Comunicazione strategica/1. Gli aiuti che aiutano dopo lo tsunami

“In alcune aree del mondo siamo impopolari, in altre graditi”, dichiara il presidente Bush (Repubblica 11 gennaio). A un anno e mezzo dalla entrata in guerra con l’Iraq e sulla base di inchieste condotte da Zogby International, del Pew Research Center, della Gallup (CNN/USA Today) e dallo stesso Dipartimento di Stato, una relazione del Defense Science Board (DSB) intitolata “Rapporto sulla Comunicazione strategica” (http://www.acq.osd.mil/dsb/reports/2004-09-Strategic_Communication.pdf) osserva invece che la guerra ha aumentato in Europa la sfiducia verso Stati Uniti, ha indebolito l’appoggio alla lotta contro il terrorismo e ha minato la credibilità degli Stati Uniti in tutto il mondo.


In particolare, per quanto riguarda il mondo arabo, l’animosità nei confronti degli Stati Uniti si è ulteriormente accentuata (con variazioni da paese a paese che vanno dal 78 al 98 percento).
Il mondo arabo pensa che l’occupazione nordamericana dell’Afghanistan e dell’Iraq non vi ha promosso la democrazia, ma solo caos e sofferenza e che questi interventi sono soltanto destinati a servire meglio gli interessi degli Stati Uniti. Se gli Stati Uniti sono diventati il nemico, sostiene la relazione del DSB, ciò non è perché il mondo arabo “odia le nostre libertà” come molti affermano nell’attuale amministrazione, ma semplicemente perché “odia la nostra politica”.
La relazione del DSB non contesta i fondamenti della strategia politica della Casa Bianca verso il mondo arabo. Afferma invece che gli Stati Uniti hanno fallito nello spiegarla o nel giustificarla e che Al-Qaeda e il fondamentalismo islamico stanno vincendo la propaganda di guerra contro gli Stati Uniti. “Solo un esempio: l’abilità di un blogger in una zona di conflitto di catturare l’immagine digitale di un’atrocità, caricarla, incollarla su una pagina web e renderla disponibile a milioni di persone in pochi minuti è uno sviluppo impressionante” e – aggiunge – un vero e proprio problema strategico per gli Stati Uniti.
Per contrastare questo sviluppo, la relazione del DSB raccomanda di istituire forme di “comunicazione strategica”, una sorta di “azioni concrete + propaganda” sistematiche e integrate per esportare la democrazia al mondo intero. Il Piano Marshall (1947) e il ponte aereo per Berlino (1948-1949) sarebbero i precedenti più significativi.
La nuova tattica di comunicazione strategica dal DSB sembra sia stata tenuta a battesimo di recente dal segretario di Stato prossimo alla scadenza. In relazione agli effetti dello tsunami Powell, con una sincerità sconcertante ha dichiarato: “Gli aiuti ci aiuteranno nella guerra al terrorismo, rafforzando la sicurezza degli Stati Uniti e della regione” (Repubblica, 4 gennaio 2005).