caso specifico 5500 euro.
Lo stile è questo. In tempi non sospetti il sindacato ha perso le iscrizioni sindacali degli impiegati per modalità simili. Trattativa individuale proprietà-dipendente. Senza intermediazione. Il costo morale è stato elevato, ma il terreno impiegatizio era parso a parte del sindacato zona arida. Sindacato e impiegati si sono abbandonati reciprocamente anni fa ed ancora oggi si rinfacciano l’uno con l’altro il prezzo della resa.
La vicenda Ilva è uno dei campi dove si perdono cose importanti: dignità, ideali, progetti. Su questo campo si perdono anche le elezioni. E non è davvero un caso.
(Giulia Parodi)