OLI 421: TEATROGIORNALE – Coexist

(Foto da IF Italian Factory Magazine)

Il Teatrogiornale è un racconto di fantasia liberamente tratto dalle notizie dei giornali

da Il Corriere.it

Esterno notte, davanti a un muro in una periferia parigina.
Un ragazzo in djellaba bianco e giacca di pelle nera si avvicina al muro, si toglie lo zaino dalla schiena. Ha lo sguardo circospetto. La barba è lunga e nera, sul sopracciglio destro un piercing brilla come una cicatrice. Lo zaino è incrostato di spille e scritte che, illuminate dal lampione, luce gialla che si affievolisce a tratti, rimangono indecifrabili.
Una cartellina rosa con dentro dei fogli neri e rossi, un barattolo bianco col tappo blu.
Il ragazzo allinea questi strumenti sul marciapiede, fa un passo verso destra e rificca la mano nello zaino per tirare fuori qualcosa che luccica nella fioca luce notturna.

– E tagliati sta barba, cretino!

Un ragazzo dalla testa rasata, uscito da un vicolo dietro il lampione, mani in tasca e scarpe militari, gli assesta un calcio sulla spalla facendolo cadere in avanti. Subito dietro il rasato in maglietta nera, uno in maglietta rossa con occhialini giallo limone. Ride nervoso, guardandosi le spalle dopo aver superato il ragazzo in djellaba che si rialza. 
Questi finisce di vuotare lo zaino dopo aver inveito ed essersi massaggiato il braccio. Un rullo di piccole dimensioni, un pennello piatto, tre bombolette spray: nero, rosso e bianco.
Due finestre si accendono e si spengono sopra la sua testa, come due occhi che sbattono le palpebre.
Il ragazzo in djellaba tira fuori dalla cartellina rosa un foglio con disegnato una stella di david e l’appende al muro.

– Lo sapevo che eri un sionista della malora.

Il ragazzo con la maglietta rossa è sempre dietro al più grande e rasato che ritorna indietro di scatto. Il ragazzo in djellaba si ferma e lo guarda con occhi di sfida, sempre tenendo il foglio.
Gli occhi luminosi sbattono accompagnate da delle urla maschili e femminili.

– Fatti gli affari tuoi…Questa è ancora casa mia… Che se ne tornino a casa loro…Che se poi ti vedono… esplodere la casa… Non posso avere paura… casa mia, che se ne tornino a casa loro in islamilandia… Che poi ti vedono.

Le finestre si chiudono. Il ragazzo rasato e l’altro tirano un secondo calcio alle bombolette che rotolano. Ritornano nel buio. Il ragazzo in djellaba tira su le bombolette e attacca una croce a destra della stella di David.
Tre ragazzetti in giacca leggera lanciano una sigaretta nella sua direzione, il ragazzo in diellaba istintivamente mette la mano dove la cicca accesa ha toccato la giacca. I ragazzi gli si avvicinano.

– Ebreo?

E calpestano il foglio con sopra la croce. Il ragazzo si china per raccoglierla e i tre gli tirano in ordine: una gomitata, una ginocchiata e uno schiaffo. Lui cerca di proteggersi il volto ma in quel momento arriva altra gente. Un ragazzo biondo vede la cartellina e la apre: Una mezza luna. Urla e si unisce anche lui al pestaggio. Una ragazza in minigonna e tacchi gli tira un pugno. Anche lei uscita dal buio e dal buio escono altre donne e uomini che si mettono a discutere attorno al ragazzo a terra.

– I morti.

I morti sono l’oggetto della discussione, i morti bambini, i morti giornalisti, i morti donne, i morti soldato. Ognuno ha un morto da reclamare. Visto che hanno smesso di picchiarlo, il ragazzo in djellaba si alza e continua il suo lavoro, mastica insulti e sangue. Attacca le scritte, ci passa sopra con la bomboletta nera, stacca i fogli che lasciano il disegno sul muro, firma in rosso e poi spennella il muro di colla vinilica e vi attacca un suo autoritratto in carta.

La gente lentamente si disperde, solo gli occhi luminosi sopra la sua testa sbattono le palpebre ancora per un po’, come un nevrotico in preda a un attacco di paranoia che non riesce a gestire. In ragazzo in djellaba rimette tutto nello zaino alla rinfusa, vuole tornare a casa, quando dal buio escono tre uomini che guardano la scritta sul muro e il ragazzo con aria di rimprovero:

 – COEXIST. Che cosa vuol dire Coexist?

Il ragazzo si gira sorridendo.

 – Allora voi siete riusciti a leggerlo!

Non riesce ad aggiungere altro perché gli ultimi uomini della notte sono armati di manganelli.

(Arianna Musso – Foto Internet – IF Italian Factory Magazine)