Handicap – Grifi d’oro tra celebrazione ed oblio

A Giacomo Piombo è stato assegnato il Grifo d’Oro “Un riconoscimento che il Comune conferisce alle persone che hanno contribuito a fare grande la nostra città”. I giornali non ne hanno quasi parlato. Tra la folla che aspettava l’evento, davanti a Palazzo Tursi, contentezza, commozione, incredulità: “c’è da non crederci che ci abbiano pensato!”
In realtà a pensarci sono state due associazioni per i diritti dei portatori di handicap, che hanno avanzato la proposta al Comune.
Giacomo Piombo ha un passato da operaio, studi poveri, una grande intelligenza e capacità di innovazione, e una dedizione ai diritti di chi ha un handicap che lo ha portato ad una totale autonomia di pensiero e di azione. Una fama che rasenta il mito tra le persone povere e angosciate dalla contiguità con l’invalidità fisica o mentale, l’invisibilità altrove.


Andandoci a parlare il giorno dopo di una giornata che lo ha reso felice, si ascolta una analisi impietosa dello stato dei servizi sociali della nostra città. “Rivedrei alla base tutta l’impostazione dei distretti sociali. Mancano di formazione. Non si integrano con quelli sanitari. L’unica risposta che sanno dare è: “non abbiamo una lira”. Che non ci siano soldi lo sappiamo, saremmo pazzi a non renderci conto dei problemi economici dei comuni, ma bisognerebbe almeno che i servizi analizzassero a fondo la situazione di chi va da loro, tentassero strade per dare qualche risposta anche parziale attivando quel che esiste sul territorio (associazioni, volontariato, reti). E poi, se non ci sono soldi, gli enti locali prima di imbarcarsi in nuovi investimenti devono pensare ai più deboli, ormai siamo a livelli che la gente non mangia più”.
Nel colloquio viene fuori anche la Regione: nel 2006, sotto la pressione dei sindacati dei pensionati, è stato introdotto il “Fondo per la non autosufficienza” (finanziamento di 43,5 milioni di euro in tre anni) che prevede un assegno mensile da 280 a 350 euro a nuclei familiari con un reddito non superiore a 20.000 euro. Finora 3759 beneficiari e 4629 in attesa.
Ma, dice Piombo, la monetizzazione è un grande errore. Questi soldi devono andare ai servizi per garantire assistenza qualificata a chi ha le necessità più gravi. Oltretutto ci sono casi di parenti che intascano i soldi senza nessun vantaggio per gli invalidi: non c’è controllo su questo.
Nello stesso pomeriggio, su Farheneit, un esponente della Fondazione Zancan, intervistato a proposito del rapporto Caritas sulla povertà in Italia dice le stesse cose: “il sistema dei “voucher” è sbagliato, per tutelare chi è più in difficoltà vanno sostenuti, estesi e qualificati i servizi”.
Noi vorremmo dare delle indicazioni, dice Piombo, perché chi amministra conosce poco i problemi, ma è difficile: non ci sono consultazioni preventive sulle scelte e sul bilancio.
Durante la cerimonia, nell’elencare i nomi di chi già ricevette il Grifo, Marta Vincenzi dimentica quello di Don Balletto. Stesso destino per Piombo?
(Paola Pierantoni)