Lettere – Mi piacevate più come eravate prima

Ricevo con piacere il nuovo numero della vostra Newsletter, che si apre con un interrogativo sul suo ruolo e sulla necessità di uno sguardo alternativo ai fatti che attraversano la nostra città. Vostro appassionato lettore sin dalle prima pubblicazioni, mi permetto di dire la mia.
Ricordo che Oli nacque come osservatorio ligure sull’informazione, commentando il modo attraverso il quale gli organi di informazione davano conto dei fatti della nostra regione.


Un commento critico che permetteva di andare oltre “il fatto”, ma intravederne cause e conseguenze meno intuibili studiando il “come” veniva raccontato dalle varie testate. Ricordo anche, e ne fui felice, che proprio su Oli potei trovare spazio per dire la mia sul tema del rinnovo contrattuale dei giornalisti e sul legame tra precariato e libertà di stampa. Mi fa piacere peraltro scoprire che alcune delle argomentazioni che sollevai due anni fa sono poi state riprese dall’Ordine dei giornalisti ligure in occasione della recente manifestazione per la libertà di stampa. Insomma, Oli era uno spazio per discutere l’unica cosa di cui solitamente i media non discutono: i loro limiti, i loro secondi fini e le loro prospettive.
Negli ultimi mesi mi pare che la vostra “mission” si sia volontariamente o involontariamente trasformata: non più commentare “il come viene raccontata la notizia”, ma commentare “la notizia”. In alcuni casi, poi, con corsivi personalissimi che nulla aggiungono al dibattito, ma non fanno che riprendere notizie vecchie e già raccontate in maniera dettagliata da quotidiani, radio e televisioni.
Mi piacevate più com’eravate prima.
Un cordiale saluto da un vostro appassionato, ma ultimamente un po’ deluso lettore
(Nur El Gawohary)