Lettere – Molte e strane regole

Come scrive SDP sul numero 260 di questa Newsletter, ricevere un servizio di sostegno alla ricerca di lavoro può richiedere a volte un percorso tortuoso e spesso – per i “non addetti ai lavori” – dai passaggi incomprensibili. Gli “addetti ai lavori” invece sono chiamati ad effettuare questi passaggi, applicando normative di ogni ordine e grado, per arrivare ad erogare il servizio nella maniera formalmente più consona, oltre che efficace e personalizzata.


I Centri per l’impiego della Provincia di Genova oggi sono principalmente votati all’erogazione di servizi per il lavoro quali consulenze orientatative, l’erogazione di voucher per consentire la fruizione di corsi di aggiornamento professionale, l’attivazione di work experiences, il sostegno all’attivazione di nuove imprese, l’erogazione di incentivi alle imprese che assumono nuovo personale e via dicendo ma devono comunque presidiare numerose funzioni amministrative e rispettare i regolamenti che consentono l’impiego di risorse economiche regionali, nazionali ed europee.
La sostanza di ciascuno di questi servizi è fatta dall’operatore addetto e dal tipo di bisogno del cittadino. La forma e, soprattutto, il tipo di finanziamento del servizio stesso, dipendono da elementi formali che sono imprescindibili.
Quindi per ogni persona in cerca di occupazione deve essere formulato un progetto individualizzato che potrà comprendere servizi diversi e di durata variabile. Questo vale sia per chi si avvicina per la prima volta al mercato del lavoro, sia per chi voglia esservi reintegrato dopo aver perso un lavoro dipendente, sia per gli ex imprenditori, per gli imprenditori, per chi è in generale occupato ma in cerca di migliore occupazione.
Il finanziamento di un percorso individualizzato e la possibilità di godere di “bonus assunzionali”sono strettamente legati al fatto che la persona che si presenta allo sportello di un Centro per l’Impiego sia correttamente individuata come “inoccupata”, “disoccupata” o come “occupata”. Se si tratta di persona “occupata” è necessario capire in quale forma.
Le “leggi ininterpretabili” cui SDP fa riferimento, in certi casi possono rallentare l’esatta individuazione della tipologia di finanziamento utilizzabile, in relazione allo status occupazionale del cittadino. Ma questo pare lo scotto da pagare – da parte dei cittadini e da parte degli operatori – per accedere ai finanziamenti pubblici dei servizi per l’impiego. Il protagonista dell’articolo di SDP è comunque ancora in contatto con il Centro per l’impiego e stiamo cercando insieme di trovare una soluzione che possa andare bene per le sue esigenze.
Grazie per il vostro lavoro di informazione e critica.
(Giovanni Daniele – Dirigente dei Servizi per l’impiego, Provincia di Genova)