Libertà di culto. A chi da’ fastidio la voce dell’imam?

E’ un po’ che sui giornali non si parla della moschea a Genova. Nel silenzio, per fortuna, le cose tuttavia procedono: l’iter burocratico, ci dicono infatti dal Centro Islamico, è quasi ultimato e il progetto sta per approdare alla Commissione edilizia. Prima di compiere quest’ultimo atto dopo il quale potranno prendere il via i lavori, si attende però un segnale politico da parte del Sindaco.


I problemi infatti, come sappiamo bene, non sono tecnici, ma esclusivamente politici, ed appena sarà chiaro che si è giunti alla fase esecutiva del progetto la quiete attuale sarà immediatamente interrotta da nuove polemiche ed alzate di scudi.
Nel frattempo, anche questo periodo di Ramadam viene vissuto precariamente dal popolo islamico genovese che si suddivide per le preghiere tra il locale affittato a Sampierdarena e due mini-moschee ricavate in spazi di fortuna nel Centro Storico: i tappeti vengono stesi per terra, all’aperto, che sia asciutto o che piova, e le persone si concentrano nella preghiera sotto gli occhi del vicinato e dei passanti. In questo periodo la preghiera si svolge tutte le sere, e a volte capita che qualche abitante non accetti la quotidiana compagnia serale della voce dell’Imam che si diffonde, debolmente amplificata, tra i vicoli, ed esprima il proprio dissenso sparando polemicamente musica a tutto volume dalla finestra aperta.
Ci auguriamo che il Sindaco non tardi a dare il segnale politico che si attende da lui, che la città reagisca con ragionevolezza e che i nostri concittadini islamici possano al più presto avere uno spazio di preghiera dignitoso e privato.
(Paola Pierantoni)