Esposizioni – Perché rendere una scultura bidimensionale?

All’interno del Palazzo Reale a Milano è possibile ammirare una serie di statue di Canova che trovano il culmine nella famosissima Danzatrice, prestata dal museo di San Pietroburgo (http://www.scultura-italiana.com/Galleria/Canova%20Antonio/imagepages/image22.html). La statua è stata messa su una piattaforma girevole coniugando la necessità di tenerla vicina ad una parete con quella dei visitatori di ammirarla a tutto tondo. Penso sia questo il significato di una scultura, quello di uscire dalla bidimensionalità della tela dipinta o del muro affrescato offrendo una terza dimensione altrimenti solo immaginabile. Molti hanno cercato di trasportare questo concetto in pittura, dai quadri stereoscopici di Salvador Dalì alle più moderne opere dell’arte “da Biennale di Venezia”: così troviamo lattine ed altri oggetti incollati su tele dipinte per cercare in qual che modo di supplire alla mancanza di spazialità reale della pittura tradizionale.


Mentre guardavo questa bellissima mostra non ho potuto fare a meno di sentirmi fieramente genovese spiegando alla mia compagna di viaggio che a Genova si trova la “Maddalena pentita”, sempre di Canova, e che è una statua di rara bellezza non tanto per la precisione tecnica che forse è superiore in altre opere, ma e soprattutto per l’espressione di tutto il corpo, che si può godere da qualsiasi parte la si guardi, fino alle dita dei piedi, che sono così belle che viene voglia di massaggiarle come fossero vere: ed essendo una persona in posizione inginocchiata, le dita dei piedi si trovano dietro. Ecco, mi ritengo uno dei fortunati che potrà dire di aver visto le dita dei piedi della Maddalena di Canova, perché da oggi il nuovo allestimento l’ha chiusa in una nicchia ed è possibile vederla solo di fronte.
Infatti durante la “pochissimo” pubblicizzata Notte dei Musei 2008 scopro che la statua, che si trovava al Museo di Sant’Agostino, è stata spostata a Palazzo Bianco (o meglio nella sua dépendance a Tursi), al termine di un percorso espositivo esclusivamente pittorico con poche magnifiche esclusioni tra le quali la sala riservata ai tessuti e l’immancabile Cannone di Paganini. In effetti la collocazione al Museo di Sant’Agostino tendeva a tenere la bellissima opera al di fuori delle rotte commerciali dei turisti che affollano Genova in estate e quindi l’idea di base di spostarla in questa nuova collocazione è di per sé ottima. Non basta però l’intenzione, questa gaffe del curatore del museo non passerà inosservata a chi, spendendo il costo di un biglietto, si troverà di fronte una statua godibile solo per il 25% della sua bellezza: che ne dite di chiedere lo sconto del 75% all’ingresso?
(Stefano De Pietro)