Rom – Lettera aperta all’assessore Scidone

Capisco che nei momenti di paura, di insicurezza economica lo zingaro diventi facilmente un capro espiatorio.
In Italia, come in tutti i Paesi civili, si è colpevoli per ciò che si commette e non per l’appartenenza etnica. Se anche un solo rom non rubasse lei deve difenderlo da possibili pregiudizi perché le sue sono le parole delle Istituzioni Democratiche che lei rappresenta. Cosa direbbe se un cittadino di Castelvolturno fosse discriminato su base pregiudiziale “perché in quella zona c’è la camorra”?
Prendo tuttavia atto delle parole che lei usa per definire genericamente i rom che viaggiano in camper: “gente che sparge liquami per terra, stende i panni tra i pali della luce e che dove arriva fa aumentare i furti.”


Parlava a titolo personale o a nome delle Istituzioni? Non le sembrano parole eccessive che potrebbero istigare all’odio razziale?
Mi piace citare lo scrittore Claudio Magris che parlando dei rom così dice: “I rom sembrano oggi la minaccia maggiore alla nostra sicurezza. Cieca bugia, distrazione di massa dalla realtà complessiva. Credo che i commercianti taglieggiati dalla camorra scambierebbero volentieri il danno, l’intimidazione -non di rado la morte- che sono costretti a subire con i fastidi di chi abita non lontano da un campo nomadi.” Caro Assessore credo che anche il professor Vattimo e il drammaturgo Pressburger non avrebbero posizioni tanto distanti da quelle di Claudio Magris, tanto per citare alcune personalità della cultura vicine al suo Partito.
Assessore, non le sembra opportuno rifarsi ai valori presentati dagli esponenti di maggiore spessore culturale e umano del suo Partito?
Il rom è da sempre uno splendido campo di battaglia politica, serve a far cadere governi e a metterne in piedi di nuovi, a vincere o a far perdere le elezioni.
E’ vero, alcuni rom rubano come alcuni siciliani sono mafiosi e alcuni pugliesi appartengono alla sacra corona unita, ma il fatto che alcuni vadano fuori dalle regole non ne sancisce una generale e aprioristica negazione dei diritti.
Il rispetto delle regole. Certo, anche i rom debbono rispettare le leggi e se rubano devono andare in galera. Un conto però è chiedere il rispetto delle regole dando diritti, un altro è negare rispetto e diritti. Le continuo a chiedere, dove sono le aree di sosta attrezzate in città? La prego, non mi parli dei campeggi, intendo le aree sosta attrezzate: quelle vere.
Stiamo concedendo diritti ai rom che vivono sotto i ponti di Genova?
Il suo è l’Assessorato alla città sicura, ma la sicurezza deve accarezzare tutti, compresi i bambini rom che continuano a sopravvivere sotto quei ponti.
(Pino Petruzzelli)