Se a “prendere l’amianto” è l’Ansaldo

Sono un po’ più vecchio di quegli operai dei cortei dell’amianto nei giorni scorsi. Anche a me l’hanno dato. Mi mancavano pochi mesi ai 35 anni e mi hanno detto “guarda che lo riconoscono anche a quelli delle macchine utensili”; io ero tra quelli e quando mi hanno dato il via mi son dimesso. Alla fine ci ho guadagnato 4 mesi; tutto regolare. Di quelli dei cortei ne conosco parecchi: ci sono andato per salutare, chiedere della famiglia, della salute, le solite cose di cui si parla quando da un po’ non ci si vede. Quasi tutti pensano che alla fine un soluzione si troverà ma li avvilisce di fare una figura di merda, passare per ladri.


Tutti quelli con cui ho parlato sono convinti che se non fossero stati a lavorare nelle grandi aziende, in particolare da Ansaldo ma non solo, il premio dell’anticipazione della pensione se lo potevano scordare. Intanto perché già in una azienda di quelle dimensioni e con quella organizzazione è risultato difficilissimo ric ostruire il curriculum di ognuno – dove e quanto avevi lavorato in quel reparto o in quell’altro, che lavorazioni c’erano mentre c’eri tu e via discorrendo – poi perché se in quel posto l’amianto c’era o non c’era è stato oggetto di discussioni e di cambiamenti di opinione nel corso del tempo. Basterebbero queste difficoltà per scoraggiare chiunque e se così non è stato vuol dire che dalla parte dell’azienda c’era un atteggiamento costruttivo. Del resto non è un segreto che l’amianto è servito all’Ansaldo per togliersi un po’ di lavoratori o, se restavano, di non dovergli pagare più i contributi. Ma la cosa che non si vuol dire è che sono stati sindacati e patronati vari a cercare i singoli lavoratori e dirgli che avevano la possibilità di anticipare di due o tre anni la pensione. O, viceversa, se erano i lavoratori che si facevano sotto (“per me” o “per quelli del mio reparto non c’è niente?”) la domanda era accettata senza scandalo. Vuol dire che l’azienda era d’accordo, vi pare? Ho letto che qualcuno ha anche pagato: se così fosse non mi piacerebbe ma neppure questo mi stupisce più di tanto. Gente che è andata a lavorare a 15, 16 anni la fabbrica la odia, non la sopporta. Non vorrei metterla troppo in politica ma proviamo a farci una domanda: c’è qualcuno oggi – a parte quelli che mandano le magliette in Africa – che non pensa per sé? Qual è il messaggio che arriva dalla politica, anche quella normale e non degli scandali? Alla Moltini l’amianto c’era e probabilmente sarebbe facile vedere se c’è ancora, il loro guaio e che non erano Ansaldo. Lo stesso guaio che è toccato e ancora tocca a quelli di Trieste e Monfalcone dove l’amianto ha fatto vittime a centinaia e continua a uccidere ma lì Fincantieri non molla, ha ostacolato indagini, negato documenti e forse cancellato prove.
Anni di lotte per arrivare a una legge appena decente e subito aziende pronte a usarla per mettere a posto i propri conti. Hanno sbagliato i lavoratori a stare al gioco ma, vi domando, qualcuno che conta, tra partiti e sindacati, si è smarcato? Ha proposto un altro gioco? La questione è tutta qui.
(Lettera firmata)