Immigrazione/1 – Metropoli spiega il ddl sicurezza

Metropoli (15 febbraio 2009) informa, punto per punto, sui provvedimenti del ddl sicurezza approvati in Senato. Il più eclatante, rimbalzato su tutti i giornali, la possibilità per il personale medico di segnalare alla polizia gli irregolari che si fanno curare. Gli altri: una tassa di 200 euro sulla cittadinanza, una tassa da 80 a 200 euro sul rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno, il reato di ingresso e soggiorno illegale, che tanto aveva fatto discutere duranti i primi mesi di discussione del ddl, cittadinanza per matrimonio dopo 2 anni, e non più sei mesi, obbligo di denuncia degli irregolari per i money transfer, impossibilità di sposarsi se privi di permesso di soggiorno, iscrizione all’all’anagrafe solo dopo la verifica delle condizioni dell’alloggio, permesso di soggiorno a punti.


Tra le norme bocciate, la possibilità di revocare il permesso di soggiorno anche se si commette un reato per quanto riguarda i diritti d’autore, carta di soggiorno per i familiari che soggiornano in Italia da almeno 5 anni e trattenimento nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione) fino a 18 mesi (norma uscita dalla porta e rientrata dalla finestra: nel dl “antistupri:”- Repubblica, 20 febbraio 2009 – un articolo porta da 2 a 6 mesi il tempo massimo di trattenimento dei centri).
Metropoli non riporta commenti né prese di posizione, a riguardo, la nuda informazione redatta in modo comprensibile anche per chi non ha una perfetta padronanza dell’italiano.
A far contrasto con la mera elencazione di leggi, la lettera di Ala C., moldava, 32 anni, badante clandestina che non vede i suoi figli da 4 anni e che da anni tenta di regolarizzarsi col decreto flussi, senza riuscire “Sono in Italia da 4 anni come clandestina, non riesco ad avere il permesso di soggiorno e vivo sempre con l’ansia di ottenerlo…Perchè non posso avere il permesso di soggiorno anch’io, che sono qui in Italia e faccio un lavoro onesto e pulito e non così facile? Che colpa ne ho io? Che colpa ne hanno i miei figli?”.
(Eleana Marullo)