Università – La nuova stagione dell’Albergo dei poveri

“Non è una maledizione, è solo un’ operazione che va fatta per bene… Finora per l’ Università è stato un fardello operosissimo. E’ assurdo che per problemi di inagibilità e sicurezza debbano essere rifatti i lavori nella parte già restaurata”. Così diceva a Repubblica, l’8 agosto 2008, il rettore appena eletto Giacomo Deferrari a proposito del recupero dell’Albergo dei Poveri. E due mesi dopo (Repubblica 27 ottobre) aggiungeva: “L’Albergo dei Poveri? Non è un peso per l’Università, ma una formidabile risorsa”.


D’accordo con lui anche un tecnico autorevole come l’architetto Stefano Fera che, su Repubblica del 28 ottobre, ha scritto: l’Albergo dei Poveri sembra fatto apposta per diventare un “meraviglioso” campus universitario. “Il completamento del recupero dell’ Albergo dei Poveri può produrre una preziosa ricucitura tra la città antica e la città ottocentesca. Esistono, infatti, una serie di percorsi sotterranei che potrebbero essere reimpiegati per collegare la zona del Carmine a Circonvallazione a Monte. Si potrebbe cioè pensare a sistemi di risalita misti, simili a quello dell’ ascensore di Montegalletto, capaci di facilitare lo spostamento di studenti e residenti tra la parte alta e la parte bassa della città”.
Sembra una occasione unica, ma anche una storia che ricomincia e che richiederebbe qualche chiarimento prima di tutto da parte del rettorato. Una storia solo in parte nota che comincia nel 1991 con l’acquisto del diritto di superficie per 50 anni sui 44.000 mq dell’edificio e continua con un costoso e travagliato recupero (solo in corso di opera, i tecnici si sono resi conti che i tetti erano tutti da rifare), aule appena ristrutturate inagibili e lezioni per Giurisprudenza e Scienze Politiche “al cinema per un anno” (Repubblica, 8 agosto 2008).
Uno scandalo che ha avuto uno sviluppo singolare nel luglio del 2007, quando il Senato accademico dell’Università ha accusato la propria amministrazione di essere “debole e inefficace”, rilevando inoltre, a proposito della gestione del recupero dell’Albergo dei Poveri, l’esistenza di “incarichi professionali senza copertura finanziaria, appalti di lavori affidati senza conoscere le condizioni strutturali, mancate verifiche dei costi, rischi di degrado dell’ immobile” (Repubblica, 17 luglio 2007).
Ora il nuovo rettore dice che “è solo un’ operazione che va fatta per bene, fino in fondo”. Certo! Sarà necessario affrontare le gravi questioni di compatibilità economiche e finanziarie, ma non solo. Sarà pure opportuno partire dai rilievi formulati dal Senato accademico di luglio 2007. E ricordare che la drammatica mancanza di trasparenza che in questi anni ha caratterizzato la gestione dell’università è una delle cause dei gravi problemi che oggi sopporta.
(Oscar Itzcovich)