Casa DS/ 2. Mai visto Cofferati così ingessato

Silenzio della stampa locale su l’ “Iniziativa pubblica autofinanziata per un congresso DS che parli al paese” relatori Melandri, Casadio, Cofferati. Solo due gli interventi provenienti dall’uditorio in risposta all’invito, contenuto sulla locandina, “contribuisci anche tu”. Pubblico attento ma freddo. Anche il “cinese” non coinvolge; certo non è quello conosciuto due anni fa a palazzo San Giorgio quando con Adriano Sansa galvanizzava la platea e preoccupava la “Quercia”.


I tre oratori ripetono che le proposte del “gruppo dei 22”, il loro, vorrebbero rappresentare un momento di riflessione per il dopo congresso. L’ affermazione induce a pensare che i giochi congressuali siano già fatti. Ma allora a che serve il contributo richiesto?
Quanto al progetto di riforma costituzionale portato avanti dal governo, prevale l’incertezza. Si riconosce che la prassi di riformare norme costituzionali, con i soli voti della maggioranza, è stata inaugurata dal centrosinistra (maggioranza di 4 voti) nell’infruttuoso e opportunistico tentativo di catturare, col federalismo, i voti della Lega. Ci sono anche dubbi -Melandri- sulla possibilità di rovesciare con un referendum il progetto di nuova costituzione. Si avverte il pericolo di un confronto elettorale su una materia complessa come la costituzione, senza televisioni a disposizione e con una scarsa influenza dei quotidiani. Cofferati, per il quale c’era grande attesa, mostra una prudenza imbarazzante, eccessiva. Per una firma, una sola da lui apposta su una mozione dal contenuto ovvio, si è sollevato un putiferio. E’ questo che lo ingessa? Silenzio anche sulla stagione dei girotondi che pure lo aveva avuto tra i suoi leader e silenzio sulla lotta dei magistrati che solitari si affannano, nel disinteresse generale, a richiamare i rischi che il sistema dei rapporti istituzionali corre con la riforma governativa.
Vista fuori delle dinamiche congressuali che l’hanno provocata, la riunione lascia a dir poco perplessi. L’impressione che prevale è quella di un gruppo di giocatori di carte che, imperterrito, continua a litigare sulle regole e sul punteggio nella stanza di un palazzo in corso di demolizione.
(Vittorio Flick)