Marketing – Tutti belli come in tv

Inferno dei precari, girone della Grande Distribuzione Organizzata. Faccio la promoter in un megastore tecnologico, per il lavoro più continuativo e sicuro degli ultimi tempi: trattasi di nientepopodimeno, di sei giorni di fila, uno dietro l’altro, stesso orario stesso posto, un filo di perle di fiume in questi tempi barocchi. Quando tutta la tua esperienza di lavoro in un posto si concentra in una settimana scarsa, inevitabile bruciare le tappe: al primo giorno a malapena sai dov’è l’ingresso, al secondo ti proponi con disinvoltura come la massima esperta di testine pivotanti per il contropelo, al quarto rischi il burn out e, se solo avessi la mutua, ti abbandoneresti languida ad un esaurimento nervoso.


La posizione è comunque ottima per un breve ed intenso laboratorio di osservazione antropologica, specie se si è stanziati nel reparto bellezza. Vi siete mai domandati come mai andando per strada si abbia la sensazione di vedere sempre la stessa faccia, che si ripete su variazioni d’età e statura? Sempre la stessa faccia patinata e polita, ovunque.
La questione è che la gente, quando va a comprare uno strumento per la cura della propria persona, non ha in mente un oggetto. Ha in testa un sogno, e dietro quel sogno c’è sempre un gingle. Alla domanda “In che posso aiutarla”, ti risponde, senza esitazione “Vorrei quel tagliaunghie della TV, quello che fa DU- DU-DIDI-DADA’”. Io, che non accendo un televisore da almeno cinque anni, sorrido impavida e allungo con sguardo sapiente un tagliaunghie a caso, ed il signore se ne va via contento.
Ma le adolescenti sono spietate. Se si tratta di aggeggi per capelli, non si può bluffare: “ma quello della TV ha la giada e la tormalina i cristalli di Saturno e le proteine del caucciù! E questo no…Lasci stare, faccio da sola”, ti gelano.
Poi, arriva una signora, molto curata, a chiedere una piastra. La vuole professionale, full optional, che faccia i ricci, i boccoli, le onde, che idrati i capelli e tenga la piega per almeno una settimana, insomma, quella della TV. La prendo e gliela mostro, e la signora sorride sufficiente. “No, non è per me! Io ce l’ho già”. “Tesoro mio, ti piace?” chiede ad una bimbetta sui cinque anni scarsi, che tiene per mano “E’ proprio quella della TV, vedi…”. La matura e la baby-vestale della bellezza vanno via soddisfatte.
(Daphne)