Stipendi – Detassare lo straordinario. Le ragioni del no

Il ministro Tremonti conferma che la detassazione degli straordinari è tra i primi obiettivi del nuovo governo e che sarà portata al consiglio dei ministri che si terrà nella settimana che va dal 19 al 25 maggio (Repubblica 10 maggio 2008).
Un lavoratore immigrato edile, mi ha detto di essere favorevole: “Ho una moglie ed una figlia, con il mio salario non arriviamo neanche alla seconda settimana del mese. Sono già costretto a fare lo straordinario, se mi venisse detassato sarei più che felice”. La maggioranza dei lavoratori edili, a suo dire, la pensa così. In particolare, sono favorevoli, i lavoratori immigrati del settore, perchè non hanno la casa in proprietà, non hanno i nonni, genitori e parenti che aiutano, anzi, i familiari sono da aiutare nel paese di origine.


Riflettendo sulla questione mi sono ricordato di un film che ho visto qualche anno fa sulla Rai. Sarà stata sicuramente notte fonda, i “bei” film in tv non iniziano prima di mezza notte. Si tratta di “I compagni” di Mario Monicelli del 1963, con Marcello Mastroianni nel ruolo di un professore socialista, genovese (se non ricordo male), che arriva clandestinamente a Torino, nel 1899 (credo), per appoggiare la lotta degli operai di una fabbrica tessile per ridurre da 14 a 13 ore l’orario giornaliero di lavoro che talvolta arrivava anche a 16 ore. Lotte durissime dove scioperare significava non mangiare e dove la polizia prendeva direttamente gli ordini dal padrone della fabbrica.
Nel 1923 le lotte dei lavoratori italiani culminavano nella conquista delle 8 ore giornaliere e le 48 settimanali con la legge 692; successivamente la legge 196 del 1997 porterà la durata normale dell’orario di lavoro a 40 ore. Oggi, almeno per una parte degli operai edili, metalmeccanici ed agrari c’è il rischio di un ritorno a lavorare tante ore quante 100 anni fa, con la differenza che oggi sembra che i lavoratori siano d’accordo. C’è il rischio di una conflitto tra gli stessi lavoratori, quando la realtà si presenterà con tutta la sua crudeltà, poco tempo per sé e per i propri cari, poca salute, più fatica, più infortuni e morti sul lavoro, meno occupazione per gli altri lavoratori in particolare i giovani. C’è il rischio che aumenti il conflitto con i lavoratori immigrati, in questo caso i motivi saranno reali e non falsi come quelli della sicurezza: il “crumiro” nel film era un immigrato siciliano.
Ha ragione Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, intervistato dalla Repubblica del 12 maggio, ad opporsi a questo provvedimento perché può far saltare gli accordi sulla flessibilità e penalizzare giovani e donne, anche se la sua posizione, almeno inizialmente, rischia di essere impopolare tra gli stessi lavoratori.
(Saleh Zaghloul)