Università – Il tempo di un progetto

Genova, Italia: 40 anni
La Facoltà di Ingegneria cerca una sistemazione definitiva. Da decenni è intollerabilmente sparsa tra varie sedi. Quella della Fiera del mare da 40 anni è una sede provvisoria.
Nel 2005, l’annuncio, “Ingegneria si riunifica e sale agli Erzelli con una dote di 120 milioni (Secolo XIX, 13 novembre). Centoventi milioni a carico dello Stato, della Regione e dell’Università che subito diventano 140. L’operazione di spostare un’intera facoltà divise in varie sedi a Ponente appare complessa. Nel 2008 si complica ulteriormente con la richiesta da parte di aziende private, Confindustria, Regione, Comune, di trasformare contestualmente Ingegneria in Politecnico. In pratica, una seconda università per la Liguria.


I cittadini, molti nello stesso mondo accademico, non capiscono l’essenza del progetto. Ingegneria predispone una “bozza preliminare” che sarebbe solo “una bozza di fattibilità” (Secolo XIX, 3 febbraio 2008). Ad aprile, nomina otto commissioni “che dovranno raccogliere tutti gli elementi per elaborare il piano di fattibilità del Politecnico” (Secolo XIX, 10 aprile). Si parla di portare gli attuali 4500-5000 studenti di Ingegneria ad almeno 8000, ma, paradossalmente, gli spazi riservati a Ingegneria sugli Erzelli si restringono perché, nel frattempo, i costi sono lievitati a più di 200 milioni (Repubblica, 3 maggio 2008). Sembra che Euromilano, l’impresa costruttrice, ritenga necessario aumentare gli spazi riservati a Ingegneria da 81.000 a 94.000 mq, una decisione a cui la facoltà si dichiara tuttavia estranea (ma chi, allora li aveva richiesti?). Una nuova bozza, restringe gli spazi riservati a Ingegneria a 65.000 mq (Repubblica, 7 ottobre). C he sia facoltà o che sia politecnico, non sembrano previste, contrattualmente, solide opzioni su future aree di espansione. La preside in pectore, Paola Girdinio, sdrammatizza: “Oggi, abbiamo 45.000 mq. Passare a 65.000 è un salto avanti” (Repubblica 2 ottobre). Rimangono tuttavia “aspetti problematici”, commenta il preside uscente Gianni Vernazza, tra questi “un posto principale ha quello legato alla logistica, con tutti i problemi di viabilità e di parcheggio”(Repubblica, 7 ottobre).
Sono problemi gravissimi: parlare di “aspetti problematici” è solo un eufemismo. Il 25% di Erzelli (ma può salire fino al 35%) sarà destinato a residenze, il resto ad aziende e alla ricerca. “Mille abitazioni a regime, quattromila persone stabili a viverci dentro, più altre dodicimila a lavorarci. Quindici-sedicimila in tutto. Un paese”, scrive M. Minella, su Repubblica (3 ottobre 2008). Regione, Comune e Ferrovie annunciano di avere appena firmato un protocollo d’intesa per valutare la fattibilità di nuove fermate metropolitane, tra le quali, Erzelli (City, 16 ottobre). I tempi previsti per questo studio non sono stati resi noti. Ma bisogna essere ottimisti.

Francia: 2 anni

Lettera da Parigi

Révolution all’università

In Francia è in atto una grandiosa mobilitazione di risorse finanziarie e umane per rilanciare dieci atenei di eccellenza. Un esempio da seguire.


È giunto a compimento in questi mesi in Francia un processo di rinnovamento delle Università che vede, da parte dello Stato, un investimento di 10 miliardi di euro in 5 anni al fine di adeguare 10 campus universitari (1 miliardo per ogni campus) alle sfide scientifiche del XXI secolo. Il progetto fu lanciato da Dominique de Villepin nel febbraio 2007 e, nonostante il cambio di Presidenza e il pessimo rapporto tra Villepin e il nuovo Presidente, lo Stato ha mostrato una efficace continuità, sì che l’11 luglio 2008, il Ministro alle Università e alla Ricerca del nuovo governo, Valérie Pécresse, ha potuto annunciare i dieci siti selezionati da un comitato internazionale di 8 personalità (in cui siedono un prefetto emerito, un fisico, un astrofisico, un economista, un rettore di università americana, un rettore di università canadese, il rettore emerito del Collège de France, il Direttore generale di Accor). In soli due anni il processo: le sedi si sono candidate con una impressionante mobilitazione di docenti, urbanisti, autorità regionali, municipali, prefetture; il Comitato ha vagliato la qualità dei progetti e l’integrazione con la ricerca di eccellenza esistente, da un lato, e dall’altro con parametri di sviluppo fissati con rigore: riqualificazione del patrimonio universitario e urbanistico, sviluppo della ricerca e della Regione, integrazione urbana della vita universitaria (alloggi per studenti, trasporti rapidi, attività culturale e sportiva). Le sedi scelte sono: Aix-Marseille, Strasburgo, Lyon, Bordeaux, Grenoble, Montpellier, Toulouse, Saclay, Paris-Aubervilliers, Paris intramuros. Come si vede, non c’è stata affatto “spalmatura” geopolitica : il sud-ovest ha visto premiare, per la qualità del progetto, tre campus (Montpellier, Toulouse, Bordeaux) il nord-ovest nessuno. Parigi ne esce smagrita e con un campus innovativo collocato – con un ardito progetto urbanistico e di ricerca – in una delle banlieues più povere e più vive di sperimentazione sociale: Aubervilliers. Piccola chiosa: la Commissione interagisce con Ministero, Regioni, Comuni interessati da ogni singolo campus, Atenei in questione, comunità locali: organismi decisionali sufficienti da noi per richiedere due anni per la sola prima convocazione plenaria….


Clicca qui per leggere l’intero articolo di Carlo Ossola pubblicato sul supplemento “Domenica” del “Sole 24 Ore”, 19 ottobre 2008.