Web 2.0 – Quando è vero soltanto ciò che vince

Se avete un profilo su Facebook, se leggete ed interagite con la nostra newsletter, se comprate su e-bay o partecipate ad un forum di cucina regionale, se scrivete un blog invece del diario segreto, siete approdati anche voi, magari senza saperlo, allo Web 2.0.
Si tratta, secondo la definizione di Wikipedia, di “uno stato di evoluzione di internet”, ovvero “l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente”. L’utente si sposta al centro dei servizi e dei contenuti, li modifica a proprio piacimento, ne influenza l’evoluzione, insomma, crea un mondo virtuale che rispecchi fedelmente le proprie preferenze e convinzioni.


Paese delle meraviglie o agghiacciante buco della memoria delle idee minoritarie? La deriva dello Web 2.0, o “web sociale”, si legge in un articolo di Carlini, è appunto la mancanza un confronto: “I social network rischiano di relegare i partecipanti delle singole community e di isolarli dagli stimoli di realtà diverse. Il paradosso del web sociale è la sua mancanza di pluralismo e di contraddittorio”.
Un caso concreto. Vi sarà certamente capitati durante qualche ricerca, una pagina inconfondibile profilata di verde, avatar sorridente, una domanda e tante risposte: si chiama Yahoo Answers ed è un servizio di social searching di Yahoo, attivo dal 2006, che permette di porre domande e di rispondere a quelle degli altri utenti, sugli argomenti più disparati. Yahoo Answers è stato definito da PC World come “uno dei migliori esempi di partecipazione da parte della community presenti nella Rete”. In realtà, molti in rete ne parlano come del peggio di internet.
Un sistema di premiazione dei partecipanti, sorto con l’intenzione di incentivare gli interventi, prevede che per porre domande o risposte sia necessario spendere da 2 a 5 punti. Chi ha posto la domanda può scegliere la migliore risposta: il vincitore si accredita dieci punti da spendere ponendo nuove domande e rispondendo. Le conseguenze del sistema, così come l’uso che viene fatto dello strumento, sono quanto meno opinabili: Yahoo Answers viene usata come contenitore delle domande più idiote e delle risposte più incompetenti. L’assenza di un’autorità fa sì che spesso vengano premiate e divulgate false verità, o meglio, opinioni condivise che non hanno neppure la necessità di essere vere. Si propagano rapidamente e si alimentano di consenso, per quanto siano idiote, insensate ed illogiche. Qualche esempio? Una delle sezioni più roventi è quella relativa all’immigrazione. Il tenore delle domande è il seguente “Se fossi rom avrei potuto avere anche io casa e sussidio?” “P erchè il mio datore di lavoro si rifiuta di assumere persone straniere?” “Quanto ci vorrà perchè le bombe carta diventino bombe vere?” “Quale la razza più aggressiva tra gli immigranti?””Sarà l’ora di chiudere le frontiere, ce ne sono già abbastanza?”.
Ogni “migliore risposta”, come prevedibile, segue in scia il tono della domanda e diventa, fatalmente, opinione di massa: “Certo che è vero, l’ho letto su Yahoo Answers”.
(Eleana Marullo)