Lettere – Il calcio è vita

© foto: Giorgio Bergami
Mi sembrava che il mondo fosse cambiato e invece non è così. Da alcuni giorni mi sto accorgendo che dalle prime pagine dei quotidiani locali sta scomparendo l’unico argomento degno di interesse: il nuovo stadio.
Detta così può sembrare una battuta, ma la cosa è seria.
E’ stato detto: “Qui, se non si fa lo stadio nuovo, Genova rischia di precipitare nell’abisso.” Qui non si scherza più: la Samp è prima in classifica, il Genoa altrettanto quasi. Siamo alla gloria e lì tutti i tifosi e quindi tutta Genova vuole restare. Bisogna tenere alto il discorso politico, sociale, economico e anche culturale. Si, culturale, con buona pace di quei retrogradi dei professori che propinano, ai nostri figli e nelle scuole pubbliche, lezioni sugli artisti, ovvero su un branco di fannulloni, come sono stati giustamente definiti da persone più in alto di me. Ci rendiamo conto che il mondo cambia? Se è vero, come è vero che il calcio è la prima notizia sui giornali, allora è di questo che anche la scuola dovrebbe parlare.


Se il calcio, e più ampiamente lo sport in generale, sono le materie più importanti, mi chiedo, perché solo due ore settimanali? C’è disparità, non c’è uguaglianza. Parliamo tutti di uguaglianza di diritti e poi facciamo due ore di sport e diec i di matematica! Cosa dobbiamo farne di dieci ore di matematica? Retrogradi che non siamo altro, abbiamo inventato le calcolatrici! Allora io dico: affrontiamo da uomini seri il problema principe ( mi scuso con i tifosi sampdoriani, ma non si tratta di un riferimento di parte al Principe Milito, grande campione volato all’Inter) della nostra città. Giornalisti svegliatevi! Restituite spazio al problema dello stadio! Preziosi ha parlato. Garrone ha parlato. Ascoltiamoli, stanno sollevando un problema che riguarda tutti. E allora abuso dello spazio che gentilmente mi concede OLI per consigliare, ma anche per criticare i giornali liguri: non smettete di dare spazio al problema principe (c.s.) della nostra città.
Nella vita di una società, ci sono delle priorità (scusate la licenza poetica), e vanno affrontate da donne e uomini maturi. Se la nostra è una società democratica, deve avere il coraggio di affrontare i problemi in maniera democratica: se non c’è accordo sul sito del nuovo impianto? che si chieda il responso al popolo con un referendum. A chi trovasse la mia idea un po’ costosa dico: in passato abbiamo speso molti soldi in referendum decisamente marginali e che in molti casi non sono nemmeno arrivati al quorum, vedi procreazione assistita, uso dei pesticidi e roba del genere. Il referendum sullo stadio il quorum lo supererebbe eccome! Altro che referendum sulla legge elettorale! Fra l’altro, mi permetto un suggerimento, sarebbe un reale segno di democrazia perché il voto potrebbe essere concesso anche agli immigrati che lamentano da sempre una scarsa partecipazione alla vita politica del nostro Paese. Il calcio interessa tutti. Il calcio è vita. Il calcio è la nostra vita. S enza se e senza ma.
(Orazio Sesto)