Metalmeccanici – La battaglia solitaria che non fa notizia

In Piazza Cavour alle nove del mattino del 12 novembre non si vede traccia dell’annunciato concentramento dei metalmeccanici. Poi finalmente escono una cinquantina di operai delle riparazioni Navali, e si avviano per Via San Lorenzo per ricongiungersi agli altri, sotto la sede di Confindustria, in tutto un migliaio di lavoratori.
Ti ricordi come era anni fa?
Ai giovani proviamo a spiegarlo, ma niente, non capiscono
Ma perché non capiscono?
Forse vogliono dormire un’ora di più
Ma allora si segnano ferie?
E chi lo sa? L’azienda non ci dà i dati per la privacy
E’ che nessuno parla di noi. Se provi a parlarne tu, ti prendono anche per matto.


In effetti nessuno parla di “loro”. Questo ostinarsi della Fiom a protestare per un contratto firmato solo dalle altre organizzazioni sindacali, sui giornali assume il sapore di una stranezza anacronistica. Relegato nelle ultime pagine guadagna posizioni solo quando le manifestazioni causano problemi di traffico. Strano che in tempi in cui si esalta la prova di democrazia delle primarie si digerisca serenamente il fatto che un contratto firmato unitariamente nel 2008, e ancora in vigore, venga disdetto da fim e uilm, minoritarie nella categoria, senza nessun referendum né sulla piattaforma, né sul contratto firmato.
La democrazia nei luoghi di lavoro non conta più nulla? Cosa intendiamo, precisamente, quando usiamo questa parola? A quali ambiti la riferiamo, e perché?
Quanto al merito, per antica affezione ad un tema oggetto, nel passato, di infinite discussioni tra donne, prenderò ad esempio l’incredibile ginepraio introdotto per “regolamentare” (sic!) il part time: orizzontale, verticale, misto, “con superamento dell’orario normale giornaliero, ma inferiore a quello contrattuale settimanale”; con “clausole flessibili relative alla variazione della collocazione temporale della prestazione”, oppure con “clausole elastiche relative alla variazione in aumento della durata della prestazione”. Beninteso “tutte le volte che l’orario concordato sia inferiore all’orario settimanale, è consentita la prestazione di lavoro supplementare in riferimento a specifiche esigenze tecniche, o organizzative, o produttive o amministrative (esercizio: provare ad individuare una fattispecie della organizzazione aziendale che non possa essere fatta rientrare tra queste voci), previa comunicazione alle Rappresentanze sindacali unitarie e salvo comprovati impedimenti individuali”. Leggi: tutte le volte che alla azienda verrà bene, previa una comunicazione puramente formale al sindacato, e salvo “comprovati impedimenti” lasciati nella indeterminatezza e quindi alla mercè di valutazioni arbitrarie, l’orario parziale può essere maggiorato fino al raggiungimento delle 40 ore settimanali, cioè dell’orario pieno. Il limite annuo complessivo può arrivare ad una volta e mezzo dell’orario pattuito. Immaginatevi una persona che abbia scelto questa forma contrattuale per rendere compatibile il lavoro con altre esigenze di vita.
Volete sapere una ulteriore finezza? Nel precedente contratto del 20 gennaio 2008 era previsto, fino al limite del 3 % del personale in forza, il diritto dei lavoratori di passare dal tempo pieno al tempo parziale per una serie di casi personali, con priorità per chi doveva assistere figli, familiari o conviventi “gravemente ammalati, portatori di handicap o che accedano a programmi terapeutici e di riabilitazione per tossicodipendenti”. Col nuovo contratto i tossicodipendenti retrocedono in terza posizione. Del resto lo ha detto anche Giovanardi: è gente che se la va a cercare.
(Paola Pierantoni)