Lettere – Diritti e doveri sul web

Leggo l’articolo Internet – Dal 1948 una legge per il web (m.c.a.) sul numero 232 di OLI. Mi trovo solo parzialmente concorde con MCA sulla questione dell’obbligo di pubblicazione. L’ipotesi di Tizio e Caio che litigano sul blog di MCA è una situazione classica, auspicabile in democrazia. Meno classico, ma possibile, che uno dei due sia stato “bannato”, bloccato o nascosto per impedirgli di rispondere. E’ il caso dei giornali, che non intendono sobbarcarsi la responsabilità di alcuni contenuti e si permettono di “astericizzarli”. In questo caso l’obbligo di pubblicazione manleva l’editore e il direttore responsabile di testata. Certo non è facile distinguere tra blog, testata giornalistica, OLI, giornali virtuali e Giornalino di Gianburrasca sul web, quindi formulare una legge che permetta di distinguere è complesso.


La parola “sito informatico” denota in effetti una completa ignoranza in materia, anche se in effetti oggi non esiste una classificazione legale del tipo di contenuti che possono essere pubblicati sul web e quindi una nomenclatura necessaria a scriver e leggi “applicabili”. Se pensiamo che fino al 1990 non esisteva in Italia una definizione di Piccola, Media e Grande Industria, figuriamoci questo.
Indubbiamente anche il termine perentorio delle 48 ore, senza indicare da quando parte il conteggio, probabilmente dalla ricezione di una raccomandata cartacea perché la notifica di lettura di una email non ha valore legale, lascia un alone di incertezza.
Una cosa fatta male per cercare di risolvere un problema reale: ecco, normale, l’Italia di oggi.
(Stefano De Pietro)