Il dibattito monco e il gruppo dei 22

“Silenzio della stampa locale”. E’ vero. Il fatto che una parte dei militanti del maggiore partito della sinistra (il cosiddetto gruppo dei 22) contesti la “forma” con cui si svolge il proprio congresso non è di quelle che fanno notizia, anche se poi la “forma” determina conseguenze di sostanza: nel caso specifico l’impossibilità di discutere davvero le questioni di fondo che un partito che si candida a costruire una alternativa di governo deve rendere chiare, sciogliendo i punti controversi e facendole vivere nella mente e nella passione politica di tante persone.


A maggior ragione è degna di nota l’attenzione che O.L.I. ci ha dedicato … anche se per la verità, la via scelta dai 22 non è stata affatto quella “del silenzio” (come titolava uno degli articoli di OLI), ma, al contrario, quella di parlare, e di parlare a tutti, aprendo una discussione:
– nel congresso per sollecitare tutti gli iscritti, indipendentemente se voteranno una qualsiasi delle (4!) mozioni o se si asterranno, a partecipare al dibattito del proprio partito in modo attivo, senza rassegnarsi alla ingessatura della “conta” su mozioni contrapposte.
– oltre il congresso, per coinvolgere, oltre ai militanti dei DS, tutti coloro che guardano al nostro partito come a uno dei possibili protagonisti di una nuova stagione politica.
Per questo il gruppo dei 22 ha intitolato il proprio manifesto: “per un congresso aperto che parli al Paese”
Non solo questioni metodo, dunque, né “partite a carte”, per partecipare alle quali sarebbe stato più comodo scegliere di stare “al gioco”, qualunque fossero le sue regole.
Passata la breve, e non esaltante, stagione dei congressi di sezione – unico livello congressuale in cui la conta avviene – i ”22” , confidando in un clima più sereno a favorevole al confronto, promuoveranno nuovi momenti per discutere, dentro e fuori dai Ds, le questioni di sostanza, le proposte, le opzioni di valore che proponiamo al dibattito politico in corso.
Argomento a parte è rappresentato dalla “delusione” espressa da v.f. per i contenuti dell’intervento di Cofferati: a me sembra di cogliervi piuttosto (non vorrei fare processi alle intenzioni, solo esprimere una opinione) la delusione per ciò che Cofferati “non ha fatto”, per il ruolo politico che ha scelto di non assumere. Ma questa è altra storia.
(Anna Giacobbe)