Mostre – Fino alla fine del mondo

Ci si arriva umidi e trafelati pensando che questa città, sull’orlo del tracollo, non abbia più niente da offrire. Niente di nuovo, s’intende, nel senso più ampio e profondo del termine, tranne qualche copia e incolla di bellezza, arte, cultura. Ed anche il titolo “Fino alla fine del mondo” sembra voler accompagnare il quadro di un cielo carico di pioggia. Sabato 17 maggio vernissage, recita il cartoncino. Interpreti una cinquantina di artisti, coordinati da Renata Soro.
In via San Luca 14, Galleria Ars Habitat (www.arshabitat.it), c’è un mondo di amici e pittori che si salutano e sulle scale aspettano che la folla defluisca per vedere con calma. “Fumo…c’è troppa gente”, “Caldo da morire…”.


Gli ombrelli si accatastano all’ingresso e dentro la sala i più annuiscono felici, come se avessero a che fare con qualcosa di bello e imprevedibile che può dar seguito ad altra bellezza. E in effetti siamo di fronte a qualcosa di speciale. Perché nei quadri, quelli che almeno si riescono a vedere tra un corpo e l’altro, c’è ricerca, attenzione, incanto. E sono tutti insieme un’infinità. Ad unirli, il film di Wim Wenders che ha titolato la mostra e che ha imposto agli artisti scelte precise. Nella pellicola due personaggi girano i cinque continenti in cerca di immagini per ridare la vista ad una madre cieca, ma anche per mettere a punto un sistema in grado di registrare i sogni. Dalle sequenze del film i quadri di questa mostra – allestite con cura da Renata Soro – in cui primi piani, immagini sfuocate e interni diventano di volta in volta soggetto. Il deserto si alterna al mare, Venezia a scorci urbani e a volti e corpi colti in intere sequenze dove c’è dolore, stupor e e attesa.
Siamo stati abituati ad un cinema che per rinnovarsi mette in scena romanzi. In questa mostra sono gli artisti a fissare il film per custodirne immagini e sensazioni.
Per farsi un’idea c’è tempo fino al 30 maggio.
(Giulia Parodi)