Lettere – Vado, voto e… torno

Sull’esito del voto ci sono talmente tanti commenti che è difficile farne una critica complessiva, vorrei però richiamare l’attenzione su quanto è avvenuto a Vado Ligure, da oltre 60 anni riserva di voti “sicura” per PCI-PDS-DS: è noto che la candidata del PD ha perso le elezioni a vantaggio di una lista civica che si è formata anche sulla spinta della lotta anti piattaforma Maersk (http://amarevado.it).


Qualche osservazione a caldo sulla forza della partecipazione politica l’ho espressa sul blog di Marco Preve (preve.blogautore.repubblica.it), qui mi interessa invece sottolineare la reazione davvero pavloviana dei giornali locali (Il Secolo XIX e La Stampa edizioni savonesi) che hanno avviato subito dopo le elezioni una serie ininterrotta di “approfondimenti” volti a leggere il risultato elettorale di Vado come: frutto di errore politico, esito di una campagna elettorale basata sull’emotività, rischio per l’intero comprensorio, per la regione, per la nazione; invitando poi i nuovi amministratori di Vado a superare i toni da campagna elettorale (!) e arrivare rapidamente ad un accordo che consenta di salvare il progetto.
Il Secolo poi ha anche detto che voleva contribuire al dibattito dando voce alle diverse opinioni… sono apparse finora sulle pagine savonesi solo ampie interviste a fautori del progetto piattaforma che si dilungano in scenari apocalittici nel caso si blocchi la realizzazione (Sindaco di Savona, Segretario CGIL, Segretario provinciale CNA, Presidente CCIAA di SV).
Quasi del tutto assente una questione centrale: se gli elettori non hanno votato per chi voleva imporre questo progetto forse vanno cambiati i progetti non sconfessati gli elettori.
(Giovanni Daniele)