Ambiente – Taranto raccontata dai bambini

I bambini. Finalmente. Loro l’autorevolezza del gesto. Lasciare la traccia di quello che i grandi sussurrano, magari in cucina, ascoltati da figli che sembrano distratti, presi da altre cose.
Finisce nelle inchieste di Repubblica – mercoledì 11 giugno – la Taranto avvelenata dei bambini che con loro i disegni la raccontano diretti come cerbottane.


Certo, questa volta, l’impegno politico è stato parecchio: un libro di centinaia di pagine, Nichi Vendola – presidente della regione Puglia – che ci si è speso, e molte scuole. Però sono i bambini, con gasometri, ciminiere e nuvole grigie, a raccontare l’Ilva. E i suoi veleni. Che sono morti in amianto, tumori in crescita con “una comunità ostaggio del terrore”.
Poi, sempre a Taranto, c’è Alessandro Langiu (www.alessandrolangiu.it) scrittore, autore di testi teatrali ed attore. Un vulcano di impegno ed idee che racconta le morti bianche e la sua città partendo dal dettaglio delle molte voci che la subiscono.
Langiu è stato a Genova il 22 maggio in occasione del Festival delle Energie “Collasso Energetico”. Ha messo in scena “Venticinquemila granelli di sabbia”. In sala un pubblico troppo esiguo per uno spettacolo – l’attore autore solo in scena – commovente ed ironico. Aspro da ricordare.
Con lui si entra nel “quartiere Italia” (rione Tamburi) e si tocca la sabbia rossa che lo stabilimento siderurgico produce ogni giorno, avvolgendo, a seconda del vento, palazzine tutte uguali – così uguali da non poterle distinguere – e cose. Una mamma passa ostinata l’aspirapolvere mattina e sera. E la malattia che tocca a caso, altri da sé. E poi i giochi a pallone. La sigaretta fumata di nascosto e un vecchio che porta i ragazzi in barca. Langiu è tutti loro. Muta voce e sguardo, veloce trascina. Senza dubbio sei lì.
Torna se stesso per dire al pubblico che ai suoi spettacoli raramente ha visto dipendenti Ilva. Solo un’eccezione: un operaio malato di cancro, furente di rabbia, stupito dall’omertà dell’azienda sui pericoli.
A distanza di settimane dallo spettacolo l’articolo di Repubblica è il tassello in più. Non speranza autentica, ma seme che si aggiunge. Poi viene in mente che bambino è rimasto un po’ anche Alessandro Langiu. Quando con “bambino” si intende integrità. E tutto torna.
(Giulia Parodi)