Proposto dal Consiglio Superiore della Magistratura come presidente del Tribunale dei minori di Genova il magistrato Adriano Sansa si è visto bloccare la nomina dal ministro Castelli. Perché, ha detto il ministro, Sansa, al di fuori delle sue specifiche funzioni, avrebbe rivolto critiche al governo in carica. Quando la posizione del ministro è diventata pubblica quello di Sansa è diventato un caso cittadino e non solo.
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Sansa 2. L’intruso che reclama “passione di giustizia”
Dopo le inchieste del 1973 e la stagione da sindaco, tra 1994 e 1997, Sansa ha continuato a essere per i genovesi, anche quelli che meno gli sono favorevoli, un personaggio popolare: intransigente, netto nei giudizi, scomodo. Forse è per questo che “Il Lavoro” non ha esitato a dare rilievo a due lettere aperte indirizzategli di recente dallo stesso Sansa.
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Sansa 3. Il silenzio unica risposta alla richiesta di trasparenza
La seconda lettera di Sansa, pubblicata su “Il Lavoro” del 5 ottobre, richiama il tema della precedente, (“il programma”) e la svolta in corso a proposito della riforma costituzionale. Oggi, scrive Sansa, “il prezioso equilibrio” tra i due elementi che concorrono a formare la democrazia: “il principio di uguaglianza che tende alla eliminazione delle diseguaglianze fra individui e gruppi (democrazia sostanziale), e un insieme di procedure che garantiscono la partecipazione dei cittadini al potere e al controllo su di esso (democrazia formale)”, è messo in discussione da un progetto di riforma seriamente alterante.
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Incidenti. Fabiola, vittima della precarietà
In questi giorni ho pensato a Fabiola Sfalanga. Si è schiantata con la sua vespa in Via Pacinotti venerdì 29 ottobre tornando a casa. Pioveva forte. Ha superato la doppia riga continua, è finita contro la portiera di un taxi ed è stata ribaltata sotto le ruote di un autoarticolato.
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Itinere. Si muore di lavoro anche per strada
Infortuni “in itinere”, infortuni di serie B: se uno muore andando al lavoro, o tornando a casa che ci si può fare? Che colpa ne ha il datore di lavoro? Sarà tutt’al più un problema di insicurezza delle strade, oppure la colpa sarà proprio di chi si è fatto male: non avrà messo il casco, non sarà stato attento, sarà andato troppo veloce… Sono discorsi che ho sentito molte volte, ma per fortuna, lo scorso 13 Ottobre all’Auditorium del Teatro Carlo Felice di Genova ho sentito qualcosa di diverso.
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Libertà di culto. A chi da’ fastidio la voce dell’imam?
E’ un po’ che sui giornali non si parla della moschea a Genova. Nel silenzio, per fortuna, le cose tuttavia procedono: l’iter burocratico, ci dicono infatti dal Centro Islamico, è quasi ultimato e il progetto sta per approdare alla Commissione edilizia. Prima di compiere quest’ultimo atto dopo il quale potranno prendere il via i lavori, si attende però un segnale politico da parte del Sindaco.
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Buonavoglia. La rivoluzione dell’ascolto secondo Abraham Yehoshua
Come si possono ascoltare la vita e la morte di Israele? Elisabetta Pozzi dice che sì, ci sono i saggi, i documenti: si può partecipare al dramma del Medio Oriente, ma lo si percepisce con la mente, lo si comprende. Per viverlo, per sentirlo vibrare sotto la carne, allora servono i romanzi, come quelli di Abraham Yehoshua, invitato a Genova dal Circolo culturale “I Buonavoglia”.
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Opinioni 1. Tuscania in cattedra a Genova e Nassirya
Ho appena finito di leggere sul numero 31 il pezzo dedicato all’utilizzo in Iraq, a scopo didattico, dei filmati del luglio genovese. Potrei dire di essere totalmente d’accordo se non fosse per una, chiamiamola così, dimenticanza. Provo a metterci una pezza.
Quando si parla di Genova 2001 si tende a ricordare la Diaz e Bolzaneto, dimenticando piazza Alimonda. -
Opinioni 2. Bibliofili espulsi dalle biblioteche
Sono un buon lettore; affezionato e onnivoro. Per questo “batto” le biblioteche civiche, soprattutto Berio e Universitaria ma anche Gallino o Lercari. Amo le raccolte storiche o le collezioni e “sbrodolo” per il libro raro o quello antico. Mi muovo a mio agio tra gli scaffali, i repertori, le bibliografie.
